Pesce azzurro, o pesce povero, così viene chiamato in certi contesti.
In realtà, il nome con cui viene identificato accomuna diverse specie, con caratteristiche fisiche e nutrizionali simili, per scopi puramente commerciali.
Ciò che conta però, sono alcune proprietà del prodotto ittico riunito in un’unica categoria. Tra queste, il colore delle squame sul dorso da cui prende il nome, argento scuro con sfumature bluastre. Anche le dimensioni lo identificano, di norma piuttosto ridotte (con alcune eccezioni, visto che ne fanno parte anche pesci di misura più grande e media).
Il pesce azzurro: economico, versatile in cucina, sempre gustoso
Per quanto riguarda la diffusione, il pesce azzurro viene pescato per tutto l’anno anche nelle nostre regioni, fatto che lo rende un prodotto dal costo limitato e oggetto di consumo sostenibile. Da qui, il nome alternativo di “pesce povero“.
Ma si dovrebbero fare delle precisazioni: alcune specie spesso vengono incluse in questa categoria – tonno, spada e salmone – tanto per citare i più noti, che di certo non si possono definire esattamente “a buon mercato”.
Limitandosi a quelle più comuni, il pesce azzurro più conosciuto e usato in cucina, soprattutto nelle regioni del nostro sud, è l’acciuga (o alice), insieme alla sarda, lo sgombro, l’aringa. Altre sono meno note, come la palamita, la leccia, il cicerello, la costardella, lo spratto, i bianchetti e, secondo alcune scuole, il merluzzo e la ricciola, anche se non tutti sono d’accordo nell’includerli in questa categoria.
Versatile in cucina, il pesce azzurro è anche economico
Infinite le ricette in cui viene impiegato il pesce azzurro, in particolare alici e sarde, sia fresche che sotto sale e sott’olio. Per quello fresco sono previsti diversi tipi di cottura: alla griglia, in padella, fritto, al forno, in scapece, impanate, con la pasta. Sono specie accomunate anche per il fatto di essere veloci e facili da impiegare in cucina, conservando tutto il gusto e le proprietà organolettiche.
Trattandosi di pesci pescati nei nostri mari, le cucine regionali hanno da sempre sfruttato queste varietà dal costo contenuto per realizzare deliziose preparazioni. Chi non conosce ad esempio la pasta con le sarde, il fritto, le alici ripiene e impanate o in tortiera?
Molto popolari anche le preparazioni in cui il pesce viene conservato: le acciughe e le sarde in scapece, fritte e poi messe sotto aceto. Oppure crude e marinate al limone (dopo averle ovviamente abbattute per eliminare l’eventuale presenza del parassita anisakis) o in umido, cotte in salsa di pomodoro.
Le proposte a crudo sono le più raffinate, più pratiche invece quelle in cui si utilizza il pesce azzurro conservato.
Le proprietà benefiche del pesce azzurro
Sono pesci dal sapore intenso, economici, dalle calorie limitate (130 kcal per 100 grammi) se cotti in modo semplice e poco condito. Dalle carni grasse ma ricche di sali minerali (soprattutto iodio e fosforo) vitamine A, B e D.
Una delle più note proprietà benefiche che offre il pesce azzurro, è la presenza di abbondante Omega 3, in particolare EPA e DHA, grassi preziosissimi che contribuiscono a tenere a bada i livelli di colesterolo LDL e di trigliceridi, a differenza di quelli contenuti nella carne.
Secondo alcuni studi pare che possano anche contrastare alcune forme tumorali, mantenere attivo il cervello e perfino prevenire l’Alzheimer. Nei bambini, gli omega 3 contenuti nel pesce azzurro migliorano la velocità di apprendimento e lo sviluppo neurologico; negli anziani, contrastano sensibilmente i processi degenerativi legati all’avanzare dell’età.
Inoltre combattono anche gli stati infiammatori cronici, asma e varie allergie, problemi della pelle come acne, eczemi e dermatiti. Infine, gli omega-3 contenuti nel pesce azzurro sono ideali per combattere la colite ulcerosa, il morbo di Crohn, colesterolo elevato e il diabete di tipo 1.