Domani, 27 giugno del 2019, un asteroide dallo strano nome, identificato come KV2 2008 si avvicinerà al nostro pianeta raggiungendo nel punto più vicino la distanza di “solo” 6,7 milioni di chilometri (la Luna è a circa 380.000 chilometri).
KV2 2008 non è solo, infatti fa parte di un gruppo di quattro oggetti che lo seguiranno a breve distanza di tempo l’uno dall’altro. KV2 2008 è quello più grande, con una larghezza massima stimata in circa 335 metri e si muove a una velocità di 40.000 chilometri orari.
KV2 2008 è un visitatore abitudinario, infatti è stato scoperto nel 2008 (che è parte della sigla della sua denominazione) si è avvicinato alla Terra il 7 gennaio scorso e si avvicinerà nuovamente alla Terra nel 2021 e due volte nel 2022.
KV2 2008 viene definito un “NEO” (near-Earth object), ossia uno di quegli oggetti, monitorati anche dalla NASA, che attraversano l’orbita della terra e il cui perielio (il momento in cui è più vicino al Sole) è inferiore a 1,3 unità astronomiche.
In questo caso, KV2 2008 è etichettato anche come oggetto potenzialmente pericoloso (potentially hazardous object, o PHO) perché è più lungo di 140 metri.
L’asteroide KV2 2008 è seguito da 2016 NN 15, che viaggia a una velocità inferiore, di soli 30.000 chilometri all’ora con un diametro di circa 26 metri. Questo secondo sasso cosmico passerà vicino alla Terra un giorno dopo, il 28 giugno “sfiorandola” a una distanza di circa 3,4 milioni di chilometri.
A seguire il terzo asteroide di questo “gruppo”, 2019 LV1 che incrocerà la Terra ancora il 29 giugno. 2019 LV1 è caratterizzato da un diametro massimo di 41 metri. Quest’ultimo è l’asteroide più lento e si avvicina al nostro pianeta ad una velocità di poco meno di 23.000 km orari.
2019 LV però è anche l’asteroide che si è avvicinerà di più, ad una distanza di poco meno di 2 milioni di chilometri.
Il 30 giugno sarà la volta di 2015 XC352, che viaggia ad una velocità di poco inferiore ai 15.000 km orari. Il diametro massimo di 2015 XC352, che si porterà ad una distanza minima di 4 milioni e mezzo di chilometri, è stimato in circa 43 metri.
Questi asteroidi passeranno relativamente vicino alla Terra ma non troppo per essere pericolosi e rischiare un impatto, ma quante sono le probabilità che un asteroide pericoloso a causa della sua massa possa incrociare e colpire la Terra nei prossimi 100 anni ?
Le probabilità sono molto basse, inferiori allo 0,01%: tuttavia, soltanto ottomila dei circa 25.000 grandi asteroidi near-Earth che si stimano abitare il nostri immediati dintorni sono stati finora scoperti. Gli altri 17 mila sassi cosmici situati entro i 50 milioni di km dal nostro Pianeta rimangono ancora da tracciare.
La NASA, intanto, sta cercando le migliori soluzioni per prevedere un impatto o deviare un potenziale asteroide pericoloso che si avvicini troppo alla Terra. Le tecniche di difesa sono diverse e nei prossimi 10 anni ne verranno testate almeno due.
Si è parlato del problema e delle soluzioni da attuare per evitare un impatto con un asteroide nel corso dell’ultima conferenza stampa del Planetary Defense Coordination Office della NASA a Washington, DC, il 20 giugno scorso, quasi alla vigilia dell’Asteroid Day (30 giugno).
La prima tecnica sotto esame è quella del trattore gravitazionale, una sonda sufficientemente grande e massiccia da far transitare accanto a un asteroide pericoloso, in modo che la sua attrazione gravitazionale possa interferire con quella dell’asteroide e deviarne il percorso lontano dalla Terra. «Funzionerebbe ancora meglio se l’astronave potesse raccogliere massa dalla superficie, per esempio un grosso pezzo di roccia, per aumentare l’attrazione gravitazionale», ha chiarito Lindley Johnson, responsabile di questa divisione della NASA, durante la conferenza.
Una seconda tecnica è quella dell’impattatore cinetico: una sonda lanciata a tutta velocità contro un sasso spaziale pericoloso, in grado di variarne velocità o modificarne il percorso orbitale. Questo secondo metodo sarà testato con la futura missione DART della NASA, il cui lancio è previsto per il 2021.
Ultima ma non meno interessante tecnica è quella dell’utilizzo di un ordigno nucleare per ridurre un asteroide pericoloso in pezzi sufficientemente piccoli da essere distrutti dall’attrito con l’atmosfera terrestre. Nel rapporto diffuso in occasione della conferenza la NASA ha però messo in chiaro che si concentrerà sullo sviluppo e sui test delle prime due tecniche nel prossimo decennio.
Nel frattempo, la NASA continuerà a lavorare per migliorare e potenziare il network che si occupa di sorvegliare il nostro pianeta. Tale network è basato su una rete di telescopi capaci di identificare eventuali asteroidi pericolosi. L’allarme sarà affidato all’ufficio delle Nazioni Unite per gli affari dello spazio extra-atmosferico, incaricato di diramare l’allarme per un impatto imminente.
Con Internet, la velocità di informazione non sarà certo un problema ma si deve perciò fare in modo di verificare l’allarme in modo certo, per evitare falsi allarmi che scatenerebbero il panico.
Occhi aperti quindi, la fuori è un continuo via vai di massi cosmici e gli astronomi hanno un gran lavoro da fare.