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E' possibile invocare la spiegazione temporale per rispondere al paradosso di Fermi?

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Una delle  innumerevoli  spiegazioni al paradosso di Fermi (se la galassia brulica di alieni, dove sono tutti quanti?) è la  cosiddetta spiegazione temporale.

L’assunto è che considerato le grandi distanze della nostra galassia gli alieni non  siano ancora giunti da noi. Vale la  pena ricordare in questa sede che la Via  Lattea ha un diametro di circa 100 000 anni luce e uno spessore,  nella regione dei bracci, di circa 1 000 anni luce con  una popolazione stellare stimata tra i 200 e i 400  miliardi di stelle. 

Questa teoria però regge poco. Considerando la  probabilità  che esistano numerose, se non migliaia di civiltà  extraterrestri (CET) e che in questa ottica più di una sia tecnologicamente molto più avanzata della civiltà umana è realistico ipotizzare che abbiano intrapreso un programma di colonizzazione della galassia.

Supponendo che padroneggino  la tecnologia per spingere le loro astronavi colonizzatrici ad una velocità  pari a 0,10 c (velocità  della luce) l’onda di colonizzazione si propagherebbe per la galassia alla stessa velocità. E’  però realistico supporre che le colonie appena fondate abbiano necessità di un tempo almeno pari al primo viaggio per stabilizzarsi e dare il via alla successiva ondata di colonizzazione.  In questo caso l’onda dei coloni alieni si muoverebbe alla velocità di 0,05 c.

Se questo assunto è vero, l’intera Via Lattea sarebbe colonizzata  in un milione di anni circa, un tempo relativamente molto breve rispetto ai 13,8 miliardi di anni della  vita dell’universo. Se comprimiamo l’intera età dell’universo in un “anno universale” di 365 giorni il  lasso di tempo necessario  alla  colonizzazione della galassia equivarrebbe a 38 minuti e 20 secondi.

Si possono  però fare delle  sensate obiezioni allo schema sovrastante. Prima di tutto l’ondata di colonizzazione non deve per forza essere correlata alla velocità dei “veicoli spaziali”. In altri termini una CET, al  di là di riuscire a spingere le sue astronavi alla velocità  0,10 o 0,20 C potrebbe dilatare anche in modo sensibilmente significativo le successive ondate di colonizzazione per una serie di fattori che possono essere economici, demografici, energetici e persino etico-religiosi.



Eric Jones, per esempio, ha adottato una simulazione in cui  la colonizzazione è spinta  dalla crescita  demografica di una civiltà aliena. In particolare Jones ha preso come parametri di riferimento  un tasso di incremento annuo pari a 0,03 ed ed un tasso di emigrazione annua pari a 0,0003 (equivalente a quello che dall’Europea ha prodotto  ondate migratorie verso il Nord America nel XVIII secolo).

Il suo  modello, in base  ai valori assunti, produce una simulazione per la quale una CET impiegherebbe circa 60 milioni  di anni per colonizzare l’intera galassia. Anche questa  simulazione, però, si presta ad alcune  critiche, la  principale  delle  quali è che ogni civiltà deve contenere la crescita demografica a prescindere  dai  progressi del  volo spaziale.

Altri modelli  matematici hanno stabilito che una civiltà extraterrestre particolarmente evoluta potrebbe  colonizzare la galassia in poco più di 500  milioni di anni un periodo breve rispetto all’età della galassia che rende insostenibile la spiegazione temporale del paradosso di Fermi.

Quando consideriamo la presenza di numerose CET all’interno della nostra galassia è inevitabile l’assunto che diverse di esse siano decisamente  più evolute di noi e quindi le giustificazioni rispetto  all’onerosità ed alla lentezza dei viaggi interstellari decadono e conseguentemente appare molto complicato invocare il limite temporale alla loro mancata manifestazione. 

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