I guardiani della Barriera

Come nella fortunata serie televisiva anche il nostro cervello ha una potente barriera che ostacola l'attacco da virus e batteri

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Nella fortunata serie tv Il Trono di Spade, la Barriera è una colossale fortificazione fatta di ghiaccio, neve e pietra, costruita nel Nord del continente occidentale allo scopo di difendere i Sette Regni dalla minacciosa presenza degli Estranei. La Barriera è difesa e manutenuta da una confraternita di monaci-guerrieri chiamati i  Guardiani della notte.
Ebbene anche il nostro cervello ha la sua Barriera. Si tratta della barriera emato-encefalica costituita dalle cellule endoteliali del sistema nervoso centrale che hanno delle giunzioni più strette, che consentono solo a certe molecole di attraversarle e raggiungere il cervello trasportate dal flusso ematico. Hanno libero accesso l’acqua che idrata il cervello, il glucosio che lo nutre, gli amminoacidi che lo riforniscono di materia prima, e poco altro. La barriera invece respinge batteri e tossine che potrebbero danneggiare il nostro cervello.
Grazie alla barriera emato-encefalica siamo protetti da gran parte delle infezioni, il rovescio della medaglia è che se un’infezione riesce comunque a colpirci, la barriera non permette il passaggio ai farmaci fatti di grandi molecole e neppure alla stragrande maggioranza di quelli con piccole molecole. La ricerca sta cercando di sviluppare farmaci nanomolecolari (nell’ordine dei miliardesimi di metro) capaci di attraversare il filtro cerebrale.
Fortunatamente nel caso che qualche incursione di agenti patogeni riesca a superare la Barriera, ecco pronte ad intervenire delle piccole e voracissime cellule, le microglia distribuite in tutto l’encefalo ma anche nel midollo spinale. Queste cellule macrofaghe aggrediscono gli invasori e attenuano l’infiammazione che hanno provocato. Più piccole di tutte le altre cellule gliali, si occupano costantemente di tenere sotto controllo l’ambiente circostante e la salute dei neuroni, delle altre cellule gliali e dei vasi sanguigni. Sono per continuare quest’ardita metafora i Guardiani della Notte del nostro cervello.