La teoria della Relatività generale è alla base del Modello Cosmologico Standard. Dopo aver elaborato la teoria della Relatività, Albert Einstein prendendo in considerazione il Principio Cosmologico, trovò dieci equazioni che semplificò riducendole a due.
Egli riteneva che l’Universo fosse isotropo, omogeneo e statico, ma risolvendo le sue equazioni si accorse che l’Universo non era statico ma si doveva o espandere o contrarre.
Oggi la teoria cosmologica standard, che è quella che meglio spiega i dati osservativi, è la più accettata.
La teoria racconta la nascita dell’Universo a partire dal Big Bang, avvenuto 13,8 miliardi di anni fa, attraverso un’espansione inflazionistica a partire da una microscopica regione ad altissima temperatura. Gli effetti della rapida espansione hanno raffreddato l’Universo che è diventato gigantesco e freddo.
Big Bang o no?
Non tutti gli scienziati concordano con la teoria del Big Bang, secondo alcuni anzi, è sbagliata e contraddetta da molte prove, tanto che negli ultimi anni si parla di “crisi della cosmologia“.
In un articolo su asiatimes, Jonathan Tennenbaum ha intervistato uno dei critici più noti del Big Bang, il fisico americano Eric J Lerner che è il fondatore e capo scienziato della società LPP Fusion, che sta sviluppando il Dense Plasma Focus, un tipo rivoluzionario di reattore a fusione che potrebbe fornire una scorciatoia verso la realizzazione della fusione nucleare.
Nel 1991 Eric Lerner ha pubblicato un libro intitolato “The Big Bang Never Happened“, che ha fatto discutere nella comunità scientifica. Tennenbaum che ha letto il libro, ha pensato che fosse solo una voce solitaria nel deserto. Ma poi nel maggio 2004 la rivista New Scientist ha pubblicato una “Lettera aperta alla comunità scientifica” firmata da 35 astrofisici e fisici che affermano che la teoria del Big Bang non era stata dimostrata e che le sue previsioni sono messe in dubbio da prove astronomiche.
A firmare la lettera, alcuni famosi scienziati che hanno dato importanti contributi all’astrofisica e all’astronomia, come Hermann Bondi, Thomas Gold e Jayant Narlikar. Da allora, oltre 200 astronomi e fisici hanno aggiunto le loro firme. Ancora oggi, Eric Lerner e colleghi continuano a pubblicare, su importanti riviste scientifiche, articoli che confutano la teoria del Big Bang.
Eric Lerner sostiene che il Big Bang non è stato dimostrato e che molte persone che ritengono questa teoria valida lo fanno per puro interesse in quanto il loro reddito e il loro lavoro dipende da questo.
“Ogni volta e ovunque guardi ciò che prevede l’ipotesi del Big Bang”, continua Lerner, “e lo confronti con le osservazioni, allora in quasi ogni singolo caso ottieni una massa di contraddizioni, ritengo la teoria alla stregua di un formaggio svizzero, cioè pieno di buchi”.
In un documento che Lerner ha inviato a una rivista peer-reviewed, esamina con il suo team, 18 grandi insiemi di dati indipendenti di osservazioni, e in 17 di questi, le previsioni della teoria del Big Bang sono chiaramente contraddette.
Secondo il documento preparato da Lerner, l’Universo contiene oggetti 10 volte più vecchi del Big Bang che inoltre sbaglia di ordini di grandezza la distribuzione degli elementi leggeri nell’Universo. Lerner nell’intervista non risparmia critiche nemmeno alla materia oscura, secondo lui le prove contro sarebbero schiaccianti. Anche le previsioni della teoria del Big Bang riguardanti il fondo cosmico a microonde hanno molteplici contraddizioni, così come le previsioni della teoria riguardo alla cosiddetta inflazione ed energia oscura.
Ma le false previsioni secondo Lerner non finiscono qui, anche la luminosità delle galassie andrebbe rivista in quanto ricerche più recenti hanno testato una delle sorprendenti previsioni della teoria del Big Bang: vale a dire che la geometria ordinaria non funziona a grandi distanze.
Nello spazio intorno a noi, sulla Terra, nel sistema solare e nella Via Lattea, man mano che oggetti simili si allontanano, sembrano più deboli e più piccoli. La loro luminosità superficiale, rimane una costante. Al contrario, la teoria del Big Bang ci dice che in un Universo in espansione gli oggetti in realtà dovrebbero apparire più deboli ma più grandi.
Inoltre, la luce si sarebbe allungata man mano che l’Universo si espandeva, attenuandosi ulteriormente. Quindi, in un Universo in espansione, le galassie più distanti dovrebbero avere una luminosità superficiale centinaia di volte inferiore rispetto a galassie vicine simili, rendendole effettivamente non rilevabili con i telescopi a disposizione oggi. Ma non è quello che mostrano le osservazioni.
I ricercatori hanno confrontato attentamente le dimensioni e la luminosità di circa mille galassie vicine ed altre estremamente distanti. Contrariamente alla previsione della teoria del Big Bang, hanno scoperto che la luminosità della superficie delle galassie vicine e lontane sono identiche, proprio come ci si aspetterebbe senza espansione. I cosmologi del Big Bang secondo Lerner lo consideravano semplicemente un’anomalia affermando: “Come risolviamo l’anomalia?” hanno escogitato un’ipotesi aggiuntiva che ha complicato la teoria, per spiegare la differenza.
Quindi, l’ipotesi aggiuntiva era l’evoluzione delle dimensioni. Hanno detto, essenzialmente, che le galassie crescono nel corso di miliardi di anni. La loro luminosità superficiale sarebbe centinaia di volte maggiore di qualsiasi galassia che vediamo oggi! E questo, per coincidenza, spiegherebbe la discrepanza con i dati osservati.
Anche con questa ipotesi secondo Lerner i dati contraddicono ancora la teoria. Secondo Lerner in tutte le 18 aree, tranne una, ci sono spiegazioni dei fenomeni osservati che si basano su leggi fisiche note e che non richiedono il Big Bang. Puoi sbarazzarti della cosiddetta inflazione cosmica, aggiunge Lerner, puoi sbarazzarti dell’energia oscura, puoi sbarazzarti dell’universo in espansione. Puoi sbarazzarti della materia oscura.
L’unica eccezione sottolinea l’intervistatore è quella segnalata da Edwin Hubble cento anni fa, ovvero il red shift. Chi ritiene corretta la teoria del Big Bang considera le misurazioni dello spostamento verso il rosso come una prova decisiva che le galassie lontane si stanno allontanando da noi e che l’Universo stesso si sta espandendo.
L’espansione secondo Lerner è solo una spiegazione specifica della relazione dello spostamento verso il rosso. Ma nella scienza, dare solo una spiegazione a qualcosa non è sufficiente. La validità di una spiegazione di una teoria deve essere verificata dalle sue previsioni, confrontando le sue previsioni con le osservazioni successive. Lerner batte su questo punto, a parte lo spostamento verso il rosso i risultati che lui e il suo team hanno raggiunto affermano che le previsioni della teoria del Big Bang sono errate.
Hubble, spiega Lerner ha fatto le prime osservazioni dello spostamento verso il rosso cento anni fa e non ha mai creduto che fosse dovuto all’espansione dell’Universo. Credeva di osservare un fenomeno fisico nuovo e ancora inspiegabile. Questo è ciò che dobbiamo esaminare. Ci dovrebbe essere un nuovo fenomeno che spieghi come la radiazione elettromagnetica perde energia mentre viaggia. In effetti, ci sono previsioni da un tale effetto che sarebbe possibile testare all’interno del nostro sistema solare.
Si potrebbe utilizzare una sonda spaziale, se lo spostamento verso il rosso avviene all’interno del nostro sistema solare. Sappiamo da molteplici osservazioni che il nostro sistema solare non si sta espandendo. Se ci fosse un effetto di spostamento verso il rosso dipendente dalla distanza, potremmo mettere in orbita un veicolo spaziale in grado di misurarlo all’interno del sistema solare stesso.
Un esperimento del genere, conclude Lerner, si potrebbe effettuare con la missione LISA , che ha lo scopo di misurare le onde gravitazionali, potrebbe essere modificata per misurare effettivamente un effetto basato sulla distanza nella propagazione della luce.