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I Faraoni, durante la storia dell’antico Egitto, realizzarono almeno 118 piramidi, strutture molto amate dai seguaci del complottismo che abboccano spesso a teorie che vedono le antiche costruzioni realizzate da schiavi, alieni o con tecnologie “magiche”, usate in un lontano passato solo da pochi iniziati in grado di padroneggiare forze a noi sconosciute.
Schiavi
Alcuni si rifanno agli scritti dello storiografo Erodoto che, nel II° libro delle sue Storie, descrive lavoratori oppressi da un lavoro duro ed estenuante. Forse il mito degli schiavi è nato proprio dall’interpretazione dei suoi racconti. Le prove archeologiche dimostrano, però, che a realizzare le piramidi furono operai operai e artigiani salariati e, quando uno di loro moriva sul lavoro, veniva sepolto con tutti gli onori vicino alle piramidi stesse. Un altro mito è che gli schiavi appartenessero al popolo ebraico, ma dell’esodo raccontato dalla Bibbia, che è un testo sacro e non storico, non vi è nessuna prova storica o archeologica.
Alieni
Un’altra teoria molto in voga è quella che vede una stirpe di esseri alieni arrivati sulla Terra per civilizzare l’uomo che, con il tempo, ha perso la memoria della reale essenza di quegli esseri trasformandoli in Dei; per questo, agli occhi dei profani, le piramidi sembrano costruzioni fuori dalla portata anche della tecnologia moderna.
I sostenitori dell’origine extraterrestre delle piramidi non si spiegano, infatti, come esseri umani di 4.500 anni fa potessero essere in grado non solo di realizzare ma anche di pensare a strutture del genere, quindi tirano in ballo gli extraterrestri che in un lontano passato sarebbero scesi sulla Terra realizzando questi imponenti monumenti.
Per gli egiziani quindi questi esseri sono diventati divinità da adorare perché in grado di fare cose oltre l’umana comprensione.
Alcuni scrittori hanno proposto una storia alternativa all’archeologia “ufficiale” dove l’intervento alieno è giustificato agli occhi di un lettore con scarse conoscenze storiche o archeologiche, e soprattutto con uno spiccato senso del complottismo, perché quando si parla di questi argomenti c’è sempre qualcuno, in questo caso l’archeologo “ufficiale” che ha nascosto importanti scoperte per il proprio tornaconto, scoperte che però non essendo state ben celate finiscono nei libri di questi scrittori, chissà come mai…
Magia
Ma esiste anche un’altra interpretazione che spesso chiama in causa gli antichi testi incisi sulle pareti ad Edfu, un antico luogo di culto dedicato al dio Horus, risalente all’Antico Regno.
Questi testi parlano della sua costruzione avvenuta nel “Primo Tempo” e delle sacre cerimonie che vi si svolsero per “dare vita” al Tempio. Per alcuni, le sacre cerimonie sono legate all’utilizzo di determinati suoni a bassa frequenza che riuscivano a far levitare grossi massi e a depositarli ove era necessario.
Secondo queste teorie, il suono veniva applicato agli oggetti solidi e le sue frequenze riescivano ad annullare la densità della pietra tanto da poterla spostare con facilità o addirittura di lavorarla a mani nude; questa tecnica spiegherebbe come venivano edificate le immense strutture che secondo tanti cultori dei misteri anche oggi non saremo in grado di ricostruire con cosi tanta precisione, cosa ovviamente falsa.
Teorie
Per costruire la Grande Piramide di Giza dal peso stimato di 6 milioni di tonnellate sono state necessarie 800 tonnellate di blocchi al giorno, trasportati da cave distanti tre chilometri, un lavoro durato almeno 20 anni. Come potevano gli antichi Egizi trainare e posizionare blocchi di pietra calcarea pesanti mediamente 2,5 tonnellate?
Un gruppo di scienziati olandesi sostiene che sarebbe possibile trainare i massi bagnando la sabbia. Il traino dei massi avveniva per mezzo di slitte di legno attraverso il deserto, in questo modo però la sabbia tendeva ad accumularsi davanti alla slitta stessa ostacolando il lavoro. Secondo i ricercatori, bagnando la sabbia invece questo non succede, in laboratorio, infatti, è stato realizzato un esperimento in scala con uno strumento chiamato reometro e si è notato che la resistenza diminuisce con la compattezza della sabbia; sabbie con più acqua creano un attrito minore.
Forse gli Egizi lo avevano capito, su un dipinto murario nella tomba del governatore Djehutihotep si vede una fila di operai trainare una statua nel deserto, preceduta da un uomo che bagna la sabbia.
Joseph West, dell’Indiana State University ha avanzato una teoria che prevede l’utilizzo di un blocco di pietra quadrato trasformato in dodecagono che poteva essere spostato più facilmente facendolo rotolare piuttosto che strisciare, riducendo drasticamente la pressione al suolo.
Ci sono altre teorie che prevedono l’utilizzo di rampe, gru o altri sistemi e sono tutte creazioni dell’ingegno umano che se motivato, come tante costruzioni lasciano intendere, può fare cose strabilianti.
Schiavi sfruttati, alieni, poteri magici o quasi; per realizzare le piramidi si sono sviluppate teorie che non hanno ne capo ne coda e soprattutto che non tengono conto del rasoio di occam che ci insegna che la soluzione più semplice è quasi sempre quella giusta.
Qualcuno si è sbagliato (Cit.: Dr. House – Medical Division).