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La bufala (per non dire truffa) delle diete e delle terapie alcalinizzanti

Da qualche anno, soprattutto tra gli appassionati di medicina alternativa, cure esotiche, seguaci di dubbie teorie salutiste e complottari in ambito sanitario, spopola l'idea che diete e terapie cosiddette "deacidificanti" o "alcalinizzanti" possano risolvere moltissime, se non tutte, le patologie che colpiscono gli esseri umani

Da qualche anno, soprattutto tra gli appassionati di medicina alternativa, cure esotiche, seguaci di dubbie teorie salutiste e complottari in ambito sanitario, spopola l’idea che diete e terapie cosiddette “deacidificanti” o “alcalinizzanti” possano risolvere moltissime, se non tutte, le patologie che colpiscono gli esseri umani.

In molti casi si parla addirittura di combattere il cancro attraverso queste metodologie alimentari e terapeutiche.
Questa idea ha aperto un mercato parallelo legato a pseudodiete miracolose alcalinizzanti, sistemi per alcalinizzare l’acqua del rubinetto e terapie deacidificanti pubblicizzate apertamente attraverso la rete e, soprattutto ma non solo, tramite il vasto universo delle radio private.
Se c’è un mercato, vuol dire che si è creata una richiesta e che qualcuno si fida ciecamente di quanto sostengono queste teorie legate alla deacidificazione o l’alcalinizzazione dell’organismo.
E’ vero, quindi, che “alcalinizzando l’organismo” si vive meglio e che con questo sistema si possono curare anche malattie molto gravi?
Per capirlo, partiamo da un dato certo: il nostro sangue è lievemente alcalino avendo un Ph intorno a 7.4.
Entriamo un po’ nel dettaglio e cerchiamo di capire cos’è e cosa misura il pH.

Il pH è la scala di misura dell’acidità o della basicità di un composto. Questa scala va da 0 a 14, per cui se una soluzione ha pH 0 (zero) parliamo di una soluzione molto acida se, al contrario, il pH è 14 la soluzione sarà una base forte, cioè molto alcalina. Un valore di pH uguale a 7 indica una soluzione neutra. L’acqua pura ha un ph neutro, ovvero uguale a 7. Questa differenza è dovuta alla concentrazione di ioni idrogeno (H+) presenti nella sostanza che esaminiamo.

Il succo del limone è acido (definiamo così anche il suo sapore), il bicarbonato è basico, alcalino (ma l’alcalinità ha un sapore amarognolo).
Torniamo al nostro sangue. Abbiamo detto che, di base, il suo valore di pH viaggia intorno a 7.4, quindi è leggermente basico o alcalino. Se questo valore diminuisce (quindi va verso lo 0) o aumenta (verso il 14) anche di poco, moriremmo molto rapidamente perchè la maggioranza dei meccanismi che ci consentono la vita non funzionerebbero e verrebbero danneggiati in pochissimo tempo (pochi minuti!).
In realtà il nostro pH non è un valore fisso, varia di pochissimo (per esempio un pH di 7,3 o di 7,5 per pochi minuti, potrebbe non provocare danni particolari) ma viene subito riportato alla norma da una serie di meccanismi che il nostro corpo utilizza per mantenere stabile costante il valore del pH.
Per fare questo, i principali strumenti utilizzati dal nostro organismo sono i reni e la respirazione, mezzi che fanno parte (assieme ad altri) dei “sistemi tampone” dell’organismo (che servono cioè a “tamponare”, a “bilanciare” il pH dell’organismo). Il mezzo più “imponente” è la respirazione: espirando (quindi emettendo aria) eliminiamo delle sostanze in modo da riportare il pH nella norma.
In pratica, quando serve, i nostri polmoni riescono a riportare il pH alla normalità in tempi brevissimi (si pensi all’apnea, il respiro “affannoso” che segue ha questo scopo, i recettori che regolano la respirazione reagiscono ad un aumento della CO2). I reni hanno un ruolo meno “importante” ma molto più raffinato: eliminano con l’urina le sostanze che condizionano il pH, la quantità di sostanze espulse è minore di quella emessa dai polmoni ma si tratta di sostanze “organiche” non volatili e che quindi non “evaporano”, queste ultime le espelliamo dai polmoni.
Allora facciamola ancora più complicata: se per qualsiasi motivo il pH del nostro organismo non è stabile (quindi va “oltre” la normalità del 7,4, verso l’acidità o la basicità) si entra in uno stato patologico: se si va verso l’acidità si parlerà di acidosi metabolica , se accade il contrario si parla di di alcalosi metabolica (il pH va verso l’alcalinità, la basicità).

Sono due condizioni che, se non rapidamente risolte, possono portare alla morte in breve tempo (per valori di pH inferiori a 6,8 e superiori a 7,8).

Perchè è tutto così complicato?

Semplice: se così non fosse basterebbe mangiare un limone per rendere acido il plasma sanguigno e morire o assumere un cucchiaio di bicarbonato di sodio per avvelenarsi. E’ chiaro che l’organismo ha i mezzi per correggere piccole variazioni di pH (che avvengono quotidianamente) ma se queste variazioni fossero improvvise e violente, il rischio di un’impossibilità di riequilibrio sarebbe altissimo. Una base forte (come l’ammoniaca) o un acido forte (come l’acido cloridrico) hanno la capacità di danneggiare direttamente le strutture dell’organismo (ed in generale ogni struttura organica), per questo si tratta di sostanze corrosive e pericolose.

Il nostro organismo quindi “lavora” continuamente per mantenere il pH ai valori fisiologici: quando assumiamo una sostanza acida, i recettori presenti in tutto l’organismo avvertono la novità ed il corpo mette in moto i meccanismi che permettono al pH di rimanere stabile. Tutto il giorno, anche mentre dormiamo, polmoni e reni (ed altri organi in modo diverso) lavorano “in silenzio” per mantenere il pH attorno al valore di 7,4.
Cosa vuol dire, quindi, “dieta alcalina” o alcalinizzare il corpo? A cosa serve? Sarebbe davvero un beneficio per la salute?
Sono tanti i siti pseudoscientifici ed i “naturopati” che consigliano una dieta ricca di alcali per migliorare la condizione del nostro organismo o per evitare spiacevoli disturbi.

Questa bizzarra e pericolosa teoria trova origine in un libro di un certo Robert Young, presunto medico (ha ottenuto una “laurea” on line da un’università non riconosciuta chiusa per aver truffato i propri allievi). Young è stato arrestato per truffa ed esercizio abusivo della medicina.

Mangiando soprattutto frutta (non tutti i tipi), alcuni legumi, ma soprattutto evitando cibi “acidi” quali la carne, i grassi, i fritti, il nostro corpo ne risultarebbe “alcalinizzato” con un risultato eccezionale sulla salute. Qualcuno afferma anche che questa dieta prevenga e curi alcune malattie, anche gravi.

In realtà è una bugia, non serve a nulla, è semplicemente una truffa inutile: una bufala.

Il libro di Young è un insieme di madornali errori alimentari, ricco di invenzioni, strafalcioni ed assurdità, basti pensare che il limone ed il pomodoro sono inseriti tra gli alimenti “alcalini” quando sappiamo che sono fortemente acidi. Non solo: Young consiglia di evitare alimenti fermentati, ad esempio lo yogurth ed il vino, in quanto produrrebbero batteri, dimenticando che se il nostro organismo fosse privo di certi batteri, avremmo pochissime armi contro le infezioni più comuni.

In realtà l’eventuale acidità o basicità di un alimento che introduciamo con la dieta non ha alcuna rilevanza né influenza sul pH del nostro sangue.Qualcuno che ha seguito questa “dieta” riferisce miglioramenti evidenti ed un migliore stato di salute: probabilmente ciò è dovuto non alla “bizzarra” dieta alcalina ma alla maggiore attenzione prestata verso i tipi di alimenti mangiati.

Esistono almeno tre motivi per i quali nutrirsi di alimenti “alcalini” non serve a nulla in termini di salute:
1) Un alimento alcalino, subito dopo l’ingestione, viene a contatto con i succhi gastrici presenti nello stomaco che sono fortemente acidi. Questo “incontro” neutralizza l’alcalinità dell’alimento che al momento di venire assimilato è praticamente neutro (o addirittura acidificato).
2) Anche se esistesse un alimento che riuscisse a mantenere la sua basicità dopo il passaggio dallo stomaco, fino a riuscire a far variare il pH del sangue, si metterebbero in moto tutti i meccanismi dell’organismo per riequilibrare la situazione e riportare immediatamente il pH ai valori consueti.

3) Anche se esistesse (ma non esiste) un alimento commestibile che dopo aver sorpassato indenne l’acidità gastrica e non aver scatenato i meccanismi di regolazione del pH, riesca a rendere “basico” il nostro sangue, basterebbero pochi minuti di questa condizione per andare in alcalosi metabolica. Se esistesse questo tipo di alimento, sarebbe un veleno e mangiarlo significherebbe morire.

Se un individuo decidesse di nutrirsi con una dieta pesantemente alcalina potrebbe “spostare” il pH del suo sangue (di poco) verso l’alcalinità ma questo succederebbe per pochissimo tempo (qualche ora al massimo) e quindi non si avrebbe alcun beneficio in nessun contesto. Se, in qualche modo, riuscisse a mantenere un’alcalinità elevata per un prolungato periodo di tempo si suiciderebbe senza scampo. Se usasse “alcali forti”, si procurerebbe gravissime lesioni (la soda caustica, per esempio, ha pH 14).

Per questi motivi è chiaro che non esiste una “dieta alcalina”, non vi è modo e non sarebbe nemmeno salutare “alcalinizzare” il sangue e, se il nostro pH ha un valore ben preciso, un motivo ci sarà.
Non solo: i seguaci di questa inutile pratica, non si rendono conto che nulla, nel nostro corpo, succede per caso. L’eliminazione renale delle sostanze acide rende le urine a pH lievemente basso (quindi lievemente acido) e questo ha uno scopo ben preciso: sfavorire la crescita batterica. Una dieta alcalina quindi, non solo non ha alcun significato ma potrebbe esporre a problemi di salute.
Una delle stupidaggini a cui credono i seguaci di queste pseudodiete è quella che si possa controllare lo stato di salute del corpo controllando il pH urinario, se acido, bisognerebbe correggerlo. In realtà il pH urinario è necessariamente lievemente acido (anche se il suo pH varia durante il giorno e secondo la dieta e le condizioni di salute) per il semplice motivo che sta eliminando, attraverso i reni, i residui che il nostro corpo non trattiene. Come si vede, nulla nel nostro corpo è “un caso” e forse non tutti sanno che persino la pelle ha un pH lievemente acido che sfavorisce lo sviluppo batterico.
Qualche studioso ha notato come una dieta “alcalina” possa apportare dei benefici di vario tipo alla salute ma il problema di questo tipo di analisi è che non si analizzano gli ostacoli che rendono questo tipo di alimentazione inutile.
In uno studio ad esempio si nota come una dieta ricca di frutta e verdura alcaline migliori le prestazioni muscolari per aumentata concentrazione di potassio magnesio. Il “problema” è che sono questi minerali che migliorano le prestazioni muscolari (ed è noto da tempo) e non certo l’alcalinità degli alimenti, un po’ come se sostenessi che l’assunzione di un alimento acido come il caffè stimola il sistema nervoso: è la caffeina che ha questa azione, non certo l’acidità della sostanza.
Insomma, diete e terapie alcalinizzanti sono, nel migliore dei casi, assolutamente inutili. Nel peggiore dei casi sono addirittura pericolose se non mortali.

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