La Nasa annuncia: “La Luna sará una grande miniera sfruttata dai privati”

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I dirigenti della Nasa ritengono che, utilizzando i soli fondi pubblici, sia impossibile realizzare quello che si propone il nuovo programma spaziale americano: Artemis, ossia riportare entro il 2024 uomini e donne sulla Luna.
La Nasa ritiene indispensabile,  per realizzare tutto questo, coinvolgere le grandi compagnie spaziali private (SpaceX, Blue Origin e Lockheed Martin) con le quali c’è giá un accordo per realizzare sistemi di trasporto per raggiungere la Luna e  portare materiale lunare sulla Terra.
Il prossimo step sarà coinvolgerle nello sfruttamento del suolo lunare favorendo la realizzazione di robot automatici in grado di effettuare i prelievi e di mantenere i campioni sulla superficie lunare.
Bridenstine ha annunciato un incentivo economico a chi raccoglierà la sfida affermando che la NASA pagherà tra i 15mila e i 25mila dollari per quantità comprese tra 50 e 500 grammi di regolite, che è l’insieme eterogeneo di sedimenti, polvere e frammenti di materiale che compongono lo strato più esterno della superficie dei  corpi celesti.
Poca cosa se si considera il fatto che una missione spaziale costa milioni di euro, ma a giudizio di Bridenstine, le compagnie spaziali potrebbero, in questo modo,  testare i propri progetti nello spazio ed  è questo, a suo giudizio, l’aspetto che, maggiormente, dovrebbe attrarle.

Il materiale lunare appartiene a chi lo estrae

L’annuncio della Nasa è storico perché sancisce, definitivamente, il principio che i privati possano raccogliere e vendere materiale estratto su corpi celesti diversi dal nostro, sostenuto da sempre dagli Usa in maniera bipartisan attraverso atti firmati sia da Barack Obama che Donald Trump .
Russia e Cina, invece, sono contrarie e richiamano il contenuto del  “Trattato sui principi che governano le attività degli Stati in materia di esplorazione e utilizzazione dello Spazio extra-atmosferico compresa la Luna e gli altri corpi celesti”, sottoscritto da un centinaio di paesi a partire dal 1967, il quale sancisce che nessun paese può accampare diritti di proprietà su qualsiasi corpo celeste
Il governo degli Stati Uniti, da qualche decennio,  sostiene la tesi che qualsiasi materiale estratto dallo spazio sia di proprietà di chi lo ha ottenuto, e che questo non sia in contraddizione con  il Trattato del 1967.
Bridenstine ha ribadito questa convinzione e ha respinto le critiche di colonialismo americano dello spazio,  ricordando che il progetto della NASA è aperto ad aziende private di tutto il mondo e quindi tutti i paesi potranno trarre beneficio dallo sfruttamento commerciale della Luna.

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