La cometa 2I / Borisov non si sta disintegrando

Nuove osservazioni rivelano che lo scoppio e la divisione del nucleo che hanno interessato la cometa interstellare nei mesi scorsi sono eventi minori che coinvolgono una frazione trascurabile della massa totale. 2I / Borisov sopravviverà al suo passaggio attraverso la regione planetaria in gran parte incolume

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Nel nostro sistema solare sono stati identificati a partire dal 2017 due oggetti di origine interstellare che hanno acceso la speranza di studiare da molto più vicino dei corpi nati attorno a stelle remote.
Il primo di questi oggetti, chiamato “‘Oumuamua“, è una roccia interstellare che ha innescato un intenso dibattito sulla sua possibile origine artificiale, anche se una recente ricerca sembra chiaramente confutare questa speculazione.
Il secondo oggetto non è una comune roccia spaziale bensì una cometa interstellare che all’inizio di quest’anno, transitando nelle zone più remote del sistema solare sembrava aver incontrato la sua fine. Questa cometa interstellare chiamata 2I / Borisov sembrava iniziare a frammentarsi, tuttavia una nuova analisi ha svelato che il corpo principale della cometa sopravvivrà al rapido passaggio nel nostro Sistema Solare.
La cometa, parzialmente frammentata, è un’occasione unica per gli scienziati che potranno analizzare i detriti e studiarne il cuore per capire di quali materiali è composta.
La cometa 2I / Borisov è piombata nel nostro sistema solare nell’agosto dello scorso anno con una velocità e una traiettoria che ne indicavano un’origine interstellare. La sua scoperta è avvenuta poco tempo dopo il passaggio del primo oggetto interstellare ‘Oumuamua. 21 / Borisov è la prima cometa interstellare mai avvistata.
Ha raggiunto il perielio, il punto più vicino al Sole, l’8 dicembre 2019 e ha continuato a percorrere il suo sentiero cosmico, leggermente incurvato a causa della gravità del nostro astro. Ma nel marzo di quest’anno, ha iniziato a brillare con più intensità.
L’aumento di luminosità, notato da un team di astronomi polacchi, era provocato dall’espulsione di polvere e ghiaccio ed era considerato “fortemente indicativo di una frammentazione del nucleo in corso“. La conferma è giunta alla fine di marzo, grazie a nuove osservazioni effettuate dall’Hubble Space Telescope che hanno confermato la frammentazione: 2I / Borisov, secondo un dispaccio pubblicato su The Astronomer’s Telegram da un team team guidato da David Jewitt, dell’Università della California, si presentava alle osservazioni composta da almeno due parti separate.
Ora, Jewitt e il suo team analizzando i dati dell’Hubble Space Telescope hanno scoperto che una completa disintegrazione è improbabile. I ricercatori hanno pubblicato un nuovo studio, attualmente disponibile sul server di prestampa arXiv, dove dichiarano che “Le nostre osservazioni rivelano che lo scoppio e la divisione del nucleo sono eventi minori che coinvolgono una frazione trascurabile della massa totale. 2I / Borisov sopravviverà al suo passaggio attraverso la regione planetaria in gran parte incolume“.
Capita qualche volta che le comete del sistema solare esterno si disintegrino dopo il perielio. Si ritiene che il ghiaccio nella cometa sublimi accelerandone la rotazione. La coppia aggiunta da questo processo ne aumenta l’instabilità centripeta, che causa la rottura della cometa.
E’ noto che la 2I / Borisov presenta alcune caratteristiche in comune con le comete del sistema solare esterno, quindi la sua frammentazione è ritenuta possibile se non molto probabile.
Secondo il nuovo documento, tuttavia, l’esplosione di marzo è stata relativamente contenuta. Dal 4 al 9 marzo, la cometa si è illuminata considerevolmente e dopo circa tre settimane, il 30 marzo, è stata individuata una porzione secondaria. Tre giorni dopo, il 3 aprile, il frammento non era più visibile.
Secondo i calcoli effettuati da Jewitt e dal suo team, l’esplosione di inizio marzo ha prodotto una nuvola di circa 100 chilometri quadrati di larghezza, costituita da particelle di circa un decimo di millimetro, con una massa stimata pari circa 20 milioni di chilogrammi.
Questa massa è solo una frazione trascurabile del nucleo, che il team ha stimato in 300 miliardi di chilogrammi, una massa calcolata in base alle misurazioni ad alta definizione della cometa che presenta un diametro di circa mille metri.
L’oggetto secondario osservato, corrisponde a una massa di circa 120.000 chilogrammi. Il team ritiene che questo oggetto secondario abbia rotto il nucleo principale durante lo scoppio dei primi di marzo, ma non è apparso per diverse settimane. Questo ha consentito al team di calcolare come è apparso e perché è scomparso.
L’apparizione ritardata e la rapida scomparsa dell’oggetto secondario suggeriscono un’origine da spin-up e lo scoppio rotazionale di uno o più massi di grandi dimensioni (sulla scala del metro) sotto l’azione di coppie di degassificazione“, hanno scritto nel loro articolo.
Gli astronomi hanno tenuto d’occhio la cometa; finora, non sono stati segnalati ulteriori scoppi, il che indica che il visitatore interstellare è rimasto intatto sopravvivendo allo stress del perielio.
Complessivamente“, hanno scritto i ricercatori, “le nostre osservazioni rivelano che lo scoppio e la scissione del nucleo sono eventi minori che coinvolgono una frazione trascurabile della massa totale: 2I / Borisov sopravviverà al suo passaggio attraverso la regione planetaria in gran parte incolume“.
La Borisov, anche se parzialmente frammentata continuerà la sua corsa senza fine nella Via lattea.
Fonte: https://www.sciencealert.com/interstellar-comet-2i-borisov-may-survive-its-solar-system-visit-after-all

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