di Oliver Melis per Aenigma
Si racconta che agli inizi degli anni 80, per conto della CIA, Ed Rotberg, uno sviluppatore della Atari, creò un videogame in grado di veicolare messaggi subliminali che potevano indurre disagio e malessere generalizzato, momenti di follia, amnesie e attacchi epilettici. Un’altra caratteristica del gioco era quello di veicolare messaggi subliminali che contenevano scritte del tipo “suicide yourself”. Queste caratteristiche del gioco venivano attivate da personaggi che facevano parte dell’esperimento di controllo mentale attuato attraverso l’utilizzo del gioco stesso. Il gioco venne distribuito in diverse sale giochi di Portland e alla presenza del videogioco vennero notati uomini in nero che osservavano le reazioni dei giocatori.
Il Polybius venne ritirato dopo che alcuni ragazzi impegnati nel gioco ebbero dei problemi, forse i creatori del gioco o i loro committenti non volevano dare nell’occhio o forse avevano raccolto dati a sufficienza per i loro scopi. Con la scomparsa del gioco sparirono anche gli uomini in nero che nessuno vide più.
Questa storia ha una variante ad opera di uno dei presunti fondatori di Sinneslöschen, Steven Roach.
Roach sostiene di aver lavorato alla realizzazione del gioco per conto di una non identificata compagnia sudamericana, che chiese alla sua societá un gioco rivoluzionario.
Il gioco venne distribuito nelle sale giochi di Portland come banco prova con l’intento di verificare le reazioni dei giocatori. Un tredicenne però durante il gioco venne colto da un attacco epilettico e i dirigenti della compagnia che finanzió il suo sviluppo decisero di andare di persona a Portland per capire cosa fosse successo. Per Roach i MIB o “uomini in nero” erano nient’altro che i dirigenti che “indagavano” sui misteriosi malori cercando di contenere l’eventuale panico. Anche in questa variante della leggenda metropolitana il gioco venne ritirato dalle sale e il ragazzo prontamente risarcito per i danni subiti.
Per Roach e gli altri membri di Sinneslöschen, il ritiro del gioco, oltre ad aver significato la perdita di ogni possibile ricavo economico derivante dalla sua diffusione, aveva portato allo scioglimento della compagnia. Secondo lui non esistono “ROM” del gioco Polybius in rete, ma solo speculazioni e giochi amatoriali spacciati per tali. Ed Rotberg scomparso dalla scena, interrogato ha negato di essere mai stato coinvolto nello sviluppo del gioco e di non averlo mai visto in funzione. Ed sostiene che il suo nome é stato accostato alla storia per via della sua collaborazione con il Governo durante la quale aveva effettuato una conversione a scopo addestrativo del suo gioco chiamato “Battlezone”. (“The Bradley Trainer”).
Non abbiamo nessuna foto originale che ci dica che questo gioco sia effettivamente esistito e restano solo storie fantasiose che circolano nella comunità dei retro gamers. .
Oggi é noto che l’esposizione a lampi di luce intensa e ad intermittenza puó causare malessere, all’epoca l’industria dei video games era agli inizi e non c’erano contro-indicazioni di nessun tipo.
Insomma, il Polybius altro non è che una leggenda metropolitana e nulla prova che sia mai realmente esistito.
Oliver Melis è owner su facebook delle pagine NWO Italia, Perle complottare e le scie chimiche sono una cazzata