Il mistero dei cerchi nel mare di Dugi Otok

Sui fondali del mare Adriatico, al largo delle coste croate, si possono osservare dei misteriosi cerchi sottomarini, la cui esistenza ha, ovviamente, messo in fermento la comunità ufologica mondiale

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Dugi Otok è, una piccola isola nel mare adriatico posta di fronte alla costa dalmata, ad ovest di Zara, molto apprezzata dai turisti che vengono a visitarla da ogni parte del mondo. Nel 2014 venne fatta una strana scoperta, sul fondale marino al largo dell’isola sono stati scoperti 28 cerchi, ciascuno del diametro di 50 metri.

I cerchi, posti alla distanza di 300 metri dalla costa di Dugi Otok, e alla distanza di 300 m uno dall’altro, sono un mistero che occupa scienziati e biologi ma ha attirato l’attenzione anche di esperti di UFO di tutto il mondo.

La notizia dei cerchi misteriosi, visibili tramite Google Maps, ha raggiunto presto i telegiornali croati. La notizia è stata riportata in molti siti “complottisti” che non si sono certo risparmiati con fantasiose descrizioni.

I cerchi sono reali, come testimoniato anche dal biologo Mosor Prvan della Sunce Association, una società no profit che per prima si è accorta di questo curioso fenomeno e ha effettuato un’immersione in loco.

Si tratta di cerchi sabbiosi regolari, del diametro di circa 50 metri, privi di vegetazione marina, in zone altrimenti ricche di Posidonia oceanica.

In base a quanto riportato da Prvan, le prime tracce del fenomeno risalgono al 2013 e non sono limitate all’isola di Dugi Otok: la sua equipe, infatti, ha notato dei cerchi intorno alle isole di Unije, Susak e Srakane durante lo svolgimento di un lavoro di mappatura degli habitat marini della zona.



Le spiegazioni al fenomeno sono diverse, da quelle più esotiche, che collegano i cerchi marini con l’avvistamento di oggetti volanti non identificati, segnalazione avvenuta nel maggio del 2014, a spiegazioni che identificano le tracce circolari come causate dai movimenti tettonici della placca africana. Il fenomeno potrebbe anche essere spiegato, secondo alcuni, dalle tracce lasciate da allevamenti ittici, molti di questi infatti utilizzano gabbie dalla forma circolare, inoltre le deiezioni dei pesci chiusi nelle gabbie, essendo concentrate in una piccola area potrebbero causare la morte della posidonia riscontrate all’interno dei cerchi.

Altri cerchi vennero segnalati anche in Danimarca ma le tracce erano irregolari e più piccole. Tali cerchi furono spiegati con la presenza di agenti inquinanti che provocavano la morte della flora marina.

Il Journal of the Marine Biological Association of the UK, riportò il fenomeno con un articolo pubblicato dal dottor Petar Kruži, del dipartimento di biologia dell’università di Zagabria, del cui abstract riportiamo una versione tradotta ed abbreviata trovata sul sito Query on line:

Sebbene i’impatto antropogenico sulle praterie di Posidonia oceanica nel mar mediterraneo sia stato largamente studiato durante gli ultimi decenni, i dati sullo stato di questa angiosperma sono molto più scarsi per quanto riguarda il mar adriatico. Campioni di P. oceanica sono stati raccolti durante giugno e luglio del 2004 da subacquei presso 8 diversi siti nell’area dell’isola di Dugi Otok, tutti da una profondità di 10 metri. È stata misurata la densità di virgulti nella prateria e sono ne stati raccolti alcuni campioni per essere esaminati […] Differenze significative nella struttura della P. oceanica sono risultate evidenti tra i diversi siti, soprattutto per quanto riguarda quelli collocati in prossimità di allevamenti di pesce. […]”

Il mistero sembrerebbe apparentemente risolto spiegando la genesi dei cerchi causati da un danno causato dall’itticoltura. Apprendiamo che la redazione di Query ha in seguito contattato il professor Kruži chiedendo una sua opinione sulla questione, scoprendo che lo stesso Kruži aveva assistito alla formazione di alcuni di questi cerchi.
Ecco una traduzione della sua gentile risposta tratta da Query on line:

Questi cerchi nella Posidonia non sono collegati all’itticoltura. Sono dovuti alla pesca con la dinamite. Durante alcune immersioni presso il Kornati National Park abbiamo notato queste formazioni e sentito delle esplosioni. I pescatori gettano la dinamite (bombe a mano, residuati dell’ultima guerra in Croazia) ogni tot minuti (per questo i cerchi sono quasi equidistanti) e poi tornano a raccogliere i pesci morti. Un sistema di pesca estremamente primitivo e distruttivo. Lo fanno solitamente in inverno, quando non c’è in giro la polizia. I giornali in Croazia hanno scritto un sacco di buffonate circa questi cerchi (UFO, marina militare…). La dinamite (granate) crea dei cerchi quasi perfetti nella Posidonia e le piante non ricrescono più in quelle zone. Per questo i cerchi possono anche essere vecchi di anni. Spero di esservi stato utile.”

Con buona pace dei tanti appassionati del mistero possiamo dire che gli UFO non c’entrano.

Fonti: Query on line; www.croazia.ch

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