Nella comunità scientifica c’è una nuova costante: la rissa cosmica tra chi misura la costante di Hubble, ovvero il tasso di l’espansione dell’universo a partire dalla radiazione cosmica e chi invece lo fa osservando le supernove. Entrambi convinti di avere ragione. Entrambi con dati solidi. Entrambi con l’espressione tipica di chi non dorme da tre conferenze.
Gli uni dicono: “L’universo si espande a 67 chilometri al secondo per megaparsec.”
Gli altri rispondono: “No, è 73. E smettetela di tirare fuori il telescopio ogni volta che vi contraddicono!”
Nel frattempo, il telescopio James Webb si limita a inviare foto sempre più dettagliate di galassie antichissime, mentre ride sotto i pannelli solari. Alcuni dicono che ride in redshift.
Un cosmologo intervistato ha dichiarato: “La situazione è sotto controllo. Appena risolviamo la Hubble Tension, ci dedichiamo al problema della materia oscura. Entro il prossimo Big Crunch, promesso.”
Cronache dalla Realtà Parallela: quando anche l’universo non collabora coi piani degli scienziati.
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