La ricerca di civiltà extraterrestri ha avuto un notevole impulso negli ultimi anni con la scoperta di migliaia di pianeti extrasolari, alcuni dei quali potrebbero ospitare la vita come la conosciamo.
Un docente di astronomia alla Penn State University ha pubblicato uno studio su arXiv dove pone un quesito che potrebbe risvegliare l’interesse di molti appassionati.
Il docente, Jason Wright espone cosi il suo quesito:
“Abbiamo per davvero cercato con sufficiente attenzione testimonianze di vita aliena nel nostro stesso Sistema Solare?”
Negli ultimi decenni abbiamo sviluppato delle tecnologie che ci permettono di ricevere segnali radio provenienti dalle profondità del cosmo. Oltre a ricevere i segnali radio, possiamo inviare dei messaggi verso le stelle con la speranza che civiltà extraterrestri intelligenti li raccolgano e li comprendano.
Nonostante queste tecnologie sempre più potenti la ricerca di messaggi anche casualmente indirizzati verso il nostro pianeta da civiltà extraterrestri, non ha ottenuto nessuna prova convincente.
Allo stesso modio poco o nulla viene fatto con i pianeti e i relativi satelliti dei mondi del nostro sistema solare relativamente alla possibilità che civiltà extraterrestri intelligenti vi siano comparse nel passato.
Wright con il suo documento afferma che non possiamo escludere che in passato civiltà extraterrestri si siano sviluppate e abbiano prosperato nel nostro sistema solare, forse anche sul nostro stesso pianeta, anche se per ora, le prove più o meno serie portate da diversi ricercatori hanno avuto un’interpretazione meno prosaica di quanto si aspettavano i molti sostenitori:
la faccia su Marte, le piramidi e altre tracce evidenziate sul pianeta rosso, sul nostro satellite e su altri luoghi del sistema solare hanno spesso spiegazioni banali, la pareidolia in primis e, spesso, esagerazioni e malafede, informazioni veicolate attraverso libri, documentari o la “rete” che veicola periodicamente “clamorose rivelazioni” che poi si rivelano beffarde bufale.
Il docente non ha fatto nessuna rivelazione eclatante, ha solo espresso una normale apertura all’idea, che civiltà extraterrestri intelligenti abbiano prosperato nel passato del nostro sistema solare come è logico che sia.
Il nostro sistema solare ha circa 5 miliardi di anni e la vita sulla Terra, quella microbica, si è sviluppata nel giro di poche centinaia di milioni di anni.
Oggi sappiamo che i costituenti principali dei mattoni fondamentali della vita, molecole e amminoacidi, sono presenti in molte altre zone dell’universo.
Oggi diversi enti spaziali sono impegnati nella ricerca della vita microbica su pianeti e lune del nostro sistema solare, nella ricerca di segnali radio provenienti dal cosmo e stanno tentando di analizzare la composizione atmosferica degli esopianeti per capire se vi siano tracce di metabolismo biologico.
Lo studio si pone l’obiettivo di valutare se in passato possa essersi sviluppata una qualche forma di civiltà extraterrestre intelligente sulla superficie di qualche altro pianeta o luna del sistema solare, o nel passato della stessa Terra, oggi estinta.
Queste civiltà extraterrestri o meno, potrebbe forse aver lasciato dei segni volontari o involontari della propria presenza, come antiche civiltà umane a noi più vicine hanno lasciato i segni della loro presenza sulla Terra.
Civiltà extraterrestri e civiltà preumane
Sulla Terra è improbabile che tracce di civiltà intelligenti paragonabili alla nostra vengano ritrovate a milioni di anni dalla loro scomparsa.
Il nostro pianeta è un mondo dinamico e le diverse attività, vulcaniche, tettoniche o l’erosione provocata dagli agenti atmosferici e dai mutamenti geologici rimodellano continuamente la superficie cancellando ogni traccia di queste ipotetiche civiltà preumane.
Tuttavia ipotetiche civiltà evolute ad un livello tecnologico paragonabile al nostro potrebbero aver lasciato tracce della loro attività tecnologiche addirittura in orbita, nei punti di Lagrange, sulla Luna e sui pianeti vicini.
Certo, si tratta di un’impresa ardua e prossima all’impossibile ma una possibilità minima, sia pure molto remota, esiste e non va tralasciata, soprattutto alla luce delle nuove conquiste tecnologiche dei viaggi spaziali.
Già in passato alcuni ricercatori hanno proposto ipotesi del genere, negli anni ’90 venne proposto di studiare agli infrarossi il sistema Solare alla ricerca di eventuali tracce termiche di origine artificiale ma i pochi tentativi che vennero effettuati non portarono a nulla di concreto.
D’altra parte, quando ascoltiamo i segnali radio provenienti da stelle lontane migliaia o milioni di anni luce o quando cerchiamo di studiare lo spettro delle atmosfere di esopianeti distanti da noi centinaia se non migliaia di anni luce non facciamo altro che cercare di aprire una finestra su un passato lontanissimo dal nostro presente.
Se anche captassimo segnali o tracce di civiltà extraterrestri così distanti nel tempo e nello spazio, queste non potrebbero certamente comunicare con noi in tempo reale.
Perché allora non effettuare lo stesso tipo di ricerche relative al passato del sistema solare? Potremo scoprire forse i resti di civiltà extraterrestri che seppur estinte ci potrebbero insegnare molto su come la vita nasce e si sviluppa.
Oggi sappiamo che i pianeti Venere e Marte un tempo possedevano condizioni simili alla Terra, con acqua liquida in abbondanza e un’atmosfera sostanziale, sappiamo inoltre che la stessa Luna ha avuto nella sua storia almeno 70 milioni di anni durante i quali ha mantenuto un’atmosfera, un campo magnetico e acqua allo stato liquido.
Queste conoscenze ci dicono che è possibile che la vita si sia sviluppata in altri luoghi del sistema solare e nonostante non ci siano prove assolute non dobbiamo interrompere le ricerche.
Sondaggi del sistema solare a 360° ci permetteranno di ampliare le nostre conoscenze e anche se non troveremo resti di civiltà extraterrestri, lo studio di questi mondi ci insegnerà perché la Terra è cosi speciale.