venerdì, Maggio 9, 2025
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Citizen science NASA: la tua opportunità di esplorare l’Universo

Il paradigma della citizen science democratizza il processo scientifico, consentendo a individui privi di formazione specifica di partecipare in modo significativo alla scoperta. L'utilizzo di tecnologie accessibili, unitamente alla motivazione intrinseca dei partecipanti, permette di affrontare quesiti scientifici di vasta portata, sfruttando la potenza di una collaborazione globale

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La citizen science abbatte le barriere tradizionali della ricerca scientifica. Non è necessario possedere laboratori all’avanguardia o titoli accademici prestigiosi per partecipare attivamente alla scoperta.

Con un semplice telefono cellulare, un computer e la tua naturale curiosità, puoi immergerti negli entusiasmanti progetti di scienza partecipativa offerti dalla NASA, esplorando virtualmente il nostro pianeta e spingendoti fino ai confini del sistema solare. La scienza, come un grande mosaico in cui ogni tessera è fondamentale, accoglie il tuo contributo, indipendentemente da dove ti trovi nel mondo.

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Citizen science NASA: la tua opportunità di esplorare l'Universo
Citizen science NASA: la tua opportunità di esplorare l’Universo

La citizen science: un’opportunità per tutti di contribuire alla ricerca

Intraprendere questa avventura scientifica è sorprendentemente semplice: basta un dispositivo mobile o un computer connesso a internet. Immagina di poter fare una scoperta epocale nel Cosmo, di partecipare alla risoluzione di problemi cruciali per il nostro pianeta o di contribuire a svelare un antico enigma dell’universo. Tutto questo è reso possibile grazie al programma di Scienza Partecipativa della NASA.

Il dottor Marc Kuchner, astrofisico e responsabile della scienza partecipativa presso la direzione delle missioni scientifiche della NASA, definisce la scienza partecipativa come “progetti scientifici che si basano su volontari“. Per decenni, appassionati di tutto il mondo hanno fornito un supporto fondamentale ai ricercatori della NASA in svariati campi, contribuendo in modi diversi a seconda della specificità del progetto.

Questo prezioso apporto si concretizza nella realizzazione di misurazioni accurate, nell’organizzazione di complessi set di dati provenienti dalle missioni NASA e nell’approfondimento della nostra comprensione dell’Universo e del nostro pianeta. Ogni contributo, anche il più piccolo, è significativo

Questa è la scienza: è collaborativa“, sottolinea il dottor Kuchner, che supervisiona gli oltre trenta progetti di scienza partecipativa offerti dalla NASA. “Metto in contatto il pubblico e gli scienziati per far sì che la NASA faccia più scienza“. Questa sinergia tra la curiosità del pubblico e la competenza degli scienziati amplifica la capacità della NASA di esplorare e comprendere i misteri del nostro universo e le dinamiche del nostro pianeta.

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Scienza partecipativa NASA: un mondo di collaboratori oltre i confini

La partecipazione ai progetti di scienza partecipativa della NASA è aperta a chiunque nel mondo, trascendendo i confini nazionali e i requisiti di cittadinanza statunitense. Volontari da ogni angolo del globo contribuiscono attivamente alla ricerca di pianeti extrasolari, alla classificazione delle nuvole terrestri, all’osservazione di affascinanti eclissi solari e all’individuazione di comete e asteroidi che solcano il nostro sistema solare. Incredibilmente, alcune di queste rocce spaziali portano persino il nome dei volontari che hanno giocato un ruolo cruciale nella loro scoperta.

La partecipazione su vasta scala si rivela fondamentale per quelle iniziative scientifiche che necessitano del contributo di un numero elevato di osservatori umani. Come sottolinea il dottor Kuchner, “Ci sono progetti scientifici che non si possono realizzare senza l’aiuto di un team numeroso“. Questo è particolarmente vero per progetti che gestiscono enormi quantità di dati provenienti da telescopi spaziali o per l’osservazione di fenomeni fisici estesi che richiedono osservazioni simultanee da diverse prospettive geografiche.

Un esempio emblematico di questo approccio è Aurorasaurus, un progetto che invita i cittadini di tutto il mondo a osservare e classificare le aurore boreali e australi. “Cerchiamo di studiarle con i satelliti, ma è molto utile avere persone a terra che scattano foto da luoghi diversi in momenti diversi“, spiega il dottor Kuchner, evidenziando il valore aggiunto delle osservazioni dirette.

Uno dei modi in cui rendiamo servizio al nostro Paese e all’umanità è condividere non solo le belle immagini dei nostri satelliti, ma l’intera esperienza del fare scienza“, afferma con passione il dottor Kuchner. Il programma di scienza partecipativa della NASA ha già coinvolto oltre tre milioni di persone, un numero che, secondo Kuchner, testimonia il profondo desiderio del pubblico di partecipare attivamente all'”entusiasmante avventura” della scienza. “Vogliono vivere quest’avventura con noi e siamo entusiasti di averli con noi“.

Faber Burgos, un collaboratore e divulgatore scientifico colombiano, incoraggia la partecipazione: “Puoi aiutare gli scienziati che ora lavorano alla NASA e in altre organizzazioni in tutto il mondo a scoprire cose interessanti. A dire il vero, ho sempre sognato di fare la storia“. Negli ultimi quattro anni, Burgos è stato attivamente coinvolto in due progetti di grande rilievo:

l’International Astronomical Search Collaboration (IASC), dedicato alla ricerca di asteroidi potenzialmente pericolosi, e Backyard Worlds: Planet 9. Quest’ultimo progetto analizza i dati del telescopio spaziale Wide-field Infrared Survey Explorer (WISE) e della sua successiva missione NEOWISE per individuare nane brune e l’ipotetico nono pianeta del nostro sistema solare.

Ci sono partecipanti davvero straordinari a questo progetto“, sottolinea il dottor Kuchner, che ha contribuito al suo lancio nel 2015. Le missioni WISE e NEOWISE della NASA hanno catalogato circa due miliardi di sorgenti luminose nel cielo. “Quindi, la domanda è: tra queste numerose sorgenti, ce n’è qualcuna nuova e sconosciuta?“.

Grazie all’instancabile lavoro dei volontari, il progetto ha già portato alla scoperta di oltre 4.000 nane brune, oggetti celesti di dimensioni paragonabili a Giove, troppo massicci per essere pianeti ma troppo piccoli per essere stelle. Sorprendentemente, i partecipanti hanno persino contribuito all’identificazione di un nuovo tipo di nana bruna.

Le ambizioni del progetto Backyard Worlds non si fermano qui: i partecipanti nutrono la speranza di individuare un ipotetico nono pianeta, potenzialmente delle dimensioni di Nettuno, che orbiterebbe ben oltre l’orbita di Plutone. Faber Burgos descrive l’analisi delle immagini come un processo intuitivo: “Se si tratta di un oggetto in movimento, è ovvio che sia qualcosa di interessante. Di solito, quando si vedono queste immagini, tutto è immobile. Ma se c’è un oggetto in movimento, bisogna tenerlo d’occhio”.

Una volta che un collaboratore individua e contrassegna un oggetto sospetto in una sequenza di immagini, le informazioni vengono trasmesse agli scienziati della NASA per una valutazione più approfondita. “Come citizen scientist, sono felice di fare la mia parte e, si spera, un giorno scoprire qualcosa di molto interessante“, conclude Faber Burgos, esprimendo lo spirito di molti partecipanti. “Questa è la bellezza della NASA: invita tutti a diventare scienziati. Qui, non importa cosa sei, ma il tuo desiderio di imparare“.

GLOBE Observer: una rete globale di scienza partecipativa

Un’altra entusiasmante iniziativa di scienza partecipativa della NASA è GLOBE Observer, una rete internazionale che coinvolge attivamente insegnanti e studenti di tutto il mondo. Questa piattaforma offre una vasta gamma di progetti, molti dei quali disponibili anche in spagnolo, che invitano i partecipanti a raccogliere dati preziosi utilizzando semplicemente i propri telefoni cellulari.

Uno dei progetti più popolari all’interno di GLOBE è il Mosquito Habitat Mapper, un’iniziativa cruciale che traccia la migrazione e la diffusione delle zanzare portatrici di pericolose malattie. Come spiega il dottor Kuchner: “È un modo per contribuire a salvare vite umane, monitorando i vettori che trasmettono la malaria e il virus Zika, tra gli altri“. Questo progetto dimostra come la scienza partecipativa possa avere un impatto diretto e significativo sulla salute globale.

Gli altri progetti GLOBE spaziano dall’analisi della copertura del suolo all’identificazione dei diversi tipi di nubi che popolano il nostro cielo. Alcuni progetti sfruttano anche fenomeni astronomici accessibili a tutti. Durante l’eclissi solare totale del 2024, ad esempio, i partecipanti hanno contribuito misurando la temperatura dell’aria con i propri telefoni e condividendo i dati raccolti con gli scienziati della NASA, fornendo informazioni preziose su questo evento celeste.

Sebbene non siano richiesti studi preliminari per partecipare, molti volontari di GLOBE non si limitano a collaborare alla ricerca scientifica, ma ne diventano veri e propri motori. Oltre 500 citizen scientist della NASA hanno persino firmato come coautori pubblicazioni scientifiche di alto livello.

Tra questi spicca Hugo Durantini Luca, proveniente da Córdoba, Argentina, che ha contribuito alla pubblicazione di ben 17 articoli scientifici, con altri in arrivo. La sua storia testimonia come la passione e la dedizione possano portare a un coinvolgimento profondo e significativo nella ricerca.

Il percorso di Hugo nella scienza partecipativa è iniziato con il primo progetto della NASA in questo ambito, Stardust@home, che invitava il pubblico a cercare particelle di polvere interstellare nei collettori della missione Stardust attraverso un microscopio virtuale. Nel 2014, la sua curiosità lo ha condotto a Disk Detective, un progetto dedicato alla ricerca di dischi circumstellari, luoghi in cui potrebbero formarsi nuovi pianeti.

Analizzando le immagini delle missioni WISE e NEOWISE, i partecipanti contribuiscono a svelare i misteri della nascita dei mondi e dell’evoluzione dei sistemi solari: “E se poi troveremo pianeti o qualche segno di vita, tanto meglio“, afferma con entusiasmo Durantini Luca.

Sebbene la scoperta di vita extraterrestre rimanga un sogno nel cassetto, i partecipanti a Disk Detective hanno già compiuto scoperte significative, come l’identificazione di un nuovo tipo di disco stellare denominato “disco di Peter Pan“, che appare giovane nonostante l’età avanzata della stella centrale.

Nel 2016, Durantini Luca ha avuto l’opportunità di dare un ulteriore contributo al progetto, supportando Disk Detective con le sue osservazioni dall’emisfero australe presso il Complesso Astronomico El Leoncito (CASLEO) in Argentina.

Lì ha imparato a utilizzare uno spettrografo, uno strumento fondamentale per analizzare la composizione della luce stellare. Questa esperienza, come ricorda con emozione, ha segnato la sua prima volta all’oculare di un telescopio.

Nonostante le rare opportunità di incontro di persona, sia gli eventi virtuali che quelli fisici contribuiscono a creare un forte senso di comunità tra i citizen scientist. I partecipanti rimangono in contatto settimanalmente attraverso diversi canali online: “Molti di noi sono già amici, dopo tanti anni di brutte battute durante le chiamate“, racconta Durantini Luca, sottolineando i legami che si creano grazie alla passione condivisa per la scienza.

Il dottor Kuchner aggiunge: “Le persone mi mandano foto di come si sono conosciute“, testimoniando come il programma vada oltre la semplice raccolta dati, creando vere e proprie connessioni umane. Per Kuchner, questa esperienza ha avuto un impatto profondo: “Mi ha cambiato la vita. La scienza è già fantastica, e questo la rende ancora più fantastica”.

Per maggiori informazioni, visita il sito ufficiale della NASA.

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