La Nasa teme che probabili ritardi faranno slittare la missione Artemis 3 prevista per la fine del 2025: il problema riguarda il lander lunare derivato dalla Starship di SpaceX. Si teme infatti la nave spaziale impiegherà più tempo del previsto per ottenere l’autorizzazione al volo umano.
Nel corso di una riunione congiunta dell’Aeronautics and Space Engineering Board e dello Space Studies Board delle National Academies avvenuta lo scorso 7 giugno, Jim Free, amministratore associato della NASA per lo sviluppo dei sistemi di esplorazione, ha affermato che il primo sbarco dell’uomo sulla Luna, dopo oltre 50 anni dall’ultimo, potrebbe subire un ritardo sulla tabella di marcia dal 2025 al 2026. Free ha precisato che il probelema reale consiste nel numero di lanci di Starship che SpaceX dovrà effettuare per essere pronto per la missione Artemis 3.
Artemis 3: difficoltà sul lander di Starship
Ogni missione del lander lunare Starship richiederà il lancio del lander Starship stesso e di diverse astronavi “cisterna” per rifornire il lander in orbita terrestre prima che si lanci verso la Luna.
Prima di Artemis 3, SpaceX dovrà effettuare un atterraggio lunare di una Starship senza equipaggio e dovrà anche dimostrare la capacità di rifornire l’astronave in orbita terrestre. Sempre riguardo ad Artemis 3, Free ha spiegato, tramite alcune dichiarazioni riportate da SpaceNews: “Sono molti i lanci necessari per portare a termine quelle missioni. SpaceX dovrà effettuare un numero significativo di lanci e questo, ovviamente, mi preoccupa per la data di dicembre 2025”.
Free ha ribadito le preoccupazioni sul programma più avanti durante l’incontro quando gli è stato chiesto del programma per Artemis 3. “Con le difficoltà che SpaceX ha avuto, penso che la missione dovrà scivolare probabilmente nel ’26”. Non ha approfondito le “difficoltà” che SpaceX ha incontrato, ma il veicolo di lancio Starship/Super Heavy è attualmente a terra dopo il primo lancio avvenuto il 20 aprile. Il veicolo ha subito guasti a diversi dei suoi 33 motori durante il volo ed è stato distrutto dal suo sistema di terminazione automatico dopo che era andato fuori controllo quattro minuti dopo il decollo.
Si lavora nel totale riserbo
La NASA ha personale coinvolto nelle indagini sul lancio e Free ha detto di aver da poco incontrato un funzionario della Federal Aviation Administration (FAA). “Stanno facendo tutto il possibile, ma guardano alla licenza di lancio per la prossima missione”, ha detto riguardo alla FAA. “Quello che ho cercato di trasmettergli è il nostro quadro generale di tutto ciò che ci vorrà per arrivare a quel lander umano in tempo per Artemis 3”.
Né la FAA né SpaceX hanno fornito aggiornamenti pubblici sullo stato di tale indagine o su quando la società potrà essere autorizzata a fare un altro tentativo di lancio. L’amministratore delegato di SpaceX, Elon Musk, ha dichiarato in una discussione online del 29 aprile che la società potrebbe essere pronta in “un paio di mesi“, ma tale programma sembra improbabile sulla base dei progressi visibili presso il sito di test Starbase di Boca Chica, in Texas.
La collaborazione tra Nasa e SpaceX
Per quanto riguarda lo sviluppo della versione del lander lunare di Starship, Free ha affermato che SpaceX e la Nasa stanno attendendo (e ritardando) riguardo a una revisione critica del progetto. Prima, infatti, bisognerà dimostrare il superamento di alcuni test, come quello di rifornimento criogenico in orbita terrestre. La Nasa ha comunque ottenuto un programma aggiornato la scorsa settimana, i cui dettagli non ha rivelato e che l’agenzia pare stia ancora esaminando.
“Ricevo molte domande … Devono iniziare a volare prima che possiamo ottenere qualsiasi tipo di valutazione”, ha concluso Free. Ha detto di essere fiducioso che SpaceX alla fine consegnerà il lander Starship e ha notato che la struttura a prezzo fisso del premio Human Landing System protegge la Nasa da costi aggiuntivi. “Ma il fatto è che se non volano nel periodo temporale che hanno detto, non ci farà bene avere un contratto a prezzo fisso, a parte il vantaggio di non pagare di più”.