L’infinito e oltre: Trump ha grandi progetti per la NASA – ma è solo una fantasia?

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Gli ambiziosi progetti del Presidente USA lasciano molte domande senza risposta e il cauto ottimismo degli esperti è attenuato dalle riserve sui dettagli

Il mondo non è abbastanza per Donald Trump: ha dichiarato lo spazio “la prossima grande frontiera americana” e ha spiegato al Congresso che “lasciare orme americane su mondi lontani non sono un sogno troppo grande“.

All’inizio di questo mese, il presidente ha ordinato all’agenzia spaziale americana di tornare sulla luna. “Questa volta non solo pianteremo la nostra bandiera e lasceremo le nostre impronte ma stabiliremo le basi per un’eventuale missione verso Marte e, forse, un giorno, verso molti altri mondi ancora più lontani“, ha dichiarato al margine della firma delle nuove direttive per la NASA.

Potrebbe essere un passo significativo, quasi storico – se avrà un seguito“, ha detto John Logsdon, professore emerito alla George Washington University e fondatore dello Space Policy Institute. “ora bisogna vedere se saranno stanziati finanziamenti significativi per dare seguito alle intenzioni.”

Da anni, la Nasa lavora su una navicella idonea alla navigazione nello spazio profondo e allo Space Launch System, il razzo più potente che abbia mai sviluppato, con Marte come obbiettivo, sebbene il suo piano attuale includa un ipotetico pit stop nell’orbita lunare – il Deep Space Gateway, una stazione spaziale che potrebbe essere utilizzata come punto di appoggio per missioni nello spazio profondo o per l’atterraggio sulla superficie lunare. Casey Dreier, direttore della politica spaziale presso la Planetary Society, un gruppo afferente alla difesa, ha detto che la NASA può adattare i suoi piani per concentrarsi direttamente sull’atterraggio sulla luna, ma che “la politica spaziale è attualmente in continua evoluzione“.

Secondo Dreier: “Alla fine tutto si riduce a: cosa vogliamo ottenere tornando sulla Luna? Estrazione di acqua per ricavarne carburante per missili e un deposito di carburante. Sarebbe come costruire una stazione di servizio nel mezzo della natura selvaggia dell’Alaska prima di aver costruito una strada. Non esiste un modello commerciale preesistente sulla luna.”



In ogni caso, la NASA avrà una certa concorrenza: La Cina ha inviato sulla Luna tre sonde robotiche dal 2007 e ha già progetti per nuove missioni, mentre Moon Express, un’impresa privata americana che mira a vincere un premio di 30 milioni di dollari offerto da Google, ha già stabilito una data di lancio di un proprio lander nel 2018 e coltiva ambizioni minerarie per lo sfruttamento commerciale della Luna.

Ma gli aspiranti imprenditori spaziali hanno incontrato molti ostacoli normativi, come il Trattato sullo Spazio Esternofirmato nel 1967, secondo il quale nessun paese può rivendicare un corpo celeste e per il quale i governi devono sorvegliare le attività delle organizzazioni non governative nello spazio. Nel 2015, Obama ha firmato una legge che ha dato alle aziende private il “diritto di accedere alle risorse spaziali“, e, all’inizio di quest’anno, i membri del Congresso hanno proposto di creare un “Office of Space Commerce“. Ma per ora la legislazione, come nel caso dei progetti di estrazione di risorse mienrarie dagli asteroidi, non è allineata alla possibilità offerte dalla tecnologia.

Come Bush e Obama prima di lui, Trump ha incoraggiato le compagnie private a colmare le lacune. SpaceX e Blue Origin, di proprietà rispettivamente dei miliardari Elon Musk e Jeff Bezos, stanno sviluppando i propri vettori di lancio e programmi per il turismo spaziale. A febbraio, Musk ha annunciato che due cittadini privati ​​hanno acquistato i biglietti per un volo intorno alla luna nel 2018, sebbene SpaceX non abbia ancora mai tentato una missione con equipaggio o testato il suo razzo per il lancio nello spazio profondo “Falcon Heavy” Il cui primo volo di prova è fissato per gennaio. La portavoce della società di Musk ha rifiutato di fornire nuovi dettagli sulla missione della luna.

Il razzo SpaceX Falcon 9 con la navicella Dragon parte da Cape Canaveral all'inizio di questo mese.
Il Falcon 9, razzo riutilizzabile della SpaceX, con la navicella Dragon parte da Cape Canaveral all’inizio di questo mese. Fotografia: AP

Ma per realizzare i sogni occorrono i soldi ed è il Congresso Americano a fissare il budget della NASA, detiene la maggior parte del potere sulle ambizioni della Nasa.

Il budget attuale dell’agenzia si aggira intorno ai 19 miliardi di dollari all’anno – circa lo 0,5% della spesa federale, contro i 207 miliardi, adeguati ai costi attuali, spesi per il programma Apollo.

Ma mentre Kennedy, all’epoca, poteva fare appello al sentimento popolare per la guerra fredda, ora è davvero difficile per qualsiasi amministrazione, repubblicana o democratica, giustificare il finanziamento necessario alla corsa allo spazio.

Parte del problema è costituito dalle tempistiche: le missioni spaziali necessitano di anni tra progettazione e realizzazione tecnica. Anche se Trump ottenesse il via libera dal congresso e lo stanziamento dei fondi necessari, difficilmente la sua amministrazione vedrebbe uno sbarco umano sulla Luna o su Marte.

 

Trump ha cancellato una missione verso gli asteroidi, ma molti altri piani della Nasa sono ancora in essere. Missioni come il James Webb Space Telescope stanno progredendo verso l’operatività e la prossima estate l’agenzia spaziale americana lancerà un nuovo lander marziano, per studiare l’interno del pianeta, così come una navicella spaziale in grado di volare nell’atmosfera del sole. Ad agosto, un’astronave chiamata Osiris Rex dovrebbe abbordare l’asteroide Bennu per recuperare circa due once di materiale da riportare sulla terra.

Nel frattempo il telescopio spaziale Kepler sta ancora cercando nuovi pianeti, e le sonde Voyager e New Horizon stanno navigando attraverso i luoghi più lontani che l’umanità abbia mai esplorato. I sostenitori della scienza come Buzz Aldrin, il secondo uomo a camminare sulla luna, hanno continuato a premere il presidente per sostenere l’esplorazione spaziale.

“Verso l’infinito e oltre!” Ha detto Aldrin al presidente in giugno.

Insomma, agenzie governative o aziende private, sembra che il percorso sia ormai tracciato, non sarà oggi o domani ma la corsa allo spazio è ormai partita.

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