Distrugge interi prati, piante, cespugli, foglie e frutti, lasciando devastazione ovunque passa. Eppure a vederlo sembra un insetto grazioso, con la sua corazza ramata; tuttavia, il coleottero giapponese, o Popillia Japonica (nome scientifico), rappresenta una grande minaccia, soprattutto in Lombardia!
Popillia Japonica, tra gli organismi più nocivi
Scoperto nel 2014 nella Valle del Ticino, da allora, come ogni estate invade la Lombardia e divora diverse forme di vita vegetali, causando danni monumentali alle colture. Talmente devastante da essere classificato dall’Unione Europea “Uno tra i 20 più nocivi organismi da quarantena“.
Da quando è stato rinvenuto per la prima volta nella Valle del Ticino, tra Piemonte e Lombardia, il coleottero giapponese riserva purtroppo un triste destino a ogni genere di vegetali. Infatti, se in Giappone i nemici naturali della specie riescono a tenerlo sotto controllo, non si può dire altrettanto negli altri territori, dove si è stabilito diffondendosi ampiamente.
Sul sito del parco del Ticino è scritto: “La normativa fitosanitaria considera il Popillia Japonica un organismo nocivo da quarantena, per gli ingenti danni economici che può provocare alle piante“.
Come riconoscerli
Il coleottero giapponese ha la testa di un colore blu-verde metallico, dorso color rame, piccoli peli bianchi su ciascun lato dell’addome e ali bronzee. Durante il mese di giugno depongono le uova nel terreno, che si sviluppano in minuscole larve bianche con sei zampe e teste marroni, fino a diventare adulti dopo circa 10 mesi.
Si nutrono di un’ampia varietà di colture, ma sono particolarmente comuni sui fagioli, la vite da uva e la vite canadese, i lamponi e moltissime varietà di rose. Dopo il loro passaggio, nel verde circostante restano solo foglie bucherellate, fiori e frutti completamente devastati.
Il danno alle piante è così grave perché le attaccano in gruppi, divorando gran parte del fogliame e lasciandole poi come “scheletrate”, cioè rimane solo lo scheletro della foglia con solo le venature in evidenza. Le larve danneggiano i prati quando svernano nel terreno e, poiché si nutrono di radici, causano grandi chiazze marroni di erba morente, asportabili con facilità.
Gravi danni in Lombardia causati dal Popillia Japonica
Una tra le regioni più colpite, la Lombardia. Sono ormai diversi anni che tenta di limitare l’invasione di questo voracissimo coleottero, che si distingue dai ciuffi di peli bianchi intorno al dorso dal “maggiolino degli orti”, presenti nel nostro territorio da fine maggio a settembre. I comuni infestati sono circa 500: province di Monza e Brianza, Milano, Como, Varese, Pavia, Lecco e Lodi.
Perfino il “bosco verticale” (quartiere Isola nel capoluogo lombardo, progettato da Stefano Boeri) con circa 2000 specie arboree presenti tra alberi e arbusti distribuite sulle facciate dei due grattacieli, è stato attaccato e fa i conti con gli ingenti danni causati dalla voracità del Popillia Japonica.
Misure di contenimento del coleottero giapponese in Lombardia
In questo periodo ormai un terzo della regione è infestata dal coleottero, che estende il suo territorio di diffusione di 10 km all’anno. Il servizio fitosanitario della Lombardia, intanto, cerca di tenere sotto controllo la sua diffusione.
Al momento si utilizzano due tipologie di trappole: una struttura a forma di treppiede ricoperto di una rete spruzzata con un insetticida idoneo; oppure a trappola, cioè barattoli dipinti di verde e giallo con particolari ali, che prima attraggono gli insetti e poi li catturano.
Più che di eradicazione, però, sono misure di contenimento che non vanno mai usate dai privati. Il rischio, infatti, è che una di queste trappole collocate in un giardino (o balcone, terrazzo, orto) attragga molti più insetti di quelli catturabili, causando alle piante danni ancora più gravi.
Come difendersi dal Popillia Japonica
Dunque, un privato non ha alcun mezzo per difendersi da questo insetto? Cosa può fare chi vuole difendere il proprio orto o i fiori nel suo giardino? Queste le alternative: il controllo manuale, facendoli cadere pazientemente in un secchio colmo di acqua saponata, meglio se di sera o al mattino quando sono meno attivi.
Oppure spruzzare olio di neem sulle piante, insistendo sulle foglie, un prodotto repellente che li allontana; o utilizzare come copertura di piante da orto e alberi da frutta, delle reti anti-insetto.