L’evoluzione delle pompe meccaniche

Le pompe industriali moderne garantiscono una straordinaria versatilità di utilizzo che è frutto anche delle loro prestazioni in termini di efficienza. Semplici da usare, assicurano un livello di autonomia molto elevato, a dimostrazione di come le pompe meccaniche si siano evolute nel corso del tempo

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Le pompe industriali moderne garantiscono una straordinaria versatilità di utilizzo che è frutto anche delle loro prestazioni in termini di efficienza. Semplici da usare, assicurano un livello di autonomia molto elevato, a dimostrazione di come le pompe meccaniche si siano evolute nel corso del tempo. Per esempio, un ruolo di primo piano oggi è svolto dalla pompa elettrica autoadescante, utilizzata soprattutto per la movimentazione di acqua e fanghi. Quando si parla di autoadescamento, in idraulica, si fa riferimento alla capacità da parte di una pompa idraulica di aspirare l’aria che si trova all’interno delle tubazioni e di prelevare in seguito il fluido, da altezze non superiori ai 6 metri.

Come funzionano le elettropompe autoadescanti

Sono diversi i metodi che possono essere utilizzati per favorire il processo di adescamento, e il più diffuso è quello che prevede di creare un serbatoio parallelo alla linea di utenza, che abbia un volume più elevato o almeno pari alla quantità di liquido che occorre, per fare in modo che la tubazione di aspirazione possa essere riempita. La procedura prevede, poi, di inserire anteposta alla pompa una valvola di non ritorno, così che la stessa operazione non debba essere ripetuta tutte le volte che la macchina viene rimessa in funzione.

La pompa autoadescante nella pratica

Un’elettropompa autoadescante nella pratica deve, prima di tutto, essere riempita con il fluido: affinché ciò possa avvenire si sfrutta un’apertura che è collocata sul corpo della pompa, vale a dire la camera dove si trova la girante. A questo punto, una volta che il meccanismo è stato azionato, si dà vita a una turbolenza per effetto della quale il fluido può risalire e andare a ripulire dall’aria le tubazioni. Tra i vari tipi di pompe che sfruttano il concetto di autoadescamento ci sono le pompe volumetriche a lobi, peristaltiche o a membrana, che vanno ad aggiungersi alla classica pompa centrifuga.

Le possibilità di applicazione

La condizione in cui si trova una pompa elettrica autoadescante è rappresentata dal battente negativo del fluido. Volendo ricercare un noto esempio di tali applicazioni lo si può individuare nelle pompe centrifughe autoadescanti per le acque reflue: in questo caso le acque vengono convogliate all’interno di un bacino di contenimento. Un altro esempio, invece, proviene dalle pompe autoadescanti per i pozzi. Le elettropompe autoadescanti sono impiegate con una situazione di battente negativo proprio per via del loro funzionamento: il loro lavoro, infatti, comincia con l’adescamento del fluido da una vasca o da un contenitore con battente negativo. Il che vuol dire, in sostanza, che la pompa si trova sopra il livello di fluido.

Perché una pompa elettrica autoadescante è così vantaggiosa

Confrontata con una pompa elettroalimentata normale, una pompa autoadescante offre numerosi vantaggi. Il processo di pompaggio viene innescato dal fluire dell’aria di alimentazione dentro la pompa. Nel momento in cui la membrana si ritrae, si verifica una situazione di vuoto; l’effetto di risucchio del fluido solleva la sfera in aspirazione, e così la camera può essere riempita dal fluido, che può essere rappresentato dall’aria qualora la pompa venga messa in moto. Quando, invece, la membrana si gonfia, il fluido viene spinto al di fuori della pompa, così che la sfera in mandata viene alzata, mentre quella in aspirazione viene premuta verso il basso: il passaggio, pertanto, viene chiuso.

L’aspirazione del fluido

In virtù di un meccanismo di questo tipo, il fluido può essere aspirato anche nel momento in cui la pompa non è invasata; si approfitta del movimento delle sfere utilizzate come valvole di non ritorno nel processo di creazione del vuoto dentro la tubatura di aspirazione, anche se in realtà non sono tali, dal momento che non garantiscono in modo costante una tenuta stagna che possa durare a lungo nel tempo. Una tradizionale pompa centrifuga non ha uno scopo differente, se non per il fatto che la progettazione e la realizzazione delle membrane sono studiate per fare sì che lo stress meccanico possa essere sopportato nel processo di autoadescamento, anche se manca il serbatoio, tutte le volte che ce n’è bisogno.

Cosa cambia tra una pompa centrifuga e una pompa autoadescante

La differenza più significativa tra una pompa centrifuga e una pompa autoadescante sta nel fatto che la prima sfrutta la forza centrifuga per garantire lo spostamento dei liquidi, mentre la seconda si basa sul principio di adescamento, che prevede l’aspirazione dell’aria che si trova all’interno della condotta. Il corpo della pompa all’inizio viene riempito di acqua; dopodiché l’aria della condotta viene aspirata dalla girante e va a mescolarsi con l’acqua. In seguito l’aria fuoriesce dalla tubazione: una volta che l’aria è stata eliminata, si innesca la pompa in modo che al suo interno inizi a circolare l’acqua. Il settore agricolo è uno degli ambiti in cui possono trovare applicazione le pompe autoadescanti, così come quello edile.