Secondo una ricerca dell’Università di Southampton, la composizione dei continenti della Terra è cambiata improvvisamente a causa dell’evoluzione delle piante di terra.
In collaborazione con i colleghi della Queen’s University Canada, dell’Università di Cambridge, dell’Università di Aberdeen e della China University of Geosciences, Wuhan, i ricercatori di Southampton, guidati dal dottor Tom Gernon, hanno studiato gli effetti dell’evoluzione delle piante di terra sulla composizione chimica della Terra nel corso degli ultimi 700 milioni di anni.
Le piante di terra hanno cambiato la composizione della Terra
Circa 430 milioni di anni fa, durante il periodo Siluriano, quando il Nord America e l’Europa erano collegate e formavano il continente noto come Pangea, ebbe luogo l’evoluzione delle piante di terra.
Le piante hanno modificato drasticamente la biosfera terrestre, ponendo le basi per l’emergere dei dinosauri circa 200 milioni di anni dopo.
“Le piante hanno causato cambiamenti fondamentali ai sistemi fluviali, determinando fiumi più tortuosi e pianure alluvionali fangose, nonché terreni più spessi”, ha affermato il dottor Christopher Spencer, assistente professore presso la Queen’s University di Kingston, Ontario, autore principale dello studio. “Questo cambiamento è stato legato allo sviluppo di sistemi di radicazione delle piante che hanno contribuito a produrre quantità colossali di fango (abbattendo le rocce) e hanno stabilizzato i canali fluviali, che hanno bloccato questo fango per lunghi periodi”.
Gli scienziati hanno riconosciuto che la tettonica a placche collega la superficie della Terra e il nucleo profondo: i fiumi portano il fango negli oceani e questo fango viene successivamente trasportato nell’interno fuso (o mantello) della Terra nelle zone di subduzione, dove si scioglie per produrre nuove rocce.
“Quando queste rocce si cristallizzano, intrappolano le vestigia della loro storia passata”, ha affermato il dottor Tom Gernon, professore associato di scienze della terra presso l’Università di Southampton e coautore dello studio. “Quindi, abbiamo ipotizzato che l’evoluzione delle piante dovrebbe aver rallentato drasticamente la consegna di fango agli oceani e che questa caratteristica dovrebbe esser stata preservata nella documentazione rocciosa: è così semplice”.
Per testare questa idea, il team ha studiato un database di oltre cinquemila cristalli di zircone formati nei magmi nelle zone di subduzione, essenzialmente “capsule del tempo” che conservano informazioni vitali sulle condizioni chimiche che prevalevano sulla Terra quando si sono cristallizzate.
Il team ha scoperto prove convincenti di un drammatico cambiamento nella composizione delle rocce che compongono i continenti della Terra, che coincide quasi esattamente con l’inizio delle piante di terra.
In particolare, gli scienziati hanno anche scoperto che le caratteristiche chimiche dei cristalli di zircone generati in questo momento indicano un significativo rallentamento del trasferimento dei sedimenti agli oceani, proprio come avevano ipotizzato.
I ricercatori mostrano che la vegetazione ha cambiato non solo la superficie della Terra, ma anche la dinamica del mantello terrestre.
“E’ sorprendente pensare che l’inverdimento dei continenti si sia sentito nelle profondità della Terra”, conclude il dottor Spencer. “Speriamo che questo legame precedentemente non riconosciuto tra l’ambiente interno e quello superficiale della Terra stimoli ulteriori studi”.
Fonte: Nature Geoscience