A quanto pare, molti tubi di lava sulla Luna e su Marte potrebbero essere abbastanza grandi da contenere piccole città che potrebbero ospitate gruppi di scienziati, tecnici e anche gruppi di colonizzatori intenzionati a vivere su questi altri mondi.
I tubi di lava sono tunnel sotterranei creati dal flusso di roccia fusa trasportato da una colata lavica. Anche sulla Terra abbiamo tubi di lava, ma quelli sulla Luna e su Marte secondo alcuni studi sono probabilmente molto più grandi, consentendo a enormi comunità di persone di lavorare, vivere ed esplorare questi mondi.
Un tipico tubo di lava sulla Terra si presenta con un diametro da 10 a 30 metri ma, su Marte potrebbe essere l’altezza dell’Empire State Building, con un diametro che può arrivare anche a 300 metri.
Sembrerebbero già delle strutture enormi ma sulla Luna, con una gravità ancora inferiore potremmo avere tubi di lava fino a 1000 volte più grandi di quelli della Terra.
È una scoperta entusiasmante perché queste strutture, piccole e anguste sulla Terra si aprirebbero invece in vaste e spaziose caverne su altri mondi.
Questo ci consente di immaginare futuri astronauti, esploratori e coloni in grado di avere una vita non limitata al solo lavoro ma, nel tempo libero, avrebbero spazi per passeggiate, per lo sport, per riunirsi passeggiare in locali al riparo dalle micidiali radiazioni esterne (e, nel caso di Marte, dalle feroci tempeste di sabbia).
“Questi [tubi di lava] rappresentano porte o finestre ideali per l’esplorazione del sottosuolo“, ha detto l’autore principale dello studio Francesco Sauro in una dichiarazione. “Anche se sappiamo dell’esistenza di questi tubi di lava già da un po’, il nuovo studio mostra quanto siano grandi – capaci di contenere lo stesso spazio del centro della città di Padova, per esempio”.
Sauro è esperto nell’esplorazione di grotte, poiché è a capo del programma CAVES (Cooperative Adventure for Valuing and Exercising human behavior and performance Skills) dell’Agenzia spaziale europea che invia regolarmente astronauti in caverne sotterranee per esercitarsi per le missioni spaziali. È anche speleologo presso l’Università di Bologna.
La sonda giapponese Kaguya (SELENE) è stata la prima a individuare questi tubi sulla luna, secondo la NASA. Molti studi di follow-up sono stati eseguiti utilizzando il Lunar Reconnaissance Orbiter della NASA, che acquisisce immagini ad alta definizione della superficie lunare da un polo all’altro.
L’orbiter ha individuato dozzine di buchi intriganti e la NASA sta valutando i modi in cui le future missioni potrebbero entrarvi dentro per valutare la fattibilità di realizzarvi una base. Gli accessi potrebbero essere troppo ripidi per un rover, quindi l’agenzia sta immaginando di utilizzare sciami di veicoli volanti o strumenti di arrampicata per l’esplorazione.
I ricercatori hanno utilizzato i dati delle immagini della Luna e di Marte e li hanno confrontati con la letteratura disponibile sulla Terra dallo speleologia (esplorazione di grotte) e gli studi aerei dei nostri tubi di lava.
Il team ha anche creato modelli digitali del terreno per avere un’idea di come sia l’interno di questi tubi di lava su Marte e sulla Luna, e ha visto vaste possibilità per l’esplorazione futura.
“La cosa più importante è che, nonostante le dimensioni impressionanti dei tubi lunari, rimangano ben entro la soglia di stabilità del tetto“, ha affermato Matteo Massironi, geologo planetario dell’Università di Padova, coautore dello studio.
“I modelli indicano“, ha aggiunto “che la maggior parte dei tubi di lava rimane intatta e molto stabile, il che significa che ci sono poche possibilità di un collasso sotterraneo” (oltre a ciò, possiamo presumere che i futuri ingegneri lunari sarebbero felici di fornire una struttura di supporto per una maggiore sicurezza).
Ma tra quanto tempo esplorare uno di questi tubi per controllare come stanno effettivamente le cose? La NASA sta pianificando di far atterrare gli umani sulla luna nel 2024, accompagnati da una suite di veicoli privati nell’ambito del programma CLPS (Commercial Lunar Services Program).
All’inizio questi lander e rover si concentreranno sul supporto delle missioni umane, ma c’è la possibilità di aggiungere carichi scientifici per esplorare i tubi di lava.
Le prime missioni umane su Marte, invece, dovrebbero avvenite non prima della metà degli anni 2030. Possiamo inviare veicoli spaziali su Marte solo ogni due anni, quindi uno studio sulle possibilità di ospitare esseri umani e strutture all’interno di questi tubi è probabilmente molto ancora lontano nel futuro.
Fonte: Earth-Science Reviews.