Gli scienziati dopo un decennio di tentativi sono riusciti finalmente a ricevere, in maniera corretta, un segnale laser di ritorno dal riflettore presente sulla sonda della NASA LRO, che si trova attualmente in orbita intorno alla Luna.
Gli scienziati della NASA da 10 anni, da quando hanno inviato il Lunar Reconnaissance Orbiter, tentavano di mandare un raggio laser verso il satellite che attualmente ruota attorno all’orbita lunare. Il loro bersaglio è un riflettore grande come un quaderno posto al di sopra del satellite ad una distanza dalla Terra di circa 385.000 km.
Un’impresa piuttosto ardua che finalmente si è riusciti a realizzare. Infatti, dopo numerosi segnali in uscita inviati verso lo specchio dell’orbiter lunare, è stato ottenuto un segnale di ritorno, un risultato molto importante che apre la possibilità di agevolare la valutazione dell’efficienza di alcuni esperimenti effettuati sulla Luna a partire dalla fine del programma Apollo.
Il segnale che è stato rimandato indietro dal satellite è stato rintracciato nel 2018, ma gli scienziati solo adesso hanno deciso di pubblicare la ricerca su Earth, Planets and Space.
È stata la prima volta che si è riusciti a far riflettere un fascio di fotoni con successo da un orbiter lunare. Sul nostro nostro satellite sono presenti 5 pannelli riflettenti posizionati dagli astronauti delle missioni Apollo tra il 1969 e il 1972, e dai rover robotici sovietici Lunochod 1 e 2 lanciati nel 1970 e nel 1973 da cui si sono ottenuti ottimi risultati per anni.
Lo scopo della missione
L’invio dei laser raggio laser verso gli specchi posizionati sulla Luna ha permesso, grazie alla misurazione del tempo di ritorno dei fotoni (conoscendo la velocità della luce) di riuscire a scoprire con estrema precisione, calcolandola al millimetro, la distanza che divide la Terra dalla Luna.
In questo modo gli scienziati sono riusciti a scoprire che il nostro satellite naturale si sta allontanando dalla Terra con una velocità costante di 3,8 cm all’anno. Una condizione creata dall’effetto dell’attrazione gravitazionale e dai moti relativi dei due corpi.
I riflettori presenti sulla Luna permettono di monitorare la rotazione lunare, è grazie a ciò che gli scienziati sono riusciti a scoprire che essa possiede un nucleo fluido. Se in futuro si dovesse scoprire che all’interno del nucleo lunare è presente anche un materiale solido, ciò porterebbe alla scoperta di come la Luna riusciva ad alimentare il suo antichissimo, attualmente estinto, campo magnetico.
Gli scienziati spiegano che conoscere delle misurazioni precise, consentirà di conoscere meglio l’evoluzione che hanno vissuto sia la Luna che la Terra.