Un team di ricercatori ha approfondito il concetto di motori a curvatura, che teoricamente permetterebbero alle astronavi di superare la velocità della luce, sfruttando i principi della relatività generale di Einstein.
Cosa sono i motori a curvatura?
I motori a curvatura sono un concetto che proviene dalla fantascienza e che, pur essendo al momento solo teorico, affascina scienziati e appassionati di tutto il mondo. In poche parole, un motore a curvatura è un ipotetico dispositivo che permetterebbe a un’astronave di viaggiare a velocità superiori a quella della luce, superando così uno dei limiti fondamentali della fisica einsteiniana.
Esso, invece di accelerare un oggetto fino a velocità prossime a quella della luce (cosa che richiederebbe un’energia infinita), deformerebbe lo spaziotempo attorno all’astronave. Immaginalo come una sorta di bolla che “trascina” l’astronave con sé, contraendo lo spazio davanti e espandendolo dietro. In questo modo, l’astronave potrebbe percorrere distanze enormi in tempi relativamente brevi, senza violare le leggi della fisica.
Nonostante le difficoltà, la ricerca sui motori a curvatura continua. I fisici stanno esplorando diverse teorie e modelli, cercando di capire se è possibile realizzare un motore a curvatura rispettando le leggi della fisica. Tuttavia, le simulazioni al computer e gli esperimenti di laboratorio stanno fornendo nuovi indizi.
Onde gravitazionali da motori a curvatura
Una nuova ricerca ha esplorato le onde gravitazionali emesse durante un teorico guasto del motore a curvatura, e i risultati ottenuti hanno suggerito che, sebbene la tecnologia attuale non riesca a rilevare tali segnali, i progressi futuri potrebbero consentirci di utilizzare questi segnali per sondare più a fondo la natura dello spaziotempo e dell’universo.
Per decenni, la propulsione a curvatura – un concetto che ha affascinato scienziati e appassionati di fantascienza – è stata oggetto di intense ricerche teoriche. Basata sulla deformazione dello spaziotempo, questa forma di propulsione superluminale è ora al centro di un nuovo studio. I ricercatori hanno infatti simulato le onde gravitazionali che i motori a curvatura in avaria potrebbero emettere, aprendo nuove prospettive per la sua eventuale rilevazione.
La Dottoressa Katy Clough della Queen Mary University di Londra, prima autrice dello studio, ha spiegato: “Sebbene i warp drive siano puramente teorici, hanno una descrizione ben definita nella teoria della relatività generale di Einstein, e quindi le simulazioni numeriche ci consentono di esplorare l’impatto che potrebbero avere sullo spaziotempo sotto forma di onde gravitazionali”.
Il Professor Tim Dietrich dell’Università di Potsdam ha commentato: “L’aspetto più importante dello studio è la novità di modellare accuratamente le dinamiche degli spazio-tempi di energia negativa e la possibilità di estendere le tecniche a situazioni fisiche che possono aiutarci a comprendere meglio l’evoluzione e l’origine del nostro universo, o i processi al centro dei buchi neri”.
Questa nuova ricerca, pubblicata sulla rivista The Open Journal of Astrophysics,
è il risultato di una collaborazione tra specialisti in fisica gravitazionale presso la Queen Mary University di Londra, l’Università di Potsdam, il Max Planck Institute (MPI) per la fisica gravitazionale di Potsdam e l’Università di Cardiff.
Sebbene non affermi di aver decifrato il codice dei motori a curvatura, essa esplora le conseguenze teoriche di un “fallimento di contenimento” dello stesso utilizzando simulazioni numeriche.
Ricerca sui motori a curvatura
I motori a curvatura, pur essendo un pilastro della fantascienza, presentano ostacoli significativi per la loro realizzazione pratica. Oltre alla necessità di una materia esotica con energia negativa, la gestione della bolla di curvatura durante il viaggio e la sua disattivazione sicura rappresentano sfide ingegneristiche complesse.
Le simulazioni hanno mostrato che il collasso dei motori a curvatura genererebbe un segnale gravitazionale caratterizzato da un burst di alta frequenza. Tale segnale, differente dai tipici segnali astrofisici, richiederebbe rilevatori ottimizzati per bande di frequenza più elevate rispetto a quelli attualmente in uso. Sebbene la tecnologia per costruire tali strumenti sia già a disposizione, non esistono ancora progetti finanziati specificamente per questa ricerca. L’individuazione di tali segnali offrirebbe una promettente via per la ricerca di artefatti tecnologici di origine extraterrestre.
La velocità di curvatura potrebbe essere lontana, ma questa ricerca ha già ampliato i confini della nostra comprensione degli spazi-tempi esotici e delle onde gravitazionali. I ricercatori hanno in programma di studiare come cambia il segnale con diversi modelli di propulsione a curvatura.