L’evoluzione umana continua e grazie ad una scoperta di un gruppo di studiosi della Flinders University e dell’Università di Adelaide in Australia, è stato possibile sapere che alcuni esseri umani stanno sviluppando un’arteria nell’avambraccio.
La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Anatomy e parte dalla considerazione che prima di venire al mondo, ognuno di noi è provvisto di un’arteria mediana che scorre lungo l’avambraccio e ha il compito di fornire sangue alle mani. La nuova scoperta ha stabilito che alcuni soggetti conservano la propria arteria mediana, e la percentuale del fenomeno è in continua crescita.
Maciej Henneberg, autore dello studio e specialista di anatomia presso la University of Adelaide Medical School, ha rilasciato alcune parole in merito. Ecco quanto da lui dichiarato: “Questa è una microevoluzione negli esseri umani moderni e l’arteria mediana è un perfetto esempio di come ci stiamo ancora evolvendo. Perché le persone nate più di recente hanno una maggiore prevalenza di questa arteria rispetto agli esseri umani delle generazioni precedenti“.
Le informazioni necessarie sono arrivate dalle autopsie fatte sui cadaveri: il team di Henneberg ha scoperto che solo il 10% delle persone nate nel 1880 conservava la propria arteria mediana, mentre il 30% di quelle nate alla fine del XX secolo aveva questa “caratteristica”. Analizzando tali numeri, il team conclude che questo è il tasso più veloce con cui l’umanità si è evoluta negli ultimi 250 anni.
Se la percentuale dovesse continuare a crescere, i soggetti con un’arteria mediana nell’avambraccio diventeranno una “normalità” piuttosto che l’eccezione. Nonostante sia una scoperta sensazionale, potrebbe comportare complicazioni mediche. Infatti l’arteria mediana è da ricondurre a casi dolorosi di sindrome del tunnel carpale.
Teghan Lucas, coautore dello studio e anatomista e archeologo della Flinders University, ha dichiarato: “Questo aumento potrebbe essere il risultato di mutazioni di geni coinvolti nello sviluppo dell’arteria mediana o problemi di salute nelle madri durante la gravidanza, o entrambi in realtà. Se questa tendenza continua, la maggioranza delle persone avrà l’arteria mediana dell’avambraccio entro il 2100”.
Durante la ricerca, il team ha notato che, confrontando questa informazione con i dati di una ricerca della letteratura del passato, l’arteria mediana è ancora in grado di trasportare un adeguato apporto di sangue.
Gli studiosi ritengono che significhi che la selezione naturale favorisce coloro che mantengono l’apporto di sangue extra. Questa peculiarità potrebbe derivare da geni mutati coinvolti nello sviluppo dell’arteria mediana, derivanti da problemi di salute con la madre durante la gravidanza.
L’autore principale dello studio, il professor Maciej Henneberg, che è anche membro dell’Istituto di medicina evolutiva presso l’Università di Zurigo, in Svizzera, afferma che l’evoluzione dell’arteria mediana offre dei benefici perché aumenta l’afflusso sanguigno complessivo e può essere utilizzata come sostituto negli interventi chirurgici in altre parti del corpo umano.
“Questa è una evoluzione microscopica negli esseri umani moderni e l’arteria mediana è un perfetto esempio di come l’evoluzione opera ancora su di noi, perché le persone nate più di recente hanno una maggiore prevalenza di questa arteria rispetto agli esseri umani delle generazioni precedenti“.
“Abbiamo raccolto tutti i dati pubblicati nella letteratura anatomica e abbiamo continuato a sezionare cadaveri donati per gli studi ad Adelaide e abbiamo scoperto che circa un terzo degli australiani ha l’arteria mediana nell’avambraccio e tutti ne saranno affetti entro la fine del secolo se questo processo continua“.
Altri esempi di cambiamenti dell’anatomia umana nel tempo includono la prevalenza della spina bifida occulta (apertura del canale sacrale), connessioni anomale di due o più ossa nei piedi, crescente assenza di denti del giudizio, arteria tiroidea (ramo dell’arco aortico) (diminuita nel tempo, scomparsa completamente entro la fine del XX secolo) e fabella (piccolo osso nella parte posteriore dell’articolazione del ginocchio, aumentata nel tempo).