Anno nuovo e nuove foto dal nostro robot ad alimentazione nucleare Curiosity che sta esplorando la superficie di Marte, provocando le solite, prevedibili, reazioni da parte di complottari e appassionati.
In una nuova fotografia pubblicata dalla NASA, Curiosity ha ripreso alcune interessanti formazioni rocciose descritte dal team come “figure simili a bastoni“: proprio quello di cui avevano bisogno gli appassionati per affermare di avere trovato la prova certa della vita su Marte. Una rapida ricerca su Google conferma che, a seconda del sito che le presenta, semplici curiosi, pseudoricercatori o appassionati delle teorie del complotto, le foto rappresentano fossili o segni di un’antica civiltà marziana.
“Nel frattempo, su Marte … sto controllando queste figure simili a dei bastoni. Ciascuno è lungo circa un quarto di pollice. Forse sono cristalli? Oppure potrebbero essere minerali che riempiono spazi in cui i cristalli si dissolvono. Rimanete sintonizzati! La ricerca continua“, è quanto si legge nel feed twitter rilasciato per l’occasione dall’account del rover curiosity.
Il rover ha usato il suo spettrometro a raggi X per particelle alfa per calcolare la composizione delle “figure stilizzate” e un altro bersaglio nelle loro vicinanze. Lo strumento funziona posizionandosi a contatto con il campione e rilasciando nuclei di elio (particelle alfa) e raggi X. Ciò fa sì che il materiale di superficie perda elettroni in modi distintivi, permettendo agli scienziati di elaborare la composizione del campione.
Curiosity ha anche usato la sua ChemCam per ottenere più ampie osservazioni dell’area e aumentare le possibilità di svelare il perché del suo colore particolare. I dati di tutte queste osservazioni sono attualmente in fase di analisi, quindi scopriremo presto esattamente cosa sono queste formazioni e, si spera, avremo un’idea di come sono venute a formarsi.
Curiosity ha trascorso quasi 2.000 giorni a scalare il Monte Sharp, che si trova nel mezzo di un antico lago marziano noto come Gale Crater. Il rover sta lentamente scoprendo come l’ambiente del Pianeta Rosso sia cambiato da un mondo ricco di acqua miliardi di anni fa al gelido deserto secco che vediamo oggi. Le immagini e i dati scientifici della missione sono stati utili per ampliare le nostre conoscenze sulla geologia di Marte all’inizio del Sistema Solare.
Effettivamente le immagini sono suggestive, somigliano molto a formazioni fossili come le vediamo sulla Terra ma, per non avere delusioni, è meglio avere pazienza e aspettare i risultati delle analisi in corso.
Nel frattempo, ahimè, niente fossili, niente gente, nessuna frenesia e, purtroppo, niente David Bowie.