di Oliver Melis
Le nostre trasmissioni televisive e radiofoniche possono già essere state riprese nello spazio?
Una compagnia televisiva ha unito le forze con un sito di social network per inviare un messaggio al più vicino pianeta teoricamente abitabile.
Non sappiamo se esiste vita intelligente extraterrestre ma l’idea di mandare messaggi a qualcuno là fuori è un tema ricorrente, sia che siano state le targhe su Pioneer 10 e 11 o il messaggio di Arecibo del 1974.
L’ultima è una collaborazione tra RDF e Bebo per inviare un segnale al pianeta Gliese C, a più di 20 anni luce di distanza.
Le normali trasmissioni televisive e radiofoniche viaggiano fuori dall’atmosfera terrestre e attraversano lo spazio, anche se allontanandosi diventano incredibilmente deboli e difficili da captare.
Lo scienziato spaziale Dr Chris Davis, del Rutherford Appleton Laboratory, afferma che è possibile che i segnali televisivi e radiofonici provenienti dalla Terra possano essere rilevati su altri pianeti, con adeguati strumenti in grado di captarli in mezzo al rumore di fondo.
Alcune onde radio, come le onde corte, rimbalzano fuori dalla ionosfera e sono quindi candidate per essere captate nello spazio. Anche altre onde come i segnali radio FM o televisivi possono superare la ionosfera e viaggiare attraverso il vuoto dello spazio alla velocità della luce. Per essere captati questi segnali dovrebbero avere sia la capacità di superare la ionosfera e sia una potenza adeguata per essere ricevute.
“Supponendo che i segnali si distribuissero equamente ed uniformemente in una sfera, e che un ricevitore su Gliese C fosse grande quanto il previsto chilometraggio quadrato di antenne sulla Terra, i segnali televisivi che raggiungessero questo lontano pianeta sarebbero miliardi di volte più deboli dell’originale segnale inviato dalla Terra” dice la dott.ssa Maggie Aderin, scienziata spaziale presso la società tecnologica Astrium.
“Rilevare un segnale come questo con molto rumore di fondo sarebbe incredibilmente difficile, ma quello che cercerebbero è un pattern nei segnali per mostrare che non si tratta di segnali naturali“.
E questo, naturalmente, è ciò che sta accadendo sulla Terra nella forma del programma di ricerca per l’intelligenza extra-terrestre (SETI).
SETI utilizza strutture come l’Allen Array in California per, tra le altre cose, cercare modelli significativi nelle onde radio provenienti dallo spazio. E questo significa che se ci fossero degli alieni là fuori, potrebbero fare esattamente la stessa cosa.
Shostak calcola che la recente trasmissione della musica dei Beatles da parte della NASA verso Polaris utilizzando un’antenna da 210 piedie 20kW di potenza, richiederebbe a qualsiasi potenziale alieno di avere un’antenna di sette miglia per riuscire ad ascoltarla. Per riceverlo effettivamente come musica, dovrebbe essere utilizzata un’antenna larga 500 miglia. Polaris si trova a 430 anni luce di distanza dalla terra.
L’astronomo Carl Sagan, nel suo libro Contact, suggerì che le prime trasmissioni televisive ad alta potenza che gli alieni avrebbero potuto raccogliere sarebbero le trasmissioni di Hitler ai raduni di Norimberga. Certamente non sarebbe un bel biglietto da visita ammesso che gli alieni riescano a capire le immagini, questo non lo possiamo sapere, rimarrà ancora a lungo il dubbio che forse, un giorno, qualche nostro discendente scioglierà.
Fonte: BBC News; Howstuffwork.com