Il 21 dicembre 1968, 50 anni fa, l’equipaggio dell’Apollo 8 in cima del gigantesco vettore a tre stadi Saturn V vennero lanciati oltre l’orbita terrestre,nella prima missione circumlunare sulla luna. Il primo uomo sarebbe allunato di li a poco, con la missione Apollo 11 nel luglio del 1969.
Con il primo volo verso la luna e ritorno, Apollo 8 portò il genere umano in un grande viaggio di esplorazione. Ma per quanto ambizioso fosse il programma Apollo, l’idea di volare sulla luna non è venuta dal nulla e il sogno di visitarla è molto più vecchia del discorso del presidente John F. Kennedy alla Rice University, in cui proclamò: “Noi scegliamo di andare sulla luna.”
Una delle prime storie di viaggi lunari risale al 79 d.C. ed è contenuta nella “vera storia” di Luciano di Samosata, in cui una tromba d’aria porta un gruppo di viaggiatori sulla luna, facendoli piombare nel mezzo di una guerra interplanetaria. Nel 1657, l’Histoire Comique de La Lune di Cyrano de Bergerac immaginò il protagonista viaggiare in una sorta di razzo che lo porta fin sulla luna, dove gli abitanti scambiandolo per uno struzzo lo rinchiudono in una gabbia. Si tratta, ovviamente, di un viaggio meraviglioso, realistico e poetico, nei paesi della Luna (e del Sole). Ma il racconto è solo un pretesto per l’esposizione di ardite teorie filosofiche, scientifiche e religiose: il movimento della terra, l’eternità e l’infinità dei mondi, la costituzione atomica dei corpi.
Ma delle opere di “fantascienza” di missilistica, forse le più influenti furono scritte da Konstantin Tsiolkovsky, in particolare il suo romanzo On the Moon del 1893. Gran parte della narrativa di Tsiolkovsky aveva lo scopo di illustrare autentici concetti ingegneristici, e la sua ricerca si concentrava sulle basi della missilistica e sull’obiettivo finale dell’esplorazione spaziale.
Nel 1938 fu ideato uno dei primi concetti seri per una missione sulla luna, pochi anni prima del primo volo spaziale ufficiale della storia.
I sognatori
La British Interplanetary Society non ha mai costruito un razzo. Non ha mai lanciato un singolo veicolo spaziale. In un’intervista rilasciata all’inizio dell’anno, l’astronomo britannico Jonathan McDowell dell’Harvard-Smithsonian Center for Astrophysics ha descritto la BIS come “piuttosto ben considerato per un gruppo semi-professionista / semi-amatoriale”, composto da ingegneri, astronomi e appassionati che cercano di spingere l’umanità verso nuove frontiere, anche se la tecnologia non è fattibile in questo momento.” Il loro contributo più famoso alla ricerca spaziale fu forse Project Daedalus, uno studio ambizioso prodotto negli anni ’70 che descriveva la possibilità teorica di portare una sonda spaziale a propulsione atomica, nei pressi della Stella di Barnard, il secondo sistema stellare più vicino alla Terra, nel corso di una vita umana.
“La BIS è un’organizzazione teorica, non pratica“, spiega McDowell. “I loro studi specifici non vengono implementati, ma influenzano il modo di pensare delle persone“.
Uno studio della BIS del 1938 ha dimostrò uno dei primi modi plausibili per raggiungere la luna. L’organizzazione immaginò un razzo gigante a cinque stadi con un habitat in cima per trasportare tre astronauti per un soggiorno di due settimane sulla superficie lunare. L’idea impiegava quasi tutte le tecnologie note all’epoca per dimostrare che si trattava di un’impresa fattibile (anche se dal costo proibitivo).
Ma i primi lanci di razzi non furono diretti verso la Luna; erano micidiali bombe. La Germania nazista progettò il missile V-2 come un missile balistico capace di devastare bersagli distanti. Dopo la guerra, gli Stati Uniti accolsero diversi scienziati nazisti per portare avanti le proprie ambizioni spaziali. Con il primo lancio spaziale del progetto Hermes, seguito dal secondo che raggiunse una quota di 114 Km.
A mano a mano che le tensioni tra Stati Uniti e Unione Sovietica aumentavano, crescevano di conseguenza anche le loro ambizioni di conquistare lo spazio per assicurarsi la supremazia tecnologica. Naturalmente, gran parte della competizione ha riguardato lo sviluppo di armi. Anche i sovietici radunarono ex-nazisti e costruirono una replica del V-2 lanciato per la prima volta nel 1951. Anche allora era chiaro che il volo umano era il passo successivo.
Le prime idee della NASA
Anche agli albori della nascita della NASA ci furono idee che sostenevano la possibilità, la fattibilità, di portare degli uomini sulla luna. Questi concetti andavano oltre con il famoso discorso di Kennedy del 1961 in cui “possiamo, dovremmo e dobbiamo” andare sulla luna catalizzò l’immaginazione pubblica attorno ad un atterraggio sulla Luna.
In effetti, il principale scienziato missilistico importato dalla Germania, Wehrner von Braun, pensava che la luna era solo uno, il primo, dei numerosi passi dell’umanità destinata a colonizzare il sistema solare. Tali affermazioni furono pubblicate in una serie di articoli su Colliers nel 1958.
Il discorso del 1961 fatto dal Presidente Kennedy cambiò la cultura della NASA poiché l’agenzia spaziale prese tale discorso come una “sfida personale” da quel giorno in avanti. Mentre i sovietici avevano battuto gli Stati Uniti nel mandare uomini nello spazio, la Luna rappresentava un rivincita allettante che poteva porre fine allo scontro tecnologico dando la vittoria agli americani.
Il passo successivo dopo il Programma Mercury era la Luna, e con il programma Mercury, la NASA ha sviluppò tecnologie essenziali per la conquista del nostro satellite naturale. Si svilupparono sistemi per l’attracco in orbita tra navicelle abitate, si collaudarono le tecnologie per effettuare passeggiate nel vuoto dello spazio con l’utilizzo di tute spaziali che furonoil trampolino di lancio verso sistemi più avanzati da utilizzare sul suolo della luna. La NASA aveva anche progettato un’espansione della cabina Gemini che avrebbe ospitato 12 astronauti.
Gli studi erano molto ambiziosi e nei primi anni ’60 alla NASA considerarono l’utilizzo di una capsula Gemini modificata come veicolo lunare. C’erano una varietà di configurazioni che furono considerate, inclusa la possibilità di rendez-vous in orbita tra una capsula Gemini e un veicolo di lancio separato con abbastanza spinta per arrivare sulla Luna, fare un rapido sorvolo e tornare a casa.
Anche qualche idea per lo sbarco sulla Luna fu presa dal programma Gemini. Una coinvolgeva un piccolo lander con a bordo un singolo astronauta in superficie. Era considerato un progetto alternativo al programma Apollo, che si stava rivelando più pesante, più complicato e più costoso di quanto preventivato.
Gli ingegneri della NASA più entusiasti considerarono persino di utilizzare la capsula Gemini come “veicolo spaziale di soccorso” da inviare autonomamente davanti alla navicella Apollo nel caso in cui una missione fallisse lasciando gli astronauti bloccati. Con la benedizione di Kennedy, tuttavia, la NASA passò rapidamente da Gemini al Progetto Apollo.
In Unione Sovietica
La NASA aveva gli occhi puntati sulla Luna, ma secondo Asif Siddiqi, storico della Fordham University dei voli spaziali sovietici, i russi pensavano a molto di più, “Marte era l’obiettivo finale nelle missioni umane, vi fu sempre un team di ricerca su Marte negli anni ’70, ma la luna stravolse i loro piani”.
Dal loro primo volo spaziale nel 1957 al 1964 circa, l’obiettivo a lungo termine dell’Unione Sovietica era l’esplorazione umana di Marte. Ma mentre la NASA iniziava a compiere passi verso un viaggio meno ambizioso, ma più realistico, di 400.000 chilometri verso la Luna, anche i sovietici si impegnarono in una missione lunare.
Nel 1964, l’Unione Sovietica iniziò a progettare una missione per uno sbarco sulla Luna – più grande e più ambiziosa dell’Apollo. Avrebbero cominciato in piccolo, utilizzando una nave Soyuz modificata per andare sulla luna e tornare sulla Terra nel 1967 per commemorare il 50 ° anniversario della rivoluzione bolscevica.
Ma nell’aprile del 1967, il cosmonauta Vladimir Komarov restò ucciso a bordo del volo Soyuz 1 quando il suo paracadute non riuscì ad aprirsi, frenando le ambizioni spaziali sovietiche.
I sovietici tennero d’occhio la Luna durante tutto il programma Zond.
Mentre Zond dimostrava la tecnologia necessaria per raggiungere la luna, i sovietici stavano lavorando aggressivamente per costruire un razzo capace di trasportare esseri umani, un gruppo di cosmonauti addestrati per la missione, tra cui Alexei Leonov, il primo umano a “camminare” nello spazio.
Il volo senza equipaggio della Zond 5 attorno alla Luna nel settembre del 1968 fu una delle ragioni che convinsero la NASA ad inviare l’Apollo 8 in una rischiosa missione in orbita lunare già alla fine del dicembre 1968: la CIA aveva infatti avvisato l’ente spaziale statunitense che i sovietici stavano progettando un volo con equipaggio e la NASA non voleva far passare i voli americani in secondo piano.
In effetti i sovietici avrebbero potuto attuare il primo volo attorno alla Luna tra il 1968 e il 1969. Tuttavia, quattro di questi cinque voli Zond soffrirono di malfunzionamenti che avrebbero avuto gravi conseguenze, anche letali, per l’eventuale equipaggio. Nonostante il successo di Zond 6 la Russia non avrebbe mai potuto ottenere il lancio del primo razzo N-1, che era la parte essenziale, necessario per portare gli umani sulla luna. Alla fine, questo bloccò le loro ambizioni lunari, cosi gli americani sbarcarono sulla luna nel luglio del 1969 – ottenendo una “vittoria” nella corsa allo spazio dopo che i sovietici avevano collezionato così tanti successi.
I piani sovietici per le missioni sulla Luna a lungo termine erano ambiziosi: diversi cosmonauti in un gigantesco lander che passava diversi giorni sulla luna erano sul tavolo da disegno – ma i continui fallimenti del lanciatore N-1 alla fine portò alla cancellazione ufficiale del programma nel 1974.
Dopo che le ambizioni sovietiche furono superate, gli americani andarono sulla luna diverse volte, ma la popolarità del programma Apollo diminuì. Gli Apollo dal 18 al 20 furono cancellati. La NASA continuò la corsa allo spazio con il progetto Skylab e con lo Space Shuttle, e anche i sovietici iniziarono a pensare di realizzare stazioni spaziali in orbita terrestre aspettando tempi migliori e nuove tecnologie per la conquista di Marte e del sistema solare.
Oggi i tempi sembrano essere maturi, staremo a vedere.
Fonti: Wikipedia; smithsonianmag.com