di Rosa Pullano
A giudicare dai titoli “acchiappaclick” che alcune testate appioppano alle notizie, con l’intento di incuriosire il lettore, il decadimento del giornalismo è ormai evidente. Fare informazione è un compito importante, un tempo quasi “nobile”; ma, ahimè, negli ultimi tempi sembra che contino solo le visualizzazioni (e i guadagni a esse legati). Ho sempre creduto che la gente, leggendo un articolo, possa essere colpita da un passaggio, una riflessione o una semplice frase espressa in modo intelligente e accurato, invece che da un titolone a effetto: è come lasciare un segno ben tangibile nella mente di una persona, inducendola a proseguire con interesse la lettura.
INFORMAZIONE? NO, ACCHIAPPACLICK
Certo, se ci sono, ben vengano valanghe di click; tuttavia, scrivere esclusivamente con l’idea del guadagno non è una buona cosa. Le visualizzazioni e i compensi sono importanti ma, la scrittura? Che fine ha fatto l’impegno, la passione, il voler fare “informazione” oltre che “visualizzazione”? Molte testate online pubblicano prevalentemente articoli di gossip, scuola, politica e cronaca, quest’ultima possibilmente “arricchita” dai particolari più truculenti o scandalistici: migliaia di “notizie” quotidiane, condite di immagini violente o addirittura pornografiche, rimaneggiate in un’infinità di versioni, bufale pazzesche che ormai più nessuno si preoccupa di verificare, pettegolezzi sui personaggi famosi suscitano valanghe di commenti, soprattutto su Facebook: in poche parole, il caos. Pochissimi, invece, quelli che leggono volentieri anche altre cose, mai messe in rilievo: scienza, musica, arte, astronomia, mostre, curiosità varie e magari, perchè no, un pò di notizie positive; di quelle, per intenderci, che rincuorano e fanno ben sperare per il futuro. E tutti sappiamo quanto ne abbiamo bisogno, in questo momento.
IL GIORNALISMO È MORTO
Che informazione è, se tali argomenti sono sempre meno evidenziati? Che informazione è, se i motori di ricerca mettono quelle news in posizioni di rilievo perchè, tanto, “chi mai leggerà quella notiziola curiosa, poco rilevante, di cui non interessa nulla a nessuno?” Non che ci sia qualcosa di male, in fondo si vende un prodotto e chi scrive dà alla gente ciò che vuole leggere, così come la TV dà ciò che vuole guardare: per molti è uno svago, un passatempo, un divertimento; per altri invece, solo spazzatura. Dove sono finiti quei giornalisti di una volta, immersi in un mare di fogli appallottolati, con la sigaretta penzolante tra le labbra e la lampada posizionata sulla macchina da scrivere? Dove sono finiti quei giornalisti che, impermeabile e macchina fotografica a tracolla, si recavano immediatamente sul posto in cui era accaduto il “fatto”, intervistavano i presenti, prendevano appunti e poi ne facevano una fedelissima, onestissima cronaca, nonostante guadagnassero poco?
Una figura “antica”, sorpassata, preistorica: scrivere per profitto è ben diverso da chi lo fa con passione, trascinato dall’entusiasmo piuttosto che da mire economiche o, peggio, da ideologie politiche che danno alle notizie versioni mai oneste, trasparenti, “pulite”, scevre da ogni condizionamento. Il giornalismo è morto, questa è la verità: nessuno, però, sembra che se ne sia accorto.
Rosa Pullano è un’articolista e bloggher. Al suo attivo esperienze lavorative su diverse testate on line. Ama leggere e è un’attenta osservatrice dei principali fatti di cronaca, oltre che delle curiosità in generale: la scrittura come passione. Email: rosafb@email.it – Blog: http://isolo.altervista.orghttps://www.facebook.com/Solonotiziepositive57/ –https://www.facebook.com/videoandnews/