Nel 2015 l’amministrazione Obama ha approvato lo Spurring Private Aerospace Competitiveness and Entrepreneurship (or SPACE) Act, una legge che invitava i cittadini statunitensi a esplorare il cosmo a fini commerciali. La proposta del governo americano si rivolgeva oltre che alla Luna anche a corpi minori come gli asteroidi che potrebbero diventare il bersaglio di grandi gruppi industriali interessati ad avviare lo sfruttamento minerario.
L’amministrazione Trump fin dal suo insediamento ha esplicitamente inserito tra i suoi piani, quello di proporre uno “sviluppo economico su larga scala dello spazio“ dove società e aziende private statunitensi, in grado di lanciare sonde e veicoli spaziali, potranno rivendicare di fatto il “diritto di sfruttamento“ della superficie lunare.
Le rivendicazioni di possedimenti territoriali sulla Luna sono un tema sul quale si discute ormai da decenni, salito alla ribalta con l’avvio della corsa alla conquista dello spazio iniziata a metà del XX secolo. Già nel 1967 venne ratificato un trattato sullo spazio extra-atmosferico al quale apposero le firme quasi tutte le nazioni del pianeta, un trattato che stabilisce che la Luna non può essere rivendicata da nessuna nazione.
Il 6 aprile scorso, l’amministrazione Trump ha firmato un ordine esecutivo che riconosce formalmente i diritti degli interessi di aziende private di rivendicare risorse nello spazio. Questo ordine è chiamato “Incoraggiare il sostegno internazionale per lo sfruttamento delle risorse spaziali” e chiude al dibattito decennale iniziato con la firma del Trattato firmato nel 1967.
Questo ordine si basa sia sulla CSLCA (Commercial Space Launch Competitiveness Act) che sulla direttiva spaziale-1 (SD-1), che l’amministrazione Trump ha firmato in legge l’11 dicembre 2017. Questa direttiva stabilisce che “gli americani dovrebbero avere il diritto di impegnarsi nell’esplorazione commerciale, nel recupero e nell’uso di risorse nello spazio, coerentemente con la legge applicabile e che gli Stati Uniti non vedono lo spazio come un” bene comune”.
Ora l’amministrazione Trump sta compiendo un ulteriore passo in avanti preparando, secondo alcune indiscrezioni riportate principalmente dall’agenzia Reuters, un progetto legale per utilizzare la luna in base a un nuovo accordo internazionale sponsorizzato dagli Stati Uniti chiamato Accordi Artemis.
L’accordo consiste sostanzialmente nella possibilità per collaboratori internazionali di partecipare al progetto della NASA di riportare esseri umani sulla Luna e di costruire una stazione spaziale in orbita intorno ad essa entro il prossimo decennio, e arriva proprio mentre la NASA sta svolgendo un ruolo crescente nell’attuazione della politica estera americana.
Il progetto non è stato ancora formalmente condiviso con gli alleati degli Stati Uniti. Il progetto legale o “Artemis Accords“, prende il nome dal nome del nuovo programma lunare Artemis della NASA, e propone “zone di sicurezza” che circonderebbero le future basi lunari per prevenire danni o interferenze da parte di paesi o compagnie rivali che operano nelle immediate vicinanze.
Il patto cerca di definire un quadro legale ai sensi del diritto internazionale affinché le aziende, private e non, possano sfruttare commercialmente le risorse che dovessero reperire ed estrarre sulla Luna e, in seguito, su altri corpi del sistema solare, siano essi pianeti, lune o asteroidi.
I funzionari degli Stati Uniti programmano di negoziare accordi con partner spaziali come il Canada, il Giappone e i paesi europei, così come gli Emirati Arabi Uniti, aprendo colloqui anche con gli altri paesi che hanno interessi nell’estrazione sul suolo lunare.
La Russia, uno dei principali partner della NASA sulla Stazione Spaziale Internazionale, vista la recente situazione di tensione, non sarà uno dei primi partner in questi accordi.
Anche le Nazioni Unite hanno tentato di ratificare un accordo sullo sfruttamento della Luna che dovrebbe essere rivolta a tutta l’umanità come un beneficio comune facendo si che le attività non scientifiche fossero governate da un quadro internazionale.
Il trattato sulla Luna proposto dall’ONU ad oggi è stato ratificato solamente da 18 nazioni, sia gli USA che la Russia che la Cina non lo hanno firmato, come non lo ha ancora fatto nessuna altra grande potenza spaziale a parte l’India.
Ecco cosa si intende per “Incoraggiare il sostegno internazionale delle risorse spaziali” basato sia sulla CSLCA che sulla direttiva spaziale-1 (SD-1) firmata da Trump:
“L’incertezza relativa al diritto, al recupero e all’utilizzo delle risorse spaziali, inclusa l’estensione del diritto al recupero commerciale e all’utilizzo delle risorse lunari, tuttavia, ha scoraggiato alcune entità commerciali dal partecipare a questa impresa. Domande sul fatto se l’accordo del 1979 che governa le attività of States on the Moon e altri Celestial Bodies (“l’Accordo sulla Luna”) che stabilisce il quadro giuridico per gli stati nazionali in merito al recupero e all’uso delle risorse spaziali ha approfondito questa incertezza, in particolare perché gli Stati Uniti non hanno né firmato né ratificato l’Accordo sulla Luna“.
L’amministrazione Trump sottolinea l’importanza dei partner commerciali nel progetto Artemis e nel piano della NASA di esplorare Marte e oltre.
“L’esplorazione a lungo termine e le scoperte scientifiche della Luna, di Marte e di altri corpi celesti richiederanno una collaborazione con entità commerciali per recuperare e utilizzare le risorse, tra cui l’acqua e alcuni minerali, nello spazio“, afferma la direttiva.
L’amministrazione, dunque, incoraggia le aziende private agli investimenti nell’industria dello spazio andando nella direzione che i prospettori e le compagnie di estrazione spaziale come Planetary Resources e Deep Space Industries indicavano da tempo.
Poiché i paesi trattano sempre più lo spazio come un nuovo dominio militare, l’accordo guidato dagli Stati Uniti è anche emblematico del ruolo crescente della NASA come strumento della diplomazia americana ed è prevedibile che susciterà controversie con i rivali spaziali di Washington quali Russia e Cina.
Gli USA, di fatto, propongono di aprire un nuovo fronte commerciale che genererà tensioni, dove in molti proveranno a fare la voce grossa ma in cui gli unici soggetti ad avere effettivamente voce in capitolo saranno coloro, nazioni o aziende private, in grado di mandare autonomamente i loro mezzi oltre l’atmosfera.
A ben vedere, gli accordi Artemis non danno a nessuno il via libera nel rivendicare la sovranità sulla Luna o su parti di questa ma tendono a sollecitare una serie di accordi preventivi che evitino che si scatenino conflitti per lo sfruttamento di questa o quella parte della Luna, di Marte o degli asteroidi.
In pratica, gli Stati Uniti sostengono che il primo ad arrivare in un certo posto avrà diritto di sfruttarne eventuali risorse (probabilmente insieme ai suoi soci o alleati) senza essere disturbato dagli altri, che potranno avvicinarsi solo ad una distanza prestabilita, con una zona cuscinetto (potremmo definirla una zona neutrale) a costituire di fatto un’area franca.
Insomma, non lo si scrive da nessuna parte esplicitamente ma gli accordi Artemis sembrerebbero stabilire una specie di diritto coloniale, rivendicabile su appezzamenti dei corpi del sistema solare, non solo dalle dalle nazioni ma anche da compagnie private.
È facile prevedere che questa proposta non andrà giù facilmente alla Russia, attualmente in difficoltà con il suo programma di esplorazione spaziale, mentre potrebbe non dispiacere poi troppo alla Cina, che, oggi come oggi, è l’unico vero competitor degli USA nelle attività spaziali oltre l’orbita terrestre.
La bozza degli accordi non è ancor stata presentata a partners e alleati e neanche ai rivali, segno che si sta ancora cercando di smussare alcuni passaggi critici. Non ci resta, quindi, che aspettare e vedere come evolveranno le cose.
Fonti:
https://www.reuters.com/article/us-space-exploration-moon-mining-exclusi/exclusive-trump-administration-drafting-artemis-accords-pact-for-moon-mining-sources-idUSKBN22H2SB;
https://www.rivistastudio.com/luna-sovranita-territoriale/;
https://www.cnet.com/news/white-house-drafting-international-artemis-accords-for-moon-mining-report-says/;
Gli accordi Artemis per lo sfruttamento internazionale della Luna
Nel 2015 l'amministrazione Obama ha approvato lo Spurring Private Aerospace Competitiveness and Entrepreneurship (or SPACE) Act, una legge che invitava i cittadini statunitensi a esplorare il cosmo a fini commerciali. Ora l'amministrazione Trump sta provando ad estendere a livello internazionale una struttura legale per la gestione commerciale dello spazio.
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