Il termine lisciviazione è usato in diversi campi, principalmente chimica, farmacia e scienze del suolo.
La lisciviazione riguarda le tecniche di estrazione delle sostanze solubili mediante un solvente ed in particolare mediante l’acqua. Questa, per lenta percolazione, permette di sciogliere determinati materiali. Il liquido risultante è chiamato percolato.
È, ad esempio, mediante la lisciviazione che l’acqua può caricarsi di sostanze tossiche, quando attraversa un terreno inquinato. Questo può essere il caso di una discarica industriale, di un terreno agricolo carico di pesticidi o anche di una discarica di rifiuti domestici.
Nel percolato possiamo trovare nitrati, diossine o metalli pesanti, in particolare. Finché questo percolato è contenuto, nessun problema. Ma se la tenuta del sito non è assicurata, questi prodotti si infiltreranno nelle falde freatiche, ai corsi d’acqua o alle falde acquifere superficiali.
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Lisciviazione per recuperare metalli
Nell’industria mineraria, la lisciviazione viene utilizzata per recuperare metalli preziosi come argento, oro o rame. La lisciviazione in situ, ad esempio, mira a dissolvere i metalli direttamente nel deposito. Contribuisce con una quota della produzione mondiale di uranio.
È relativamente facile da realizzare, purché il deposito in questione sia sufficientemente permeabile da consentire una buona circolazione della soluzione di lisciviazione. Esistono anche altre tecniche, come la lisciviazione di serbatoi o colonne o la lisciviazione di cumuli. Quest’ultimo può facilitare l’estrazione da minerali di bassa qualità.
Si parla anche di tecniche di fitossiviazione per designare metodi che consentono di estrarre metalli pesanti dal cuore di specie di giardini filtranti.
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