Tre decenni fa, il paese recentemente indipendente dell’Ucraina era la terza potenza nucleare più grande del mondo. Migliaia di armi nucleari erano state lasciate sul suolo ucraino da Mosca dopo il crollo dell’Unione Sovietica nel 1991. Ma negli anni che seguirono, l’Ucraina prese la decisione di denuclearizzare completamente il Paese.
In cambio, Stati Uniti, Regno Unito e Russia avrebbero garantito la sicurezza dell’Ucraina in un accordo del 1994 noto come Memorandum di Budapest.
La Russia ha violato con disinvoltura il memorandum
Sabato, in un discorso alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha criticato i paesi occidentali per non aver mantenuto le promesse fatte alla caduta dell’Unione Sovietica.
“L’Ucraina ha ricevuto garanzie di sicurezza per abbandonare la terza capacità nucleare del mondo”, ha affermato Zelensky.
Alla fine della Guerra Fredda, solo la Russia e gli Stati Uniti avevano più armi nucleari. Il crollo sovietico, una caduta al rallentatore che culminò nel dicembre 1991, portò l’Ucraina, recentemente indipendente, a ereditare circa 5.000 armi nucleari che Mosca aveva di stanza sul suo suolo. I silos sotterranei nelle sue basi militari contenevano missili a lungo raggio che trasportavano fino a 10 testate termonucleari, ciascuna molto più forte della bomba che rase al suolo Hiroshima.
La rimozione di questo arsenale viene spesso visto come un trionfo del controllo degli armamenti. Diplomatici e attivisti per la pace considerarono l’Ucraina un modello in un mondo di aspiranti potenze nucleari.
Ma la storia mostra che la denuclearizzazione ha provocato uno sconvolgimento caotico nel neonato paese, che fu scosso da lotte intestine, capovolgimenti e discordia tra il governo e l’esercito. A quel tempo, sia gli esperti ucraini che quelli americani mettevano in dubbio la saggezza del disarmo atomico.
Le armi di distruzione di massa, secondo alcuni, erano l’unico mezzo affidabile per scoraggiare l’aggressione russa.
Oggi, l’unico modo in cui il conflitto tra Ucraina e Russia sarebbe differente, è se l’Ucraina avesse mantenuto il possesso delle armi nucleari sul suo territorio dopo il crollo dell’Unione Sovietica, due Stati dotati di armi nucleari starebbero ora testando la reciproca volontà di fare l’impensabile nel mezzo della crisi politica.
Supponiamo che l’Ucraina possedesse ancora le proprie armi strategiche nucleari rimaste dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Ciò avrebbe reso le differenze di lunga data nella regione meno problematiche? La Russia sarebbe meno incline a mostrare i muscoli in una regione dove ha le sue principali radici ed ambizioni politiche ed economiche? Lo sviluppo dei rapporti tra l’Ucraina e l’Europa – in particolare con gli Stati della Nato – sarebbe stato meno complicato o provocatorio da parte della Russia?
L’affermazione che la deterrenza funzioni e che, pertanto, l’Ucraina sarebbe più sicura con le armi nucleari è insostenibile. Innanzitutto, non vi è nessuna prova che la deterrenza funzioni o abbia mai funzionato.
Di sicuro ciò che avremmo adesso sarebbero due Stati dotati di armi nucleari, uno dei quali – probabilmente l’Ucraina – dovrebbe ora decidere dov’è la linea rossa che la costringerebbe a una decisione sull’uso di tali armi. Se quel punto fosse raggiunto, si realizzerebbe una delle due soluzioni: o l’Ucraina deciderebbe di non usare le armi nucleari indipendentemente da qualsiasi intervento russo, dimostrando come esse siano state inutili come strumento di sicurezza per tutto questo tempo; oppure le userebbe, con conseguenze intollerabili per se stessi, per milioni di Russi e per il resto del mondo.
L’Ucraina oggi
Oggi l’Ucraina non può facilmente produrre o acquisire i materiali per costruire una bomba. Anche così, il genio nucleare si sta ancora una volta agitando mentre le truppe russe circondano la nazione e intraprendono una guerra ombra nelle sue province più orientali.
Nel frattempo Mosca ha annunciato che inizierà massicce esercitazioni nucleari che comporteranno lanci di prova dei suoi missili balistici intercontinentali e missili da crociera.
Anche se non è fuori dall’ordinario per una potenza nucleare provare le sue forze nucleari, questo non è un esercizio ordinario visto che arriva in un momento in cui la Russia ha più di 150.000 soldati ammassati attorno al confine ucraino e sembra pronta a invadere in qualsiasi momento.
Questo non vuol dire che la Russia lancerà un primo attacco nucleare in Ucraina o altrove. Ma serve a ricordarci che le armi nucleari sono solo una sfortunata realtà del mondo instabile di oggi.