lunedì, Maggio 5, 2025
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Ritrovati manufatti ungheresi della tarda età del bronzo e 1^ età del ferro

L'impiego congiunto di tecniche di telerilevamento laser e di approfondite indagini sul terreno in Ungheria ha condotto a una sorprendente rivelazione: l'occultamento, già nel XV secolo a.C., di almeno sei distinti accumuli di manufatti metallici di pregio nei pressi di un insediamento isolato su un'altura. Tale ritrovamento apporta nuove significative informazioni sulle pratiche e sull'organizzazione sociale di questa area in un periodo storico antecedente

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Una recente e innovativa ricerca, che ha combinato l’utilizzo di tecnologie laser avanzate con meticolose indagini sul terreno, ha portato alla sorprendente scoperta che già nel XV secolo a.C. gli antichi abitanti dell’Ungheria nascondevano almeno sei distinti depositi di manufatti metallici di valore attorno a un enigmatico insediamento situato su una collina isolata. Questa rivelazione getta nuova luce sulle pratiche e sulla società di questa regione in un’epoca remota.

Ritrovati manufatti ungheresi della tarda età del bronzo e 1^ età del ferro
Ritrovati manufatti ungheresi della tarda età del bronzo e 1^ età del ferro

Una miniera di manufatti della tarda età del bronzo e della prima età del ferro

Nel corso di un solo anno di intense ricerche, gli archeologi hanno impiegato con successo i metal detector per identificare un’impressionante quantità di oltre 300 manufatti risalenti a un periodo cruciale della preistoria europea: la tarda età del bronzo (circa 1450-800 a.C.) e la prima età del ferro (circa 800-450 a.C.). Tra questi straordinari ritrovamenti figurano una varietà di oggetti che testimoniano la ricchezza e la complessità culturale dell’epoca, tra cui raffinati gioielli, elaborate decorazioni militari e potenti armi.

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L’analisi dettagliata dei manufatti ha permesso di stabilire una precisa cronologia. I reperti più antichi risalgono alla tarda età del bronzo, precisamente a un periodo compreso tra il 1400 e il 1300 a.C. Tuttavia, la maggior parte degli oggetti metallici appartiene a una fase successiva dell’età del bronzo, databile tra il 1080 e il 900 a.C., come riportato nello studio pubblicato il 27 marzo sulla rivista specializzata.

Oltre agli importanti reperti metallici, il team di ricerca ha portato alla luce anche altri materiali organici e non, tra cui preziose perle d’ambra, frammenti di antichi tessuti e manufatti in cuoio, nonché resti di zanne appartenenti a cinghiali e maiali domestici, fornendo preziose informazioni sul contesto ambientale e sulle pratiche di sussistenza dell’epoca.

Il cuore di questa indagine archeologica è Somló, una collina di origine vulcanica che si erge isolata nella pianura dell’Ungheria occidentale. Oggi, la regione è rinomata principalmente per la sua fiorente produzione vinicola, un’eredità agricola che continua a plasmare il paesaggio locale.

Già alla fine del XIX secolo, gli studiosi iniziarono a intuire la sua importanza archeologica quando agricoltori e viticoltori locali iniziarono a riportare alla luce antichi manufatti durante le loro attività quotidiane, come ha spiegato  Bence Soós, primo autore dello studio e archeologo-museologo presso il Museo Nazionale Ungherese.

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I manufatti scoperti casualmente da agricoltori e viticoltori nel corso del tempo includevano una notevole varietà di oggetti, tra cui eleganti gioielli, armi in bronzo e raffinati vasi dello stesso metallo. La quantità e la qualità di questi ritrovamenti suggerivano inequivocabilmente una significativa presenza umana nell’area di Somló durante un ampio arco temporale, compreso tra il XIII e il VI secolo a.C.

Nonostante l’importanza di queste scoperte iniziali, le precise ubicazioni dei ritrovamenti non furono adeguatamente documentate. Di conseguenza, un velo di mistero avvolge ancora l’identità delle popolazioni che abitarono l’Ungheria occidentale in quel lontano periodo storico, un enigma che i recenti studi stanno cercando di risolvere, come ha sottolineato Soós.

Le precedenti scoperte e l’ipotesi di un centro di potere elitario

Le precedenti scoperte archeologiche avvenute nei dintorni di Somló includono notevoli corredi funerari risalenti alla prima età del Ferro, rinvenuti all’interno di imponenti tumuli monumentali. Questi ritrovamenti hanno spinto alcuni studiosi a formulare l’ipotesi che punti di riferimento geografici significativi come la collina di Somló potessero aver rappresentato le sedi del potere di una classe elitaria di capi guerrieri, esercitanti la loro influenza su un vasto territorio. Questa suggestiva ipotesi ha fornito una delle principali motivazioni per l’avvio di una nuova e più approfondita indagine archeologica nell’area.

Proprio per verificare e approfondire queste ipotesi, Bence Soós, insieme ai suoi colleghi e a un prezioso gruppo di volontari, ha intrapreso una nuova campagna di scavi e prospezioni archeologiche. Questa indagine ha impiegato una combinazione di metodologie all’avanguardia, tra cui “ampie indagini sistematiche con l’utilizzo di metal detector e dettagliate prospezioni sul campo”. Un ruolo cruciale è stato svolto anche dalla tecnologia lidar (Light Detection and Ranging), una tecnica di telerilevamento che impiega impulsi laser emessi da un aereo per mappare con elevata precisione la topografia del terreno, rivelando dettagli altrimenti invisibili. Il team ha descritto l’impiego di queste metodologie nello studio pubblicato.

Grazie al fondamentale impegno e alla dedizione dei nostri numerosi volontari, le nostre indagini sono riuscite a documentare la presenza dei primi tesori metallici rinvenuti a Somló” , ha dichiarato con entusiasmo Bence Soós: “Già nel corso del primo anno di ricerca intensiva, siamo stati in grado di identificare ben sei complessi depositi di oggetti metallici risalenti alla tarda età del Bronzo e alla prima età del Ferro“. Questa scoperta iniziale ha confermato il potenziale archeologico del sito e ha fornito nuove e concrete evidenze sulla pratica di occultare beni di valore in epoca preistorica.

Ad aprile del 2025, il team archeologico aveva già recuperato un impressionante numero di oltre 900 reperti metallici. La maggior parte di questi manufatti è stata rinvenuta concentrata in un altopiano situato nella porzione sud-orientale della collina di Somló. Tra gli oggetti recuperati figurano numerosi manufatti strettamente associati al processo di lavorazione del bronzo. Questa significativa concentrazione di strumenti e scarti di lavorazione metallurgica suggerisce con forza che il bronzo non solo veniva utilizzato, ma era anche prodotto localmente nell’insediamento di Somló durante l’età del Bronzo, implicando una specializzazione artigianale e una potenziale importanza economica del sito.

Nuove luci sulla transizione tra tarda età del bronzo e prima età del ferro

I recenti ritrovamenti di Somló rivestono un’importanza particolare in quanto offrono preziose informazioni su un periodo cruciale e ancora non pienamente compreso della preistoria regionale: la transizione tra la tarda età del Bronzo e la prima età del Ferro, avvenuta intorno alla fine del IX secolo a.C., come sottolinea Bence Soós. Le evidenze archeologiche di questo periodo sono spesso scarse e frammentarie, rendendo ogni nuova scoperta di grande valore per ricostruire gli sviluppi culturali e sociali dell’epoca.

Un insieme di reperti specifico, denominato Tesoro V, si distingue particolarmente per la sua unicità. Esso rappresenta la prima testimonianza inequivocabile delle usanze locali di deposizione di metalli durante questo periodo di transizione. La pratica di seppellire oggetti metallici, presumibilmente con uno scopo rituale o simbolico, è un fenomeno ben noto in diverse culture antiche, ma il Tesoro V fornisce per la prima volta una chiara attestazione di questa usanza nell’Ungheria occidentale proprio nella fase di passaggio tra l’età del Bronzo e l’età del Ferro.

Un ulteriore elemento di eccezionalità è rappresentato dal fatto che gli oggetti metallici contenuti nel Tesoro V erano conservati all’interno di un recipiente di ceramica, il primo esempio di questo tipo rinvenuto nell’Ungheria occidentale e databile alla fine della tarda età del Bronzo. Questa pratica di deporre oggetti metallici all’interno di contenitori ceramici potrebbe indicare specifiche ritualità o significati simbolici ancora da decifrare.

I ritrovamenti di Somló si aggiungono a un crescente corpo di evidenze che suggeriscono come le popolazioni che abitarono questa regione tra il XIII e il VI secolo a.C. fossero organizzate in società tribali o basate su clan, probabilmente guidate da un’élite guerriera. In particolare, le recenti scoperte indicano con forza che la collina di Somló potrebbe aver rappresentato uno dei loro centri di potere più importanti, nonché la sede di una comunità significativa la cui cultura includeva la pratica della deposizione di tesori metallici. Questa usanza di accumulare e seppellire oggetti di valore potrebbe riflettere dinamiche sociali complesse, rituali religiosi o strategie economiche ancora da comprendere appieno.

Nonostante le importanti scoperte, Soós e i suoi colleghi non sono ancora riusciti a confermare in modo definitivo la presenza di un’officina dedicata alla produzione di metalli nell’area di scavo. Tuttavia, durante le indagini, sono state portate alla luce parti di una struttura edilizia, la cui natura e funzione devono ancora essere chiarite attraverso ulteriori ricerche.

Il team di ricerca nutre la speranza che future indagini archeologiche, con l’impiego di nuove tecniche e l’analisi approfondita dei reperti già recuperati, possano gettare ulteriore luce sulla cronologia precisa degli insediamenti che si sono succeduti sulla collina di Somló e sulle affascinanti tradizioni di accumulo che caratterizzarono le antiche popolazioni di questa regione. Comprendere appieno la storia di questo sito promette di arricchire significativamente la nostra conoscenza della preistoria europea.

Lo studio è stato pubblicato su Antiquity.

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