Nel 1986 un terribile incidente avvenne nella centrale nucleare sovietica di Chernobyl. Venticinque anni dopo, un’altra catastrofe nucleare accadde in Giappone, dopo il terremoto di magnitudo 9.0 Tohoku e il conseguente tsunami che innescò un disastroso guasto del sistema alla centrale nucleare di Fukushima Daiichi.
Entrambi questi incidenti provocarono il rilascio di una ingente quantità di radiazioni che ebbero un impatto di vasta portata e di lunga durata.
Insomma, tra Chernobyl e Fukushima, quale fu il disastro peggiore? E quale dei due eventi causò più danni?
A Chernobyl esplose un solo reattore, mentre tre reattori andarono in fusione a Fukushima. Eppure l’incidente di Chernobyl è stato molto più pericoloso, poiché il danno al nucleo del reattore è stato risolto in modo molto rapido e violento, come ha spiegato Edwin Lyman, scienziato senior e direttore attivo del progetto Nuclear Safety Project.
Chernobyl, inoltre, ha rilasciato molto più cesio 137 rispetto a Fukushima, secondo Lyman.
“Circa 25 petabecquerel (PBq) di cesio-137 sono stati rilasciati nell’ambiente dai tre reattori di Fukushima danneggiati, rispetto a una stima di 85 PBq per Chernobyl“, ha detto (il PBq è un’unità di misura della radioattività che mostra il numero di decadimento dei nuclei al secondo). Inoltre, l’esplosione di Chernobyl ha provocato un picco di radioattività che si è disperso in un raggio più ampio rispetto a Fukushima.
Malattia, cancro e morte
A Chernobyl, due operai sono stati uccisi dall’esplosione iniziale e altri 29 lavoratori sono morti per avvelenamento da radiazioni nei tre mesi successivi, ha riferito Time nel 2018. Molti di coloro che morirono si erano consapevolmente esposti alle radiazioni mortali mentre lavoravano per mettere in sicurezza l’impianto e prevenire ulteriori perdite di materiale radioattivo. Secondo l’Agenzia internazionale per l’energia atomica, i funzionari governativi fecero trasferire circa 200.000 persone dalla regione.
Negli anni che seguirono, i tumori nei bambini salirono alle stelle in Ucraina, con un aumento di oltre il 90%, secondo Time. Un rapporto pubblicato dalle agenzie delle Nazioni Unite nel 2005 prospettava che 4.000 persone sarebbero potute morire a causa dell’esposizione alle radiazioni di Chernobyl.
Greenpeace International ha stimato, nel 2006, che il numero di vittime in Ucraina, Russia e Bielorussia potrebbe essere arrivato a 93.000 persone, con altre 270.000 a rischio di sviluppare tumori a causa delle radiazioni.
A Fukushima, non ci sono stati decessi o casi di malattie da radiazioni direttamente associate all’incidente – né lavoratori né civili, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).
Tuttavia, si ritiene che la reazione disastrosa del Giappone, che ha trasferito 100.000 persone dalle loro case vicino a Fukushima, abbia causato indirettamente circa 1.000 decessi, la maggior parte dei quali avevano 66 anni o più, secondo quanto ha riferito l’Associazione Mondiale Nucleare .
Zone vietate
Le autorità giapponesi hanno creato una zona no-go intorno a Fukushima estesa per 20 chilometri; i reattori danneggiati sono stati chiusi permanentemente, e le operazioni di bonifica sono tuttora in corso.
La portata dell’impatto ambientale di Fukushima è ancora sconosciuta, ma ci sono già alcune prove che sono in aumento le mutazioni genetiche nella popolazione di lepidotteri residenti nell’area, producendo deformazioni nelle loro ali, gambe e occhi.
L’acqua contaminata dalle radiazioni fuoriuscita a Fukushima hanno raggiunto la costa occidentale del Nord America nel 2014, ma, secondo gli esperti, la contaminazione è rimasta su valori abbastanza bassi da non rappresentare una minaccia per la salute umana. Nel 2018, i ricercatori hanno riferito che i vini prodotti in California dopo l’incidente di Fukushima avevano livelli elevati di cesio radioattivo 137, ma il Dipartimento della sanità pubblica della California ha dichiarato i vini non pericolosi da consumare.
La zona di esclusione di Cernobyl comprende tuttora un’area di 30 km attorno alle rovine della centrale e le città entro i suoi confini rimangono ancora abbandonate. Molti alberi nelle foreste vicine diventarono rossi e morirono poco dopo l’esplosione. Ma oggi, decenni dopo, sono tornate le foreste e diverse comunità di animali selvatici sembrano prosperare nella zona.
Nel 2010, il governo ucraino ha stabilito che il pericolo derivante dall’esposizione alle radiazioni nell’area di Chernobyl è “trascurabile” e che la zona di esclusione sarebbe stata ampiamente aperta ai turisti entro l’anno successivo (sebbene sia ancora proibito risiedere nell’area). In realtà, molti dei visitatori che si recano presso determinate località vengono provviste di dosimetri palmari per controllare la loro esposizione alle radiazioni, quindi le visite non sono del tutto prive di rischi.
Inoltre, i livelli di radiazioni attorno a Chernobyl possono variare notevolmente. Le indagini aeree con i droni hanno rivelato, nello scorso maggio, che le radiazioni nella Foresta Rossa dell’Ucraina si sono concentrate in “hotspot” precedentemente sconosciuti, che gli scienziati hanno delineato nelle mappe delle aree radioattive più accurate della regione fino ad oggi.
La centrale nucleare di Fukushima è chiusa, tuttavia, permangono ancora i timori per la sicurezza durante il decommissioning e il lavoro di bonifica.
“Nessuno dovrebbe sottovalutare le sfide necessarie per garantire che l’energia nucleare sia abbastanza sicura da poter svolgere un ruolo importante nel futuro energetico mondiale“, ha affermato. “La chiave sta nel prepararsi sempre all’inaspettato.”