La popolazione italiana sta adottando sempre più i sistemi di pagamento elettronici, e sono sempre di meno coloro che preferiscono fare tutte le operazioni giornaliere tramite i soldi contanti.
Chi è legato al denaro tangibile è spesso frequente fare operazioni di prelievo e di versamento, anche quotidianamente. Esistono però dei limiti, imposti dagli istituti bancari.
Queste limitazioni non fanno riferimento ad una cifra precisa, ma si avvalgono di determinati parametri che devono rispettare assolutamente.
Prelievi giornalieri
Per quanto concerne le operazioni di prelievo, potrebbe capitare che il singolo cittadino incappi in una mancanza di disponibilità da parte della banca, purtroppo la possibilità che venga riscontrato tale ostacolo è qualcosa di preventivabile.
Quello che invece deve decisamente allarmare sono i controlli che vengono spesso fatti dalle banche.
Infatti qualora si effettuino in modo continuo prelievi di grosse cifre di denaro scattano alcuni controlli da parte degli istituti di credito.
Ma cosa succede esattamente? Bisogna sapere che l’Unità di informazione finanziaria, che ha ruolo di autorità centrale antiriciclaggio, verifica provenienza e uso al quale è destinata una ingente cifra.
Oltre ai prelievi di grande ammontare, bisogna stare molto attenti alle morosità. Infatti la novità principale è che dal 1 gennaio 2021 le banche hanno acquisito la facoltà di bloccare i conti di coloro che per almeno 3 mesi non abbiano adempito al pagamento delle utenze domestiche.
Versamenti giornalieri
Per quanto riguarda i versamenti, le operazioni che destano più sospetto sono quelle di trasferimento di denaro sul conto di parenti o soggetti terzi.
Quello che potrebbe succedere è che l’Agenzia delle Entrate potrebbe approfondire una situazione che vede movimenti non proprio lineari.
Per fare un esempio, possono essere tenute sotto controllo e successivamente controllate situazioni in cui ci siano versamenti di cifre importanti a distanza ravvicinata.
Se i versamenti effettuati non sono frutto di un lavoro, allora qui interviene il Fisco che inizia a fare una indagine sulla natura di quei guadagni.
L’apparato finanziario dello stato mira dunque ad indagare se ci sia una possibile presenza di entrate dovute a prestazioni lavorative in nero.