Uno dei problemi che ci troveremo a dover affrontare seriamente nei prossimi anni è quello delle popolazioni sottonutrite dei paesi più poveri e tecnologicamente meno sviluppati.
A questo scopo, un gruppo di scienziati, guarda caso indiani, è riuscito a estrarre un particolare cristallo proteico da una specifica razza di scarafaggi.
In alcune isole dell’oceano Pacifico, soprattutto le Hawaii, si trova un tipo di scarafaggio, la Diploptera punctata, che invece di deporre uova partorisce larve che poi, letteralmente, allatta.
Queste larve vengono nutrite con un “latte” giallo pallido che, secondo una ricerca pubblicata nel 2016 sul Journal of the International Union of Crystallography, è costituito da cristalli ricchi di proteine, aminoacidi e carboidrati. Si tratterebbe di una sostanza nutriente quattro volte più ricca del latte di bufala che permette alle larve di questo scarafaggio di svilupparsi ad una velocità definita “aliena” dai ricercatori.
“Si tratta di un alimento completo, con proteine, grassi e zuccheri“, ha detto al Times of India Sanchari Banerjee, uno dei principali autori dello studio. “Osservando la sequenza di proteine, tutti gli aminoacidi essenziali sono presenti in questo composto.”
Questo fluido post-natale privo di lattosio è, di suo, insapore e potrebbe diventare, in un futuro neanche troppo lontano, un superalimento irrinunciabile. La società sudafricana Gourmet Grubb sta lavorando per sviluppare e lanciare sul mercato una versione del latte soprannominato “Entomilk” (latte da insetto) attraverso specifiche metodologie di allevamento di questi insetti.
Secondo l’azienda, allevare insetti da latte permetterebbe di risparmiare fino al 90% delle emissioni di gas serra provocate dagli allevamenti intensivi di bovini (che rappresenta quasi il 40% di tutte le emissioni di gas serra provocate dall’agricoltura) e si potrebbe risparmiare anche sull’enorme quantità di acqua richiesta per le piantagioni di mandorle o di soia dalle quali si ricava uno dei tipi di latte alternativo attualmente sul mercato.
In realtà, mungere uno scarafaggio è un processo lento e laborioso e in una giornata si riesce ad estrarre il liquido di appena due o tre insetti ma si sta studiando una metodica per inserire un filtro tra l’insetto e le larve in modo da raccogliere più semplicemente il latte man mano che viene rilasciato.
Un’altra opzione cui hanno pensato i ricercatori dell’Istituto di biologia delle cellule staminali e medicina rigenerativa in India hanno deciso di sequenziare i geni responsabili della produzione dei cristalli di proteine del latte per vedere se è possibile in qualche modo replicarli in laboratorio.
“I cristalli sono come un alimento completo – hanno proteine, grassi e zuccheri. Le sequenze proteiche, hanno tutti gli aminoacidi essenziali”, ha dichiarato Sanchari Banerjee in un’intervista al Times of L’India.
È importante sottolineare che questa densa fonte proteica non sarà sicuramente per coloro che cercano di perdere peso, e probabilmente non è nemmeno richiesta per la maggior parte delle diete occidentali, dove stiamo già mangiando troppe calorie al giorno.