Il primo studio con i dati CHEOPS descrive uno dei pianeti più estremi dell’universo: Wasp-189b

Otto mesi dopo che il telescopio spaziale CHEOPS ha iniziato il suo viaggio nello spazio, è stata resa nota la prima pubblicazione scientifica che utilizza i dati forniti da CHEOPS.

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Otto mesi dopo che il telescopio spaziale CHEOPS ha iniziato il suo viaggio nello spazio, è stata resa nota la prima pubblicazione scientifica che utilizza i dati forniti da CHEOPS.

CHEOPS è la prima missione ESA dedicata alla caratterizzazione di esopianeti conosciuti. Gli esopianeti, cioè i pianeti al di fuori del sistema solare, sono stati trovati per la prima volta nel 1995 da due astronomi svizzeri, Michel Mayor e Didier Queloz, premiati lo scorso anno con il Nobel per scoperta fatta.

CHEOPS è stato sviluppato come parte di una partnership tra ESA e Svizzera. Sotto la guida dell’Università di Berna e dell’ESA, un consorzio di oltre cento scienziati ed ingegneri di undici stati europei, è stato coinvolto nella costruzione del satellite in cinque anni. Il Science Operations Center di CHEOPS si trova presso l’osservatorio dell’Università di Ginevra.

I dati forniti da Cheops

Utilizzando i dati di CHEOPS, gli scienziati hanno recentemente condotto uno studio dettagliato dell’esopianeta WASP-189b. I risultati sono stati pubblicati sulla rivista Astronomy & Astrophysics. Willy Benz, professore di astrofisica presso l’Università di Berna e capo del consorzio CHEOPS, mostra il suo entusiasmo per i risultati ottenuti, sostenendo che queste osservazioni dimostrano che CHEOPS soddisfa pienamente le elevate aspettative riguardo alle sue prestazioni.

Uno dei pianeti più estremi dell’universo

WASP-189b, il bersaglio delle osservazioni CHEOPS, è un esopianeta in orbita attorno alla stella HD 133112, una delle stelle più calde note per avere un sistema planetario. Il sistema WASP-189 è a 322 anni luce di distanza dalla Terra, e si trova nella costellazione della Bilancia, come spiega Monika Lendl, autrice principale dello studio presso l’Università di Ginevra e membro del Centro nazionale di competenza in Research PlanetS .

Dai dati ottenuti emerge che il pianeta WASP-189b è un gigante gassoso più grande di Giove, che orbita molto vicino alla stella ospite: ci vogliono meno di 3 giorni per fare il giro della sua stella, ed è 20 volte più vicino ad esso di quanto lo sia la Terra al Sole.

Monika Lendl spiega che pianeti come WASP-189b sono molto “esotici”, ovvero hanno un lato diurno permanente, che è sempre esposto alla luce della stella, e di conseguenza, un lato notturno permanente. Ciò comporta che il suo clima sia completamente diverso dagli altri giganti gassosi come Giove e Saturno nel nostro sistema solare. Sulla base delle osservazioni fornite da CHEOPS, si stima che la temperatura sia di 3.200 gradi Celsius. Pianeti come WASP-189b sono chiamati” Gioviani ultra-caldi.

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Da quanto emerso finora WASP-189b risulta essere uno dei pianeti più estremi che conosciamo finora.

Misurazioni della luminosità estremamente precise

Essendo il corpo celeste più estremo scoperto finora, non è possibile vedere il pianeta stesso in quanto è troppo lontano dal nostro pianeta Terra e troppo vicino alla sua stella ospite, quindi dobbiamo fare affidamento su metodi indiretti. Per questo, CHEOPS utilizza misurazioni della luminosità estremamente precise: quando un pianeta passa davanti alla sua stella, la stella appare più debole per un breve periodo. Questo fenomeno è chiamato transito. Poiché l’esopianeta WASP-189b è così vicino alla sua stella, il suo lato diurno è così luminoso che è possibile persino misurarne la luce “mancante ” quando il pianeta passa dietro la sua stella; questa è chiamata occultazione. Con CHEOPS sono state osservate molte di queste occultazioni di WASP-189b, e sembrerebbe che il pianeta non rifletta molta luce stellare, che invece viene assorbita dal pianeta stesso riscaldandolo e facendolo brillare.

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Anche la sua stella è speciale

E’ stato anche scoperto che il transito del gigante gassoso davanti alla sua stella è asimmetrico. Ciò accade quando la stella possiede zone più luminose e più scure sulla sua superficie. Grazie ai dati CHEOPS, si può concludere che la stella stessa ruoti così rapidamente che la sua forma non è più sferica, ma ellissoidale: la stella viene tirata verso l’esterno al suo equatore.

Dai dati è emerso anche che la stella attorno alla quale orbita WASP-189b è molto diversa dal sole: è considerevolmente più grande e più calda di duemila gradi Celsius. Essendo così calda, la stella appare di colore blu e non giallo-bianca come il sole.

Da quello che sappiamo solo una manciata di pianeti orbitano attorno a stelle così calde, e questo sistema è di gran lunga il più luminoso, di conseguenza, costituisce un punto di riferimento per ulteriori studi.

Ci aspettiamo ulteriori scoperte spettacolari sugli esopianeti grazie alle osservazioni fornite dal telescopio spaziale CHEOPS. 

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