La dieta paleolitica, chiamata anche paleodieta, è la riproposizione in chiave moderna di quella che, si suppone, fosse l’alimentazione degli umani cacciatori – raccoglitori fino a circa diecimila anni fa, prima dell’adozione dell’agricoltura, nella convinzione, sempre fondata su ipotesi, che gli uomini primitivi vivessero più a lungo e con meno malattie rispetto ad oggi.
Per oltre due milioni di anni, le specie umane vissero sostenendosi con caccia, pesca e la raccolta di vegetazione spontanea; a sostenere la dieta paleolitica sarebbe pertanto l’assunto, peraltro errato per la scienza moderna, che a livello genetico e fisiologico l’uomo non ha subito grossi mutamenti dal paleolitico ad ora, sebbene si sia assai evoluto dal punto di vista culturale, tecnologico e scientifico. Negli ultimi due milioni di anni, i cambiamenti genetici sono stati infatti tali da produrre una diversificata progenie di specie umane di cui una mezza dozzina afferenti al genere Australopithecus, e più di una dozzina afferenti al genere Homo.
La dieta paleolitica fu elaborata per la prima volta negli anni ’30 dal dentista Weston A. Price che si convinse che in talune popolazioni primitive che vivevano ancora in varie zone del pianeta, l’assenza di date malattie, come carie e tubercolosi, era imputabile alla dieta seguita. Price pubblica le sue idee in un libro nel 1939 (Nutrition and Physical Degeneration). Negli anni ’70, Sally Fallon, appassionata di nutrizione, riscopre il testo di Price e comincia a diffondere l’idea dell’uomo primitivo sano e longevo.
Secondo le prescrizioni della paleodita, la corretta alimentazione si dovrebbe basare su cibi che erano reperibili prima dello sviluppo delle tecniche agricole, cioè su prodotti di “selvaggina” di ogni tipo, specialmente midollo, cervella, frattaglie, sangue di mammiferi (la muscolatura, si sostiene, veniva consumata solo se non c’era altro), pesce, crostacei, rettili, vermi, bachi, insetti, uccelli, uova, bacche, frutti, miele, vegetali appena spuntati, radici, bulbi, noci, semi, eccetera.
Tuttavia se da una parte non ci sono prove che una dieta ricca questi alimenti proteici e di grassi animali sia salutare, d’altra parte tale dieta si fonda sul concetto errato che gli uomini del paleolitico avessero una dieta specifica mentre, in realtà, la dieta variava in ragione delle caratteristiche ambientali in sui si trovavano a vivere. La paleodieta di oggi si configura quindi come una pseudoscienza basata su deduzioni prive di riscontri scientifici su base antropologica e paleontologica.
Nella paleodieta, essendo basata su una presunta alimentazione prea-gricoltura e preallevamento, si escludono alimenti come i cereali, il grano, latticini, zucchero raffinato, patate e sale che devono essere rigorosamente esclusi dal menu.
Non c’è una “dieta paleo” ufficiale, ma in genere si prevedono pochi carboidrati e molte proteine, con alcune variazioni sull’assunzione di carboidrati e di carne.
I sostenitori dicono che la dieta Paleo funziona a lungo termine, è sana e può aiutare a perdere peso oltre a ridurre il rischio di diabete, malattie cardiache, cancro e altri problemi di salute.
In effetti non sono ancora disponibili ricerche estese sulla dieta Paleo. Uno studio del Karolinska Institute di Stoccolma, pubblicato su European Journal of Clinical Nutrition, suggerisce che la dieta Paleo “potrebbe contribuire a ridurre il rischio di malattie cardiache”. Tuttavia, si tratta di uno studio limitato che non consente di affermare se la dieta paleo è più efficace di altre diete ipocaloriche.
Vantaggi della Dieta Paleo
La Dieta Paleo incoraggia a mangiare cibi meno elaborati e più frutta e verdura. Riduce il consumo di cibi ad alto contenuto calorico diminuendo l’apporto di calorie e aiutando indubbiamente a perdere peso. La dieta è semplice e non comporta il conteggio delle calorie. Alcuni programmi partono dalla regola “80/20”, per cui, ad esempio, si otterrà il 99% dei benefici se si riesce a seguire la dieta per l’80% del tempo. Questa flessibilità può rendere la dieta più facile da affrontare avendo così maggiori probabilità di successo.
Svantaggi della Dieta Paleo
La maggior parte delle versioni della dieta incoraggiano grandi quantità di carne, frutta e radici, in contrasto con le attuali evidenze che raccomandano un consumo moderato di carni rosse e lavorate.
Molte versioni vietano latticini e cereali integrali, che invece fanno parte di una dieta sana ed equilibrata. È impossibile seguire questa dieta senza mangiare carne, pesce o uova, quindi non è adatta per i vegetariani.
La Dieta Paleo esclude gruppi alimentari fondamentali, aumentando il rischio di carenze nutrizionali a meno che non vengano fatte sostituzioni attente e non si ricorra agli integratori alimentari.
Secondo quanto conosciuto sulla vita dell’uomo del paleolitico, egli era solito nutrirsi di animali cacciati, pesca, bacche, frutta e verdura raccolta direttamente dalla terra e cresciuta spontaneamente. E ancora, crostacei e frutti di mare, frutta secca e radici, ma anche alcuni insetti. Sembrava esistesse anche una predilezione nei confronti delle interiora degli animali, oggi non molto presenti nella cucina e pare anche che le carni ottenute dalla caccia degli animali venissero spesso consumate crude.
I carboidrati trovano spazio nel regime alimentare Paleo. Escludendo dalla dieta i cereali e i loro derivati però, gli unici cibi dai quali ricavare i carboidrati sono le verdure e la frutta, entrambe rigorosamente di stagione. Per quanto riguarda il consumo di frutta vi sono alcune limitazioni dovute al fatto che la varietà che l’uomo ne ha oggi a disposizione è diversa da quella di cui si cibavano gli antenati: la frutta di oggi, proveniente da coltivazioni, è più grande e più dolce e contiene molte meno fibre rispetto al suo corrispettivo selvatico, dice Cordian. Inoltre, nonostante essa sia ricca di minerali, vitamine oltre a tutta una serie di nutrienti fondamentali per l’uomo, contiene anche molti zuccheri e viene quindi sconsigliata l’assunzione di frutti particolarmente dolci e ricchi di fruttosio come uva, banane, mango, ciliegie dolci, mele, ananas, pere e kiwi ai soggetti che soffrono di insulino-resistenza.
È da riconoscere che una Paleodieta adeguatamente condotta sembrerebbe essere in grado di agire positivamente sui livelli di glicemia nel sangue, aiutando a tenere sotto controllo una patologia come il diabete di tipo 2 ma anche eventuali complicazioni al livello cardiovascolare in soggetti predisposti. A parlarne è anche uno studio pubblicato nel 2009 sulla rivista scientifica Cardiovascular Diabetology.
I cereali e i legumi contengono al loro interno l’acido fitico, una sostanza chimica considerata dai sostenitori della Paleodieta un “antinutriente”. Questa molecola, infatti, sarebbe in grado di contrastare l’assorbimento di calcio, zinco e ferro a causa della sua proprietà chelante. Queste sostanze, a dire il vero, sono contenute anche all’interno di noci e mandorle, frutta secca (ricchi di omega-3) il cui consumo moderato è inserito all’interno del regime alimentare Paleo ma – obiettano i sostenitori della dieta – questi alimenti non rappresentano la parte principale dell’alimentazione di una persona e il loro consumo non potrà mai essere paragonato in quantità a quello di cereali e legumi.
L’unica pecca riconosciuta dai sostenitori della Paleodieta è la possibile carenza di vitamina D nell’organismo.
Sull’avvento di malattie un tempo inesistenti, i sostenitori della dieta Paleo lo attribuiscono all’alimentazione odierna. Se è vero che gli antenati dell’uomo erano magri, scattanti, atletici e non soffrivano di patologie come diabete, colesterolo e obesità, tumori, malattie cardiovascolari e via dicendo, può essere anche vero che a causa delle difficili condizioni di vita nella preistoria, a causa dell’assenza di igiene e pulizia e delle condizioni climatiche, nessun uomo vissuto durante l’era paleolitica potrebbe essere vissuto così a lungo da poter contrarre le suddette patologie. Al contrario i paleo-sostenitori affermano che l’età media dell’uomo vissuto nell’età della pietra sarebbe stata tutt’altro che bassa, sicuramente più alta rispetto a quella che era l’aspettativa di vita degli uomini vissuti successivamente all’era Paleolitica, nel pieno sviluppo delle tecniche agricole.
Sono molti i nutrizionisti che in questi anni si sono espressi contro la dieta Paleo, accusando i suoi sostenitori di predicare l’adesione a un regime alimentare che priverebbe l’organismo di alcuni nutrienti fondamentali dei quali il corpo umano ha bisogno. Un concetto di base sembra accomunare tutti, sostenitori e avversi alla dieta Paleo, ed è la necessità di eliminare dalla propria alimentazione alcuni cibi trasformati, fortemente dannosi per l’organismo perché contenenti conservanti e sostanze di sintesi non salutari. Patatine, pane bianco, formaggio ottenuto artificialmente, zuccheri trasformati, dolcificanti, alcuni salumi e carni confezionate che spesso eccedono nel contenuto di sodio, possono rivelarsi dannose per l’organismo. La drasticità della Paleo, quella così criticata da molti però, prevede l’eliminazione dalla propria dieta di ogni prodotto trasformato, includendo quindi in questa categoria anche generi alimentari ritenuti salutari dai più.
Fonti: Wikipedia, Benessere.com, codicepaleo.com