Il De Prodigiis di Giulio Ossequente

L'elenco di fatti riportati nel de prodigiis è stato spesso ripreso dagli appassionati di ufologia per dimostrare che già in tempi antichi avvenivano avvistamenti di quelli che oggi definiremmo UFO

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Il libro dei Prodigi (de prodigiis) scritto da Giulio Ossequente nel IV° secolo dopo Cristo è un documento piuttosto interessante in cui sono riportati eventi anomali avvenuti a Roma e nei suoi domini, definiti prodigia.

Gli eventi presenti nel de prodigiis sono tutti tratti da Tito Livio o forse da una sua successiva epitome. L’opera si inserisce nella tendenza alle epitomi tipica del IV secolo d.C., con autori come Eutropio o Ampelio, al quale Ossequente può essere accostato per la focalizzazione monografica della sua epitome liviana.

La parte del libro di Ossequente che comprendeva i primi secoli di Roma è perduta e ciò che rimane si estende dal consolato di Lucio Scipione e C. Lelio a quello di P. Fabio e Quinto Elio, vale a dire dall’anno 562 fino anno 741 ab Urbe condita. Comunque, ci sono altre lacune nella seconda parte.

L’opera è scritta in uno stile semplice e puro, con una narrazione vivace, veloce, con chiari sviluppi e riflessioni, utile anche per aver riportato alcuni fatti dei quali nessun altro scrittore ha parlato e con grande attenzione alla paradossografia anche antropologica.

In realtà si sa poco o nulla di questo scrittore e storico romano, salvo che, evidentemente appartenne alla gens Giulia.



Nel IV secolo vennero realizzati diversi compendi di opere storiche delle età precedenti ed è tra queste che si inserisce il Prodigiorum liber di Giulio Ossequente, in cui vennero elencati tutti gli avvenimenti insoliti ed i fatti prodigiosi (dagli eventi paranormali alle nascite mostruose, dagli scudi volanti alle piogge di latte e carne) avvenuti dal 190 all’11 a.C., che l’autore leggeva negli Ab Urbe condita libri di Tito Livio, opera a noi giunta solo in parte.

Il Prodigiorum liber offre pertanto importanti informazioni su aspetti della vita sociale e religiosa romana non altrimenti attestati. Il testo latino è quello dell’edizione teubneriana Rossbach del 1910.

I fatti riportati da Ossequente sono, sostanzialmente tutti ripescati da Tito Livio che, come sappiamo, ha spesso messo nella sua opera una certa qual fantasia, non limitandosi a riportare il fatto ma condendolo a suo modo.

L’elenco di fatti riportati nel de prodigiis è stato spesso ripreso dagli appassionati di ufologia per dimostrare che già in tempi antichi avvenivano avvistamenti di quelli che oggi definiremmo UFO.

…Furono vedute in cielo immagini di navi…“.  Con frasi come queste l’opera di Giulio Ossequente è diventata la Bibbia ufologica dell’era prima di Cristo.  Tra i prodigi possiamo ritrovare calamità naturali, epidemie, eclissi, ma anche descrizioni più enigmatiche, considerate in ogni caso come manifestazione del favore o della collera divina. Tra i vari eventi descritti alcuni sono incredibilmente evocativi.

Nel libro dei prodigi si possono riconoscere alcuni fenomeni tipicamente atmosferici come fulmini, semplici o globulari, cirrostrati e cirrocumuli, tempeste, incendi e fasi lunari.

Contestualizzati nel pensiero dell’epoca fortemente influenzato da religiosità basata sull’elemento naturale, questi accadimenti vengono riletti come segni del cielo, premonizioni e fatti inspiegabili. Oggi la scienza ci ha dimostrato la normale routine di questi episodi.

Alcuni passaggi sono, però, fortemente suggestivi e difficilmente spiegabili con fenomeni naturali noti. 

Gli episodi misteriosi riportati nel de prodigiis

“M. Claudio Q. Fabio Labeone cons. – 183 a.C. 

LATINO
In area Vulcani per biduum, in area Concordiae totidem diebus sanguinem pluit. In Sicilia insula 
nova maritima. Hannibal in Bithynia veneno periit. Celtiberi subacti. 

ITALIANO
Per due giorni nell’area di Vulcano piovve sangue e, in altri due giorni, nell’area della Concordia. 
Attorno alla Sicilia emerse dal mare una nuova isola. Annibale morì avvelenato in Bitinia. I Celtiberi furono sottomessi. 


In questa cronaca datata 183 a. c. grazie ai nomi dei consoli in carica nominati all’inizio. Si parla di una pioggia di sangue, di questi fenomeni abbiamo anche report vicini nel tempo come la pioggia avvenuta nel 2001 nello stato indiano meridionale di Kerala in india.

Per spiegare questa tipologia di fenomeno la scienza ufficiale ha ipotizzato trombe d’aria che abbiano ucciso stormi di uccelli, nel caso dell’india di pipistrelli, anche se su questo ci sono dubbi, sabbia desertica, residuati chimici che comunque nel 183 a.c. non esistevano.

Sul fronte dell’ipotesi extraterrestre Godfrey Louis e A. Santhosh Kumar, due scienziati del Mahatma Gandhi University in Kottayam da analisi conseguite ipotizzarono che si trattasse di microrganismi alieni arrivati con qualche meteorite.

Il loro studio è stato contrastato dalla comunità scientifica, che a quanto pare non ha dato spiegazioni veramente valide.

arxiv.org/abs/astro-ph/0601022

it.wikipedia.org/wiki/Pioggia_rossa_in_Kerala


L’altro fenomeno che ha del prodigioso è la nascita di un’isola in Sicilia: abbiamo cronache dalla Prima Guerra punica sino al 1831 dell’emersione della bocca di un vulcano sottomarino situata a circa 6 metri sott’acqua tra Sciacca e l’isola di Pantelleria, probabile che ossequente si riferisse a questa.

Probabilmente si tratta dell’isola ferdinandea, una vasta piattaforma rocciosa situata a circa 6 metri dalla superficie marina, nel Canale di Sicilia, tra Sciacca e l’isola di Pantelleria. Essa costituisce i resti di un apparato vulcanico che emerse nel 1831, a seguito dell’eruzione sottomarina di un vulcano, si innalzò dall’acqua formando l’isola, la quale crebbe fino ad una superficie di circa 4 km² e 65 m di altezza.

Essendo composta prevalentemente da tefrite, materiale roccioso eruttivo facilmente erodibile dall’azione delle onde, l’isola Ferdinandea non ebbe vita lunga. A conclusione dell’episodio eruttivo si verificò un rapido smantellamento erosivo dell’isola che scomparve definitivamente sotto le onde nel gennaio del 1832, ponendo fine temporaneamente alle dispute internazionali sorte circa la sua sovranità.


In quest’altra cronaca vediamo quello che dal punto di vista ufologico potrebbe essere un disco volante.

2.49 C. Mario L. Valerio coss. – 100 a.C.

LATINO
Fax ardens Tarquiniis late visa subito lapsu cadens. Sub occasu solis orbis clipei similis ab occidente ad orientem visus perferri. 
In Piceno terrae motu domicilia ruinis prostrata, quaedam 
convulsa sede sua inclinata manserunt. Fremitus armorum ex inferno auditus. Quadrigae aureatae in foro a pedibus sudaverunt. Fugitivi in Sicilia proeliis trucidati. 

ITALIANO
A Tarquinia si vide una fiaccola ardente improvvisamente scendere. Al calare del Sole si vide un oggetto circolare simile a uno scudo dirigersi da ovest a est. Nel Piceno le abitazioni furono ridotte in rovine da un terremoto, mentre alcune rimasero inclinate nella loro sede sconvolta. Un fremito di armi fu udito dal fondo della terra. Le Quadrighe dorate nel foro sudarono nella parte inferiore. Gli schiavi fuggitivi in Sicilia furono trucidati in battaglia


La cronaca parla di una fiaccola ardente che scendeva dal cielo, potrebbe trattarsi di un bolide o di un meteorite. Rimangono dei dubbi rispetto il Clypeus che volava da ovest verso est che potrebbe essere in questo caso un bolide, da quello che sappiamo i romani non avevano conoscenza di macchine volanti o aquiloni.

Tantissimi fenomeni sono spiegabilissimi dal punto di vista accademico, per altri resta il dubbio delle manipolazioni nelle prime ristampe, di cronache molto vecchie di secoli prima che fossero raccolte, resta affascinante il tema da approfondire.

Ma molte sono le parti dell’opera interessanti ed intriganti per gli appassionati. Si parla di sfere di fuoco che volteggiavano sugli accampamenti militari, di lance volanti e battaglia in cielo tra scudi e lance, insomma ce n’è per tutti i gusti ufologici.

Di seguito, per chi fosse interessato, il link per scaricare l’opera in Latino con traduzione in italiano a fronte:

Il libro dei prodigi di Giulio Ossequente

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