La doppia natura della luce

Grazie da un esperimento svoltosi nello spazio è stata confermata la doppia natura della luce, ossia la sua caratteristica di essere nello stesso tempo un'onda e una particella, come previsto dalla fisica quantistica

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Grazie da un esperimento svoltosi nello spazio è stata confermata la doppia natura della luce, ossia la sua caratteristica di essere nello stesso tempo un’onda e una particella, come previsto dalla fisica quantistica.

Questa conclusione, apparsa in un articolo pubblicato sulla rivista Science Advances, si è raggiunta grazie alla collaborazione fra Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e Universita’ di Padova. E non si tratta di un risultato teorico ma del banco di prova delle future comunicazioni quantistiche satellitari criptate.

E’ un importante risultato per la ricerca italiana che ci aiuta ad entrare nei misteri dell’infinitamente piccolo e a conoscere meglio il comportamento della luce“, ha osservato il presidente dell’Asi, Roberto Battiston.

Grazie alle distanze spaziali abbiamo confermato uno degli assunti della teoria quantistica, ossia che la particella mantiene la sua duplice natura di onda-corpuscolo. Con questo esperimento l’Italia conferma il suo ruolo di primissimo livello nello sviluppo delle comunicazioni quantistiche che avranno molte applicazioni nel futuro”.

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La ricerca italiana aveva infatti debuttato in questo campo nel giugno 2015, con il primo messaggio quantistico al mondo inviato via satellite. Adesso i satelliti hanno permesso di raggiungere la distanza record di 3.500 chilometri.



In pratica e’ stato riprodotto nello spazio l’esperimento ideato negli anni ’70 dal fisico John Archibald Wheeler , un esperimento simile a quello che negli anni ’40 immaginava la traiettoria di particelle attraverso due fenditure, ma chiamato ‘a scelta ritardata’ perchè rinviava la decisione di osservare o meno il percorso delle particelle fino a un istante prima dell’arrivo di una particella sullo schermo che ne avrebbe rivelato la posizione.

A fornire gli strumenti per portare l’esperimento nello spazio sono stati la stazione laser del Centro di Materia dell’Asi, chiamata Mlro (Matera Laser Ranging Observatory) e satelliti con prismi retro-riflettori, come l’italiano Lares (Laser Relativity Satellite) lanciato nel 2012.

Lo sviluppo di questo nuovo campo di ricerca e’ appena cominciato e molti paesi stanno investendo fortemente in queste tecnologie. In prima fila ci sono Cina, Giappone, Germania, Canada, Singapore e Austria.

Fonte ANSA

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