La scoperta di un campione di pelle di mammut lanoso, conservato per 52.000 anni, ha permesso agli scienziati di ricostruire per la prima volta la struttura tridimensionale dei cromosomi di un DNA antico.
Questo straordinario risultato rappresenta un passo avanti significativo nella comprensione del genoma dei mammut lanosi e potrebbe avere implicazioni importanti per gli sforzi di de-estinzione.
Il mammut lanoso, una delle creature più iconiche dell’era glaciale, è stato oggetto di numerosi studi scientifici nel corso degli anni, cionononostante la degradazione del DNA antico ha sempre rappresentato una sfida significativa per i ricercatori, pertanto la scoperta di un campione di pelle così ben conservato, trovato in Siberia, ha offerto un’opportunità unica per esplorare il genoma di questi animali in modo senza precedenti.
L’esemplare di mammut lanoso dal quale è stato preso il campione di pelle
Il campione di pelle, soprannominato “YakInf”, è stato trovato nel 2018 vicino a Belaya Gora, nella Repubblica di Sakha, in Siberia, e questo esemplare del tardo Pleistocene era eccezionalmente ben conservato, con ancora i peli intatti, suggerendo che il mammut fosse stato sottoposto a un processo di liofilizzazione naturale. Questo processo ha permesso di mantenere intatta la struttura del DNA, consentendo agli scienziati di ricostruire la sua architettura genetica in tre dimensioni.
La ricostruzione tridimensionale del genoma del mammut lanoso è stata resa possibile grazie a una tecnica innovativa chiamata “PaleoHi-C”, questa tecnica ha permesso di mappare le sezioni del DNA e di riassemblare il genoma nella sua configurazione originale. Questo risultato non solo offre nuove intuizioni su come i geni del mammut si comportavano quando l’animale era ancora vivo, ma potrebbe anche supportare gli sforzi di conservazione degli animali viventi e, possibilmente, aiutare nei tentativi di “de-estinzione” del mammut lanoso.
La scoperta ha suscitato grande entusiasmo nella comunità scientifica, poiché rappresenta il primo caso di analisi del genoma tridimensionale di un DNA antico, e come accennato, questo risultato potrebbe aprire nuove strade per la ricerca genetica e offrire una comprensione più approfondita delle differenze genetiche tra i mammut lanosi e i loro parenti moderni, come gli elefanti asiatici.
Come detto in precedenza, un team di ricercatori ha scoperto il campione di pelle nel 2018, in condizioni eccezionali al punto che gli stessi ricercatori ne sono rimasti sorpresi. Il ritrovamento è avvenuto vicino a Belaya Gora, un insediamento di tipo urbano con soli 2 081 abitanti situato nella Sacha-Jacuzia, in Russia.
Istituito nel 1974 è il centro amministrativo del Abyjskij ulus, e si trova sulla riva destra dell’Indigirka, circa 20 km a valle della confluenza dell’affluente di sinistra Ujandina, distando circa 1050 km dalla capitale Jakutsk (in direzione nord-est); la località è una delle più fredde al mondo, è un cosiddetto polo del freddo, per l’appunto sono state raggiunte temperature di -65 °C.
La tecnica PaleoHi-C
La ricostruzione tridimensionale del genoma del mammut lanoso è stata resa possibile grazie a una tecnica innovativa chiamata “PaleoHi-C”2, una tecnica che ha permesso di mappare le sezioni del DNA e di riassemblare il genoma nella sua configurazione originale. La PaleoHi-C è una variante della tecnica Hi-C, utilizzata per studiare l’organizzazione tridimensionale del genoma nei nuclei delle cellule.
Applicando questa tecnica a un campione di DNA antico, i ricercatori sono riusciti a ottenere una visione dettagliata della struttura cromosomica del mammut.
La scoperta ha implicazioni significative per la ricerca genetica e la conservazione delle specie, la ricostruzione tridimensionale del genoma del mammut lanoso offre nuove intuizioni su come i geni di questi animali si comportavano quando erano ancora vivi, inoltre questo risultato potrebbe anche supportare gli sforzi di conservazione degli animali viventi, fornendo informazioni preziose sulle differenze genetiche tra i mammut lanosi e i loro parenti moderni, come gli elefanti asiatici.
Oltre a quanto precedentemente detto, la scoperta potrebbe avere implicazioni importanti per gli sforzi di de-estinzione, la capacità di ricostruire il genoma di un mammut lanoso in tre dimensioni potrebbe aiutare gli scienziati a identificare le mutazioni genetiche che differenziano i mammut dai loro parenti moderni. Questo potrebbe, a sua volta, facilitare gli sforzi per riportare in vita il mammut lanoso attraverso tecniche di ingegneria genetica.
La scoperta del campione di pelle di mammut lanoso e la ricostruzione tridimensionale del suo genoma rappresentano un passo avanti significativo nella comprensione del DNA antico, un risultato inaspettato ma che allo stesso tempo rivoluziona il mondo della biologia legata ai mammut lanosi, inoltre potrebbe anche avere implicazioni importanti per la conservazione delle specie e gli sforzi di de-estinzione.
La tecnica PaleoHi-C ha dimostrato di essere uno strumento potente per lo studio del DNA antico e potrebbe aprire nuove strade per la ricerca genetica in futuro.
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