Il pianeta Saturno, il sesto in ordine di distanza dal Sole, non è rimasto immune da bufale e fake news che lo hanno visto protagonista.
Bufale su Saturno
Una recente notizia afferma che i russi avrebbero inviato un veicolo spaziale con equipaggio verso il Signore degli anelli e tenuto la notizia nascosta al grande pubblico.
A parlarne fu per primo il 30 agosto 2016, Section 51 (un sito web dedicato agli UFO). Il sito in questione ha riferito che l’Agenzia Spaziale Russa (ROSCOSMOS) era riuscita a mandare un gruppo di esseri umani su Saturno – e aveva fatto trapelare video per dimostrarlo:
https://i.rmbl.ws/s8/2/z/6/k/P/z6kPa.caa.1.mp4?b=0&u=cxbq
Il sito avrebbe ricevuto il video da un contatto nell’agenzia spaziale russa che, ovviamente, è rimasto totalmente anonimo.
Il video mostra i cosmonauti russi che raggiungono l’orbita di Saturno ed esplorano con la navetta spaziale la luna Titano. Il misterioso contatto ha dichiarato che i cosmonauti avevano appena raggiunto Saturno dopo un viaggio spaziale di quasi sette anni.
Il video incluso nel post contiene immagini simili a cartoni animati e effetti sonori alquanto drammatici.
Anche altri siti hanno raccontato strani misteri su Saturno, il canale Youtube Secure Team 10, noto per i suoi video complottisti con i quali si è fatto conoscere da quella branca di pubblico sempre alla ricerca di nuove cospirazioni.
Il canale sostiene di avere intervistato un certo “dottor Bergrun” secondo il quale gli anelli di Saturno sarebbero un ottimo posto dove occultare astronavi in missione nel sistema solare; oltre a Saturno, sempre secondo quanto afferma il presunto dottore, anche Urano e Giove, che hanno anelli meno evidenti, ospiterebbero astronavi aliene.
I pianeti con gli anelli
Un anello planetario è un anello di polveri e altre piccole particelle che orbitano attorno ad un pianeta formando un disco piatto. L’esempio più spettacolare e famoso è dato dagli anelli attorno a Saturno ma anche Giove ed Urano hanno un sistema di anelli, anche se meno spettacolare di quello di saturno.
Sono stati proposti tre diversi meccanismi per spiegare la formazione degli anelli planetari:
- da materiale del disco protoplanetario che si trovava all’interno del limite di Roche del pianeta e non poté pertanto proseguire il processo di coalescenza per formare un satellite
- da detriti derivanti da un satellite naturale che è stato frammentato in conseguenza di un grosso impatto
- da detriti di un satellite naturale frammentato dalle forze di marea quando si era trovato ad oltrepassare il limite di Roche del pianeta.
- da ciò che resta delle loro superfici.
Si pensava che questi anelli fossero instabili e che sarebbero di conseguenza svaniti nel corso di poche decine o al massimo qualche centinaio di milioni di anni. Le osservazioni più recenti sembrano però indicare che gli anelli di Saturno abbiano un’età che si può far risalire alla formazione del sistema solare.
Gli anelli di Giove sono i costituenti di un debole sistema di anelli planetari intorno a Giove, il terzo ad esser stato scoperto nel sistema solare, dopo quello di Saturno e quello di Urano.
Fu osservato per la prima volta nel 1979 dalla sonda Voyager 1, ma fu analizzato più approfonditamente negli anni novanta dalla sonda Galileo e, a seguire, dal telescopio spaziale Hubble e dai più grandi telescopi di terra.
Un mosaico di fotografie degli anelli di Giove scattate dalla sonda statunitense Galileo mentre si trovava nel cono d’ombra del pianeta.
Il sistema di anelli consiste principalmente di polveri, presumibilmente silicati. È suddiviso in quattro parti principali: un denso toro di particelle noto come anello di alone; una fascia relativamente brillante, ma eccezionalmente sottile nota come anello principale; due deboli fasce più esterne, detti anelli Gossamer (garza), che prendono il nome dai satelliti il cui materiale superficiale ha dato origine a questi anelli: Amaltea (anello Gossamer di Amaltea) e Tebe (anello Gossamer di Tebe).
L’anello principale e l’anello di alone sono costituiti da polveri originarie dei satelliti Metis e Adrastea ed espulse nello spazio in seguito a violenti impatti meteorici. Le immagini ottenute nel febbraio e nel marzo 2007 dalla missione New Horizons ha mostrato inoltre che l’anello principale possiede una ricca struttura molto fine.
All’osservazione nel visibile e nell’infrarosso vicino gli anelli hanno un colore tendente al rosso, eccezion fatta per l’anello di alone, che appare di un colore neutro o comunque tendente al blu.
Le dimensioni delle polveri che compongono il sistema sono variabili, ma è stata riscontrata una netta prevalenza di polveri di raggio pari a circa 15 µm in tutti gli anelli tranne in quello di alone, probabilmente dominato da polveri di dimensioni nanometriche.
L’età del sistema è sconosciuta ma si ritiene che esista sin dalla formazione del pianeta madre.
Ci vorranno ancora decenni prima che gli esseri umani potranno andare di persona a studiare queste meraviglie.
Finora, l’unico corpo celeste su cui un essere umano ha posto piede è la Luna. Mentre un equipaggio internazionale di astronauti opera sulla la Stazione Spaziale Internazionale. Per quanto se ne sa, nessuna agenzia spaziale è ancora riuscita a inviare esseri umani su Marte, anche se future missioni sono in corso di preparazione.
L’obiettivo attuale della NASA è quello di provare a tornare stabilmente sulla Luna entro il 2024, e di arrivare su Marte tra gli anni ’30 e ’40.
Forse, il più impegnato con un progetto per mandare esseri umani su Marte è il fondatore di SpaceX, Elon Musk, che vuole inviare su Marte una missione con equipaggio umano entro la fine degli anni ’20.