Quando rischiammo l’estinzione

Una teoria afferma che in un'epoca remota esplose in Indonesia un enorme supervulcano che oscurò il cielo con immense coltri di cenere, spingendo il nostro pianeta in un'era glaciale che uccise tutti i nostri antenati più deboli.

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Noi esseri umani circa 70.000 anni fa rischiammo l’estinzione, quando l’intera popolazione umana si ridusse ad un numero esiguo. All’epoca poche migliaia di individui sopravvissero ad un cataclisma che ebbe importanti effetti sulla nostra specie. Una teoria afferma che in quell’epoca remota esplose in Indonesia un enorme supervulcano che oscurò il cielo con immense coltri di cenere, spingendo il nostro pianeta in un’era glaciale che uccise tutti i nostri antenati più deboli.
Tuttavia oggi gli scienziati non concordano in maniera unanime alla teoria anche se appare chiaro che la nostra specie rischiò di sparire per sempre dalla faccia della Terra.

Il grande collo di bottiglia genetico

L’estinzione sfiorata esercitò sui nostri antenati una grande pressione che fu la causa di un evento noto come “collo di bottiglia genetico” che ridusse in maniera molto marcata la variazione genetica nella popolazione.
Le popolazioni composte da un numero ridotto di individui sono molto più sensibili alle malattie e ai disastri ambientali e possono accumulare rapidamente tratti genetici sfavorevoli. Anche i colli di bottiglia frenano il mutamento evolutivo, poiché un minor numero di individui di una specie può raccogliere mutazioni genetiche potenzialmente favorevoli.
D’altro canto, tutte le rare mutazioni benefiche che si verificano vengono amplificate: i geni vengono trasmessi in maniera rapida in una comunità composta da un numero ridotto di membri. I colli di bottiglia genetici, inoltre, possono essere la causa di quella condizione nota come “effetto del fondatore” dove popolazioni piccole e isolate si discostano drasticamente dalla popolazione originale.
Secondo gli scienziati, mentre i nostri antenati si diffondevano su tutta la Terra sperimentarono un certo numero di colli di bottiglia e, di conseguenza, un “effetto fondatore” seriale che portò alla diversità che riscontriamo oggi nella razza umana. Gli scienziati hanno mappato questi eventi ai punti di strozzamento geografici in tutto il mondo, in base alla diminuzione della diversità genetica durante la migrazione.
Un collo di bottiglia si verificò quando un piccolo gruppo di nostri antenati abbandonò l’Africa. Un altro accadde quando questo gruppo si separò in Medio Oriente, dove alcuni dei nostri antenati migrarono in Europa e altri in Asia. Altri accaddero quando i nostri antenati lasciarono il Sud-est asiatico dirigendosi verso l’Australia, o attraversarono lo stretto ponte terrestre della Beringia in Alaska, diffondendosi fino in Sud America attraverso quella che oggi è Panama.
Questo è il motivo per cui le popolazioni africane tendono ad avere una diversità genetica molto maggiore nel loro DNA rispetto alle popolazioni native delle Americhe. È anche il motivo per cui, quando si confrontano gli uomini con altre specie, il DNA umano non è molto diversificato se si considera che la nostra specie è diffusa in tutto il globo.
La teoria della catastrofe di Toba offre una comoda risposta a quanto scritto nel nostro DNA. L’ipotesi afferma che un’enorme eruzione si verificò in concomitanza del più grande collo di bottiglia dell’umanità.
Una ricerca della fine degli anni ’90 e dei primi anni 2000 ha suggerito che questa eruzione, avvenuta 70 mila anni fa a Sumatra in Indonesia, schermò il Sole in gran parte dell’Asia, causando sul nostro pianeta un rigido inverno e un periodo di raffreddamento lungo 1.000 anni.
Prove archeologiche, tuttavia, mostrano che gli insediamenti umani di cacciatori-raccoglitori in India non furono molto colpiti dagli effetti dell’eruzione e si ripresero rapidamente. I dati sulla temperatura incorporati nella geologia del lago Malawi, nell’Africa orientale, suggeriscono inoltre che la regione non si raffreddò in maniera drastica.
Quindi, quale fu la causa dell’importante collo di bottiglia genetico avvenuto 70.000 anni fa, se non un vulcano gigante e un’era glaciale?
Gli scienziati non possono affermarlo con assoluta certezza, ma hanno alcune nuove idee. La diffusione catastrofica di una malattia, ad esempio, potrebbe aver avuto un ruolo che ha portato al collo di bottiglia.
O forse il modo in cui attualmente pensiamo che i nostri antenati si sono dispersi dall’Africa necessita di qualche correzione. In ogni caso, se siamo qui dobbiamo ringraziare i nostri intrepidi antenati di 70 mila anni fa che attraversarono uno dei tanti periodi difficili irti di pericoli, che certamente accompagneranno la nostra evoluzione nonostante i nostri tentativi di possedere il nostro futuro.

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