Premio Nobel Subrahmanyan Chandrasekhar, a cui è stato dedicato il Chandra X-Rayy Observatory della NASA, sosteneva che i buchi neri rappresentano gli oggetti più perfetti esistenti nell’universo – gli unici in cui sono compresi i nostri concetti di spazio e di tempo.
Gli astronomi ipotizzano che migliaia di pianeti possano orbitare intorno a una zona sicura, catturati dall’intensa forza gravitazionale di questi oggetti spaziotemporali, perfettamente costruiti.
Nel 2019, Avi Loeb di Harvard e Jeremy Schnittman, della NASA, hanno ipotizzato che attorno ai buchi neri possano esistere dei pianeti disabitati, collocati all’interno di galassie simili al pianeta d’acqua che orbita attorno al grande buco nero Gargantua nel film Interstellar.
Secondo i due ricercatori, è probabile che su questi pianeti possano formarsi delle forme di vita estreme. Sin dagli anni Novanta si sa che attorno alle pulsar esistono dei pianeti. È quindi ragionevole ipotizzare che possano esistere dei pianeti attorno ai buchi neri, i quali, però, avrebbero sul loro ambiente un impatto molto più debole rispetto alle pulsar.
Pianeti disabitati potrebbero esistere attorno ai buchi neri che sono localizzati nei nuclei delle galassie. Ed è anche probabile che in questi pianeti possa generarsi una forma di vita, visto che sulla Terra gli organismi si sono adattati a condizioni estreme, quali temperature molto elevate o molto basse, e ambienti estremamente acidi, altamente salini oltre che radioattivi.
È noto che tanti microbi terrestri, quali il Bacillus subtilis, il Caenorhabdits elegans, il Deinococcus radiodurans e altri, sono riusciti a sopravvivere attraverso il mezzo interstellare; di conseguenza, chi può sapere cosa potrebbe esistere in un pianeta che si trova vicino a una zona sicura, nei pressi di un buco nero?
Secondo una ricerca condotta nel 2017 dalla Oxford University, intitolata The Resilience of Life to Astropysical Events (La Resilienza della vita agli eventi astrofisici), la specie terrestre più indistruttibile, l’estremofilo, un tardigrado, un micro organismo con otto zampe, sopravvivrà fino alla morte del Sole.
La domanda che ci si pone é: cosa può esistere al di fuori della Terra? I ricercatori rispondono dicendo che, come i tardigradi sulla Terra, non si può escludere che esistano specie simili indistruttibili in altre parti dell’universo.
Recentemente, un team condotto da Keiici Wada della Kagoshima University in Giappone, ha ipotizzato l’esistenza di una nuova classe di esopianeti che si formano direttamente attorno a buchi neri di grandi dimensioni, dentro i nuclei delle galassie che vivono nella zona sicura lontane decine di anni luce, oltre il pericolo delle leggi che stanno alla base della fisica dell’orizzonte degli eventi.
Questi pianeti prossimi ai buchi neri, che Wada ha denominato blanets, si potrebbero formare dalla coagulazione di grani della polvere che gira attorno al buco nero. I risultati ottenuti dal gruppo suggeriscono che questi blanets potrebbero essersi formati attorno ai nuclei galattici attivi, con luminosità relativamente bassa.
I calcoli effettuati dal gruppo di ricercatori hanno mostrato che, nel giro di 10 anni luce, da un buco nero si potrebbero formare decine di migliaia di pianeti con una massa 10 volte superiore a quella della Terra, mettendo in evidenza che le dinamiche di formazione dei pianeti sono probabilmente simili a quelle dei limiti esterni dei dischi di buchi neri, come si può osservare in un disco protoplanetario.
Secondo i ricercatori, i dischi dei buchi neri giganti contengono più polvere – fino a un miliardo di volte superiore a quella contenuta in un disco protoplanetario. È probabile che attorno ai buchi neri possano esistere dei sistemi planetari di dimensioni impressionanti.
Wada afferma che la quantità totale di polvere è veramente ingente. Per tale motivo, la massa di questi pianeti potrebbe essere anche 10 volte superiore a quella della Terra, e, attorno a un singolo buco nero, potrebbero esserci anche più di 10.000 di questi pianeti.
Anche Sean Raymond, della University of Bordeaux, sostiene che è molto alta la probabilità che si formino dei pianeti, anche in numero elevato, nei pressi di un buco nero di grandi dimensioni. Teoricamente è possibile che milioni di pianeti orbitino intorno a un buco nero gigante, ma questo presuppone che tante cose vadano nel verso giusto.
Gli astronomi ritengono che all’interno della Via Lattea ci siano almeno un miliardo di stelle di neutroni, delle quali circa 200.000 sono pulsar – stelle di neutroni con un diametro tra i 10 e i 30 chilometri, che hanno un enorme campo magnetico ed emettono regolarmente enormi quantità di raggi X e di altre particelle.
Finora, sono state studiate circa 5000 pulsar e trovati solo 5 pianeti di tipologia pulsar. Il primo esopianeta fu scoperto nel 1992 e fu chiamato PSR B1257+12.
Nel 2017, alcuni scienziati della Leiden University e della Cambridge University hanno confermato la possibilità di esistenza di pianeti abitabili attorno alle pulsar. Questi pianeti devono avere un’atmosfera enorme che trasformi i raggi X e le particelle delle pulsar a energia elevata in calore.
A queste conclusioni sono arrivati Alessandro Patruno e Mihkel Kama, i quali sono convinti che possa esserci comunque vita nei pressi di queste stelle. I loro calcoli mostrano che la distanza tra una stella di neutroni e la sua zona abitabile è circa uguale alla distanza tra la Terra e il sole.
Fonte: thedailygalaxy.com