Gli esseri umani hanno da sempre plasmato in base alle proprie esigenze gli aspetti del loro ambiente, dal fuoco all’agricoltura, all’inquinamento nell’atmosfera fino ad arrivare alla pioggia di plastica come nuova minaccia per l’ambiente in cui vivono. E’ quasi impossibile trovare un posto sul nostro pianeta che l’umanità non abbia ancora toccato in qualche modo.
La fine dell’umanità è inevitabile
Nel 2010, il famoso virologo australiano Frank Fenner affermò che, probabilmente, gli esseri umani si estingueranno nel prossimo secolo a causa della sovrappopolazione, della distruzione ambientale e dei cambiamenti climatici. Certo, la Terra può sopravvivere bene senza di noi.
“La natura alla fine distruggerà tutto”, afferma Alan Weisman, autore del libro “The World Without Us” del 2007, che esamina cosa accadrebbe se gli umani sparissero dal pianeta. Tra non molto, tutto ciò che resterà dell’umanità sarà un sottile strato di plastica e isotopi radioattivi.
L’umanità non ha mai affrontato un evento di tale portata, ma prima o poi lo farà.
Uno studio del 2015 finanziato dal Consiglio per la ricerca sull’ambiente naturale ha rivelato che gli esseri umani sono molto più una minaccia per la flora e la fauna locale rispetto ai 30 anni di esposizione alle radiazioni. Uno studio precedente di ricercatori aveva già dimostrato che attività come la caccia furono la causa più probabile della grande estinzione della mega fauna nel tardo quaternario. Un evento catastrofico che portò alla scomparsa della maggior parte dei mammiferi di grandi dimensioni del nostro pianeta.
Le specie vegetali e animali che hanno stretto legami con l’umanità probabilmente sono quelle che soffriranno di più gli effetti di una nostra scomparsa, a differenza degli insetti che, capaci di riprodursi rapidamente e di adattarsi a tutti gli ambienti, sono il gruppo di esseri viventi di maggior longevità e successo su questo pianeta, capaci di resistere anche ad intense campagne di distruzione cui li sottopongono gli umani.
“Possono mutare e adattarsi più velocemente di qualsiasi altra cosa sul pianeta”, afferma lo studio.
La nostra scomparsa favorirebbe una vera e propria esplosione demografica degli insetti che, a sua volta, alimenterà un aumento della popolazione delle specie che si nutrono di loro, come uccelli, roditori, rettili, pipistrelli e aracnidi, e quindi seguirà un conseguente boom demografico delle specie predatrici di questi animali e così via, fino al vertice della catena alimentare .
Le conseguenze della scomparsa degli esseri umani continuerebbero a ripercuotersi su tutta la catena alimentare per almeno 100 anni nel futuro, prima che le cose si stabilizzino in una nuova normalità. Tra gli animali ai vertici della catena alimentare troveremo anche alcuni di quelli che attualmente sono considerati animali domestici, più probabilmente i gatti, più indipendenti e capaci di sopravvivere adattandosi alle nuove condizioni che i cani, i quali potrebbero essere costretti ad una regressione allo stadio ancestrale di lupo per sopravvivere. “I gatti sono una specie non autoctona molto diffusa in tutto il mondo”.
Ma si svilupperebbe nuovamente la vita intelligente sul nostro pianeta se gli uomini scomparissero?
È difficile rispondere alla domanda se la vita «intelligente» possa evolversi di nuovo. Una teoria sostiene che l’intelligenza si è evoluta perché ha aiutato i nostri primi antenati a sopravvivere agli shock ambientali. Tra i primati, quello con il cervello più grande per peso corporeo appartiene al babbuino che potrebbe essere il candidato più probabile come prossima specie intelligente.
I decenni successivi all’estinzione umana saranno contrassegnati da devastanti fuoriuscite di petrolio, perdite chimiche ed esplosioni di varie dimensioni. Tutte bombe a orologeria che l’umanità scomparsa si lascerebbe alle spalle.
Ci vorranno molti decenni e forse le tracce lasciate dall’uomo sulla superficie della Terra non scompariranno mai del tutto ma, alla fine, la natura inevitabilmente riuscirebbe a riprendere i suoi spazi e si espanderebbe sugli edifici, i monumenti e tutte quelle strutture di cui andiamo orgogliosi.
Insomma, se l’umanità scomparisse, e accadrà se non prenderemo opportuni provvedimenti in tempi brevi, la vita sul nostro pianeta non ne risentirebbe più di tanto e, nonostante alcune tracce probabilmente indelebili, non sarebbe necessario molto tempo alla natura per fare in modo che il nostro ricordo scompaia per sempre.