La ricerca della civiltà minoica, come fu chiamata, inizia con il solito Heinrich Schliemann (1822-1890), lo “scopritore” di Troia, che cercò di comprare un terreno in un sito dove pensava potesse essere la capitale del leggendario re Minosse. Il proprietario si rifiutò di venderglielo e Schliemann dovette arrendersi.
Il solco era però tracciato, infatti circa venti anni dopo, nel 1900, maggiore fortuna arrise ad Arthur Evans (1851-1941) che riuscì a portare alla luce l’altra grande civiltà dell’Età del Bronzo nel Mar Egeo, quella minoica.
La città che scavò a partire dal 1900, oggi è nota con il nome di Cnosso. Evans era il prototipo del gentiluomo vittoriano. Un’immagine lo ritrae durante gli scavi vestito di un abito di lino bianco e di un casco coloniale. Figlio di uno studioso e amministratore del British Museum fu anche un valente numismatico per la cui attività nel 1902 fu premiato con la medaglia della Royal Numismatic Society.
Non sappiamo quasi nulla della civiltà minoica
Evans era alla ricerca della città di Cnosso fin da quando, alcuni anni prima, in un mercato di Atene, aveva acquistato dei piccoli oggetti chiamati galattiti che riportavano strane figure ed incisioni. Evans giunse alla conclusione che provenissero da Creta, dalla collina di Kefala, oggi nella periferia della città portuale di Candia (l’antica Iraklio), proprio dove si trovava il terreno che Schliemann aveva cercato inutilmente di comprare.
Evans ebbe maggiore fortuna del suo predecessore: riuscì ad acquistare la collinetta e cominciò a scavare. Sotto il leggero pendio coperto da sottobosco e alberi, la sua squadra ben presto si imbatté nelle rovine di quello che Evans identificò come il palazzo da lui cercato. Consacrò il resto della propria carriera, e quasi tutto il patrimonio di famiglia, a scavare nel sito, pubblicare i risultati e ricostruirne i resti.
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📘 Leggi la guida su AmazonLa civiltà che aveva edificato quel palazzo era più antica di quella dei micenei ed Evans erroneamente ritenne che i “minoici” (così li definì l’archeologo britannico) avessero conquistato i micenei. Il nome di civiltà minoica fu attribuito da Evans, poiché ancora oggi non sappiamo come le persone che vi appartenevano si autodefinissero, né da dove provenissero.
La civiltà minoica prosperò tra la fine del III e l’inizio del II millennio a.e.v. poi un terribile terremoto colpì Cnosso verso il 1700 a.ev. quasi radendo al suolo la città ma i sopravvissuti si ripresero e ricostruirono il Palazzo.
A quanto pare intorno al 1350 a.e.v. i micenei della Grecia continentale invasero e assoggettarono questa regione, portando con sé un nuovo modo di vivere, una nuova scrittura e uno stile di vita più militarista che durò per circa un secolo e mezzo, finché tutto crollò, poco dopo il 1200 a.e.v., misteriosamente e la civiltà minoica scomparve dalla storia.
Tra i molti misteri rimasti insoluti in questa sensazionale scoperta, l’assenza di fortificazioni murarie è uno dei più importanti. La civiltà minoica era fondata essenzialmente sul mare e probabilmente una flotta poderosa (per l’epoca) assicurava la sua sicurezza. Questo fatto è considerato una possibile spiegazione all’assenza di mura intorno al Palazzo di Cnosso ed agli altri palazzi minori sparsi per l’isola di Creta. Anche considerando questa possibilità, però, non ci sono spiegazioni convincenti sull’assenza totale di opere difensive.
Qualcuno ha ipotizzato che Creta potesse essere governata dalla donne attraverso un matriarcato poco bellicoso che rendeva inutili la costruzione di mura.
E questo ci porta al secondo mistero. Non sappiamo se Cnosso fosse governato da un Re o da una Regina. Oppure da una casta sacerdotale. Nessuno dei ritrovamenti effettuati chiarisce questo aspetto.
Nel Palazzo di Cnosso sono state ritrovate numerose pitture raffiguranti tori o giochi effettuati con questi animali. Pare dunque che i minoici si dedicassero al salto dei tori nel cortile centrale del Palazzo oltre a qualche rituale sempre legato agli stessi animali nel palazzo o nei dintorni.
Queste pitture riportano alla mente il mito greco di Teseo e del Minotauro che tutti conosciamo per averlo studiato a scuola.
L’improvvisa e repentina scomparsa di questa civiltà ha alimentato per secoli la leggenda di Atlantide, il misterioso continente, sede di una civiltà mirabile, citato da Platone nei dialoghi Timeo e Crizia che sarebbe scomparso inghiottito dalle acque.