Come sarebbe la nostra vita se potessimo dare una sbirciatina nel futuro? Magari vedere come sarà la Terra tra 1.000, 10.000 o addirittura 10 milioni di anni. Può sembrare farneticante ma non non sono le leggi della fisica ad impedirci questo tuffo nel futuro ma piuttosto l’assoluta inadeguatezza tecnologica per superare questa barriera insormontabile.
Già perché Einstein quando scoprì la natura relativistica dello spaziotempo scoprì anche il modo per accelerare il tempo. Sarebbe sufficiente costruire un’astronave in grado di raggiungere una velocità pari al 99,9999999996 della velocità della luce ed andare a fare un giretto nello spazio.
Rimanendoci per un tempo, come segnato dall’orologio di bordo, di un giorno, dieci giorni o poco più di 27 anni, faremmo ritorno in una Terra invecchiata di 1.000, 10.000 o addirittura 10 milioni di anni.
Naturalmente nessuno è in grado di costruire un mezzo spaziale simile e quindi dovremo rinunciare a fare un tuffo nella storia futura del nostro pianeta. Se invece pensiamo a dei viaggi nel passato, le cose si complicano un bel pò ed emergono anche alcuni inquietanti paradossi.
Il più famoso dei quali è quello piuttosto truculento nel quale viaggiamo nel tempo e sopprimiamo uno dei nostri genitori, o se preferiamo una versione meno sanguinaria facciamo di tutto per impedire che nostro padre e nostra madre si conoscano e quindi ci mettano al mondo.
Il paradosso è evidente se non siamo mai nati come abbiamo potuto viaggiare nel tempo per impedire la nostra nascita?
In realtà questo paradosso può essere smontato se consideriamo il tempo non come un flusso di istanti inarrestabili che si dipanano uno dopo l’altro ma utilizzando il concetto di spaziotempo congelato dove tutti gli istanti esistono e può cambiare soltanto la sensazione di simultaneità a secondo della prospettiva dell’osservatore.
Immaginiamo tutto lo spaziotempo come un enorme filone di pane che è possibile affettare con diverse angolazioni.
In quest’ottica alla persona X che decide di impedire che i suoi genitori A e B, che si sono conosciuti ad esempio a mezzanotte del 31 dicembre 1975, lo mettano al mondo, sarà del tutto inutile viaggiare prima della fatidica data, perché quel momento non può cambiare, è lì ed esiste con tutti gli altri nello spaziotempo.
Ergo se X è riuscito a viaggiare nel passato e giungere pochi minuti prima della mezzanotte, vuol dire che era li, era sempre stato li, ci sarà sempre e non potrà mai non esserci.
X compare pochi minuti prima della mezzanotte del 31 dicembre 1975 ma prima di quella data non esiste traccia della sua esistenza.
Le cose per X diventano però molto difficili quando cercherà di impedire ai genitori di conoscersi, semplicemente non ci riuscirà, perché nella prospettiva di uno spaziotempo congelato dove tutti gli attimi sono presenti ed immutabili non ha alcuna chance.
Ovviamente il superamento di questo paradosso non significa affatto che i viaggi nel passato siano possibili. Continuiamo però ad analizzare il paradosso di X che cerca di impedire la propria nascita sotto il profilo dell’esistenza o meno del libero arbitrio.
In questo caso se vivessimo in un universo regolato dalla fisica classica e dal determinismo, il libero arbitrio sarebbe un’illusione.
X qualunque azione intraprendesse per impedire la conoscenza dei suoi genitori sarebbe destinata a fallire: la macchina del tempo magari atterra a centinaia di km dalla sala dove si festeggia il capodanno del 1975, oppure la pistola con cui cerca di uccidere il padre si inceppa o magari all’ultimo momento X ha un ripensamento su questa missione suicida.
In ogni caso X è nient’altro che un burattino in mano alle leggi della fisica.
Se invece gli uomini sono dotati di libero arbitrio è la meccanica quantistica, ed in particolare la sua interpretazione a molti mondi, ad offrirci una spiegazione accettabile di quello che potrebbe avvenire in quel capodanno del 1975.
Secondo l’interpretazione a molti mondi ogni valore potenziale di una particella racchiuso in una funzione d’onda si realizza in un universo diverso e parallelo.
Quello di cui siamo coscienti in un certo istante non è altro che uno dei tantissimi universi in cui tutte le possibilità previste dalla meccanica quantistica si realizzano separatamente.
Quando X arriva pochi minuti prima della mezzanotte del 31 dicembre 1975 ed estrae la pistola, uccide veramente suo padre.
Soltanto che questo universo non è quello nel quale lui è entrato nella macchina del tempo per la sua paradossale missione. In questo universo l’uomo che giace morto ai suoi piedi non era destinato ad incontrare sua madre e così i non effetti del paradosso sono salvi!