Quando si parla di salute, l’alimentazione ne rappresenta sicuramente un aspetto fondamentale poiché è proprio attraverso i cibi che mangiamo che il nostro organismo è in grado di sostenersi, e sono tantissimi gli studi che nel corso degli anni hanno cercato di evidenziare i benefici di questo legame così stretto.
Sono infatti numerose le diete (dove con questo termine indichiamo un regime alimentare specifico, e non una cura dimagrante) che suggeriscono di mangiare degli alimenti piuttosto che degli altri per ottenere dei particolari benefici.
Una particolarmente famosa e che sin dalla sua comparsa ha suscitato interesse nella comunità scientifica ma anche tra le persone, è la dieta del gruppo sanguigno; in cosa consiste? In un regime alimentare in cui i cibi da ingerire variano a seconda del gruppo sanguigno di appartenenza, perché a ognuno di essi corrisponderebbe una diversa risposta immunitaria del nostro corpo.
Il primo a parlarne fu negli anni ’50 il biologo nutrizionista James D’Adamo, e i suoi studi furono ripresi e portati avanti negli anni ’90 da suo figlio Peter D’Adamo: secondo questi due studiosi, se si ingeriscono alimenti non idonei al proprio gruppo sanguigno, nell’organismo si attiva un processo di agglutinazione capace di scatenare col tempo diverse patologie. Tutto ruoterebbe intorno alla risposta del sistema immunitario a determinati alimenti, che i due studiosi hanno diviso così:
- Gruppo 0: questo sarebbe il gruppo sanguigno più antico, quello del cacciatore-raccoglitore, e le persone che ne fanno parte dovrebbero ingerire principalmente proteine animali, limitando latticini e bevande zuccherate, mentre non ci sarebbero limitazioni su frutta e verdura.
- Gruppo A: sarebbe quello legato alla nascita dell’agricoltura, e quindi chi lo possiede dovrebbe prediligere l’assunzione di frutta e verdura, limitando le proteine animali e i latticini.
- Gruppo B: quest’ultimo sarebbe nato con le tribù nomadi e dovrebbero assumere principalmente latticini e proteine animali più in generale.
- Gruppo AB: nato dall’unione dei gruppi A e B, con una preferenza di pesce e legumi, ma tendenzialmente una dieta onnivora.
Dieta del gruppo sanguigno: presupposti scientifici
Da questa suddivisione sembrerebbe che i gruppi sanguigni siano derivati da diversi momenti dell’evoluzione, lasciando una traccia nel nostro sistema immunitario e digerente, da qui la dieta del gruppo sanguigno. Molti nel corso del tempo furono i seguaci dei due studiosi americani, in Italia questo regime alimentare fu promosso da un medico piacentino, Piero Mozzi.
Ma nonostante l’importante seguito ricevuto, ci sono evidenze scientifiche a riprova di questa dieta?
Non sembrerebbe, a dire il vero, perché a smentire James D’Adamo ci sarebbero alcuni studi che dimostrano come i gruppi sanguigni fossero già presenti al momento della comparsa dell’uomo sulla terra, come a dire non sono legati alla nostra evoluzione, e non c’è relazione di causa-effetto e quindi la dieta del gruppo sanguigno nasce da falsi presupposti.