Un gruppo di oltre 30 scienziati ha pubblicato una road map di ricerca sulla rivista Science Advances inerente un aspetto della geoingegneria solare che esplora la possibilità di riflettere maggiormente la luce solare e raffreddare il pianeta illuminando le nuvole della Terra. La strategia più promettente al riguardo è la tecnica di schiarimento delle nuvole marine (MCB), che prevede l’uso di particelle riflettenti per contrastare gli effetti del cambiamento climatico.
Malgrado ciò, gli esperti sono consapevoli della necessità di approcciare con attenzione i tentativi di ombreggiare artificialmente la superficie terrestre con nuvole marine spruzzando acqua salata nell’aria dalle navi, e le tecniche di geoingegneria solare devono essere attentamente testate e regolate, poiché ci sono molti rischi potenziali associati allo schiarimento delle nuvole.
I potenziali benefici di questo tipo di pratica non sono ancora stati completamente valutati e gli scienziati non sanno se tali tecniche potrebbero creare ulteriori problemi ambientali, tuttavia visti gli effetti del cambiamento climatico e che i paesi con obiettivo di ridurre l’inquinamento da gas serra restano ancora indietro, ora alcuni studiosi ritengono la geoingegneria solare una possibile soluzione di emergenza.
Come afferma Lynn Russell, coautore dello studio e scienziato del clima presso lo Scripps Institution of Oceanography presso l’Università della California a San Diego, è necessario considerare l’uso di piani di back-up come misura temporanea, in attesa di capire quali siano i possibili rischi ed i benefici della geoingegneria solare.
Gli studiosi, del resto, sottolineano come la geoingegneria solare non farebbe nulla per ridurre le emissioni di gas serra, tuttavia potrebbe contribuire a rallentare il peggioramento dei disastri climatici, lavorando in parallelo con la riduzione delle emissioni.
Il dibattito sulla geoingegneria solare riguarda l’eventuale ruolo che dovrebbe essere assegnato alla pratica come soluzione climatica e su come regolarla, ad oggi la strategia di iniezione di aerosol stratosferico (SAI), che prevede la catapultazione di particelle nella stratosfera terrestre per riflettere la luce solare nello spazio, ha suscitato una serie di polemiche sulla necessità di un’attenta valutazione del potenziale rischio ambientale associato alla pratica.
Il gruppo di 31 scienziati proveniente da tutto il mondo che ha redatto la road map di ricerca si è riunito nel 2022 per valutare la comprensione attuale dello schiarimento delle nuvole marine e determinare le lacune di conoscenza da colmare, con il progetto che ha l’obiettivo di far progredire la ricerca sulla MCB.
La ricerca concentra l’attenzione su come affrontare gli sforzi di ombreggiamento artificiale con particelle riflettenti per contrastare gli effetti del cambiamento climatico sulla Terra, infatti lo schiarimento delle nuvole marine mira a riprodurre gli effetti delle eruzioni vulcaniche, inviando particelle riflettenti nelle nuvole basse invece di più in alto nella stratosfera, a differenza della strategia SAI.
Tuttavia, le nuvole rappresentano un enigma climatico, poiché alcune bloccano la luce solare mentre altre trattenono il calore, ed il rischio con lo schiarimento delle nuvole marine è quello di far diradare le nuvole e causare la pioggia, che potrebbe invece portare ad un maggiore riscaldamento.
Il successo della tecnica di schiarimento delle nuvole marine dipende dunque da una serie di fattori, tra cui le condizioni meteorologiche e la capacità di coordinare le particelle al momento giusto e su aree sufficientemente ampie.
Come ha affermato Graham Feingold, autore principale e ricercatore del Laboratorio di scienze chimiche della NOAA, la creazione delle condizioni per il successo della tecnica è una sfida importante che richiede la massima attenzione, ecco perché la fattibilità della tecnologia dipenderà dai risultati positivi riscontrati nei test di laboratorio e negli studi di modellizzazione.
Cos’è la geoingegneria solare
La geoingegneria solare, ovvero l’uso di tecniche per modificare le condizioni ambientali al fine di ridurre gli effetti del cambiamento climatico, è un argomento molto discusso. La tecnica più conosciuta è forse l’iniezione di aerosol stratosferico (SAI), che prevede l’invio di particelle riflettenti come lo zolfo nella stratosfera per riflettere la radiazione solare e raffreddare il pianeta.
Tuttavia, la SAI è stata soggetta a molte polemiche in quanto una soluzione efficace di questo tipo potrebbe avere effetti collaterali incontrollabili e imprevedibili. Un esempio è la startup che nel 2022 ha suscitato un tumulto globale portando avanti i propri esperimenti SAI nonostante una moratoria globale di fatto sulla geoingegneria su larga scala.
Per questo motivo, alcuni scienziati si stanno concentrando su una tecnica alternativa con meno rischi di effetti collaterali, pertanto lo schiarimento delle nuvole marine rappresenta una soluzione alternativa che potrebbe essere testata. Questa tecnica prevede l’uso di particelle riflettenti inviate nelle nuvole marine, che bloccano il calore ad eccezione della luce solare che viene riflessa.
Il vantaggio principale dello schiarimento delle nuvole marine rispetto alla SAI è la sua semplicità, che riduce le possibilità di effetti collaterali, tuttavia i meccanismi di queste tecniche non sono ancora completamente compresi, e gli scienziati non conoscono con esattezza i rischi di interferenza con il meteo ad essi correlati.
Gli scienziati che sostengono queste proposte affermano che la geoingegneria solare può essere un’alternativa di emergenza nel contrastare il riscaldamento globale mentre i governi faticano nelle iniziative per ridurre le emissioni di gas serra, ed ancora non si ha una chiara comprensione dei potenziali impatti ecologici e sanitari delle tecniche di geoingegneria solare, ma molti esperti ritengono che lo sviluppo di linee guida rigorose rappresenti una necessità urgente.
Per esempio, il gruppo di esperti che ha redatto il documento incentrato sulla tecnica di schiarimento delle nuvole marine si è riunito per valutare l’attuale comprensione scientifica della tecnica e identificare lacune con l’obiettivo di far progredire la ricerca sulla MCB. L’idea è quella di portare le particelle delle giuste dimensioni nelle nuvole ricettive al momento giusto del giorno e della stagione, e su aree sufficientemente grandi da ombreggiare vaste aree dell’oceano, ma si tratta di una sfida che richiede attenzione e perizia.
In generale, gli esperti motivano gli sforzi da una crescente consapevolezza sul fatto che le conseguenze del cambiamento climatico sono già evidenti, una strategia di protezione ambientale è necessaria, e alcuni ritengono che la geoingegneria solare possa rappresentare una risposta. Tuttavia, per l’uso di queste tecniche servono norme standardizzate e regolate al fine di proteggere la salute umana e l’ambiente stesso.
Infine, è importante ricordare che queste tecniche non sono una soluzione ultima e il loro uso dovrebbe essere accompagnato da una riduzione degli inquinanti e l’eliminazione degli agenti inquinanti come soluzioni a lungo termine, da ricordare che la geoingegneria solare è una soluzione di emergenza che può essere utilizzata temporaneamente, ma che non risolve il problema principale che è la riduzione delle emissioni di gas serra.
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