Secondo uno studio effettuato da un team di astronomi un radiotelescopio sul lato nascosto del nostro satellite potrebbe essere utilizzato per un’importante area di ricerca da non sottovalutare, il progetto SETI.
Un radiotelescopio installato sul lato lontano del nostro satellite è il sogno che ogni radioastronomo vorrebbe realizzare.
Schermate da 3000 Km di rocce lunari, potenti orecchie elettroniche potrebbero ascoltare i primi vagiti dell’universo senza le interferenze radio provenienti dal nostro pianeta o captare messaggi radio inviati nello spazio interstellare da civiltà aliene tecnologicamente avanzate.
Da decenni molti astronomi ascoltano i segnali radio con la speranza di captare altre civiltà intelligenti, attraverso il progetto SETI.
SETI è l’acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence (Ricerca di Intelligenza Extraterrestre), è un programma dedicato alla ricerca della vita intelligente extraterrestre capace di inviare segnali radio verso le stelle.
Il programma si occupa inoltre di inviare segnali della nostra presenza ad altre civiltà in grado di captarli, questo programma è chiamato progetto SETI attivo.
La proposta di realizzare un sistema di radiotelescopi sul nostro satellite naturale è stata presentata al National Academy of Sciences ‘Planetary Science and Astrobiology Decadal Survey 2023-2032.
Una proposta per il progetto SETI
Il team è guidato da Eric J. Michaud, studente di matematica all’Università di Berkeley, e comprende membri del SETI Institute, dell’Istituto di scienze spaziali e di astronomia dell’Università di Malta e del Breakthrough Initiatives.
La radioastronomia lunare, spiegano i ricercatori, ha un enorme potenziale riconosciuto sin dai tempi del programma Apollo che ha portato i primi uomini sulla Luna nel luglio del 1969. L’interesse per la radioastronomia lunare è tornata prepotentemente in auge nei primi anni del 2000 quando si cercava di riportare gli esseri umani sulla Luna con il programma Costellation.
Il programma venne cancellato dal Congresso per i costi ritenuti eccessivi.
Con la prospettiva sempre più vicina di realizzare un avamposto lunare, gli astronomi guardano con fiducia e sperano di iniziare una nuova avventura che potrebbe portare a nuove entusiasmanti scoperte, soprattutto nel campo della esobiologia.
Il dottor Pete Worden, presidente della Breakthrough Prize Foundation ed ex direttore dell’Ames Research Center della NASA ha detto a Universe Today via e-mail: “C’è una certa urgenza nello stabilire il silenzio radio sul lato opposto lunare prima di aggravare il problema nascente che abbiamo in orbita terrestre con interferenze ottiche dai satelliti di comunicazione”.
L’astronomia lunare offre diversi vantaggi, un radiotelescopio in orbita attorno alla Luna permetterebbe esperimenti di radioastronomia altamente sensibili. Sulla Terra, anche le bande radio più comuni utilizzate per la comunicazione sono considerate redditizie per il progetto SETI.
Sfortunatamente, il loro uso le rende soggette a molte interferenze.
Per attenuare interferenze e disturbi i radiotelescopi sulla Terra sono installati in parti del pianeta che hanno un inquinamento radio minimo, come i deserti e le zone montuose remote. Tuttavia il lato nascosto della Luna potrebbe essere il luogo più “radio-silenzioso” di tutto il sistema solare.
Michaud ha spiegato che i vantaggi comprendono la possibilità di scansionare “frequenze dominate da [interferenze di radiofrequenze], così come frequenze molto basse bloccate dalla ionosfera. Andare nello spazio risolve il problema della ionosfera e andare sulla Luna mitiga il problema RFI “.
Secondo quanto riportato nello studio, l’utilizzo di un cratere potrebbe attenuare le interferenze radio. I luoghi prescelti includono i crateri Saha, Tsiolkovsky, Malapert e Daedalus, che sono stati selezionati come possibili siti da precedenti studi.
In un ambiente simile, le pareti del cratere bloccherebbero le interferenze provenienti dall’orbita o dai veicoli spaziali.
Gli inconvenienti di un radiotelescopio lunare
Installare un radiotelescopio presenta notevoli inconvenienti, i radiotelescopi dovrebbero essere trasportati sulla superficie della Luna con dei lander e Michaud e i suoi colleghi usano come esempi il Beresheet dell’Agenzia spaziale israeliana e il lander lunare Vikram dell’ISRO (parte della missione Chandrayaan-2), entrambi precipitati sulla Luna, per mostrare quanto siano complesse e pericolose queste missioni.
Un ulteriore problema da non sottovalutare riguarda l’energia che il lander dovrebbe ricavare nelle lunghe notti lunari di 14 giorni terrestri.
Sarebbero necessarie un numero di batterie non indifferenti. Le comunicazioni sarebbero un’ulteriore sfida, in quanto il radiotelescopio sarebbe installato nel lato opposto del nostro satellite e perciò sarebbe necessario avere a disposizione una serie di satelliti per telecomunicazioni in orbita in modo da rimandare le comunicazioni sulla Terra.
Una possibile soluzione sarebbe quella di realizzare un radiotelescopio orbitale che sarebbe più economico, meno ingombrante e pesante e potrebbe montare un dispositivo di ricezione molto più grande. Anche in questo caso non mancherebbero gli svantaggi dovuti all’instabilità delle orbite lunari.
Michaud e colleghi tuttavia indicano che ci sono diverse “orbite congelate” in cui un radiotelescopio orbitale potrebbe rimanere stabile per anni.
Come spiega Michaud, è necessario molto lavoro prima di poter realizzare un osservatorio per il progetto SETI lunare: “Uno dei principali punti deboli dell’articolo è che è abbastanza agnostico su come, in particolare, dovrebbe apparire un radiotelescopio in orbita lunare o sulla superficie lunare”.
“Penso che il prossimo passo sarebbe sviluppare alcuni progetti specifici per un orbiter. Alcuni calcoli richiedono anche da fare per determinare l’orbita migliore per uno strumento del genere.”