Cervello Enterico: un modo per comunicare tra neuroni

Il sistema nervoso enterico (ESN) detto anche metasimpatico, è il sistema nervoso dell'intestino. Rappresenta una delle tre branche del SN; spesso è definito come "secondo cervello"  poiché contiene  circa 500 milioni di neuroni e controlla importanti riflessi, come la peristalsi, la contrazione dei muscoli dell'intestino per consentire la digestione.

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Un nuovo studio rivela come i neuroni della parete intestinale trasmettano informazioni sensoriali al midollo spinale e al cervello, che possono influenzare l’umore e il benessere.
Il sistema nervoso enterico (ESN) detto anche metasimpatico, è il sistema nervoso dell’intestino. Rappresenta una delle tre branche del SN; spesso è definito come “secondo cervello”  poiché contiene  circa 500 milioni di neuroni e controlla importanti riflessi, come la peristalsi, la contrazione dei muscoli dell’intestino per consentire la digestione.
È anche responsabile della secrezione di enzimi digestivi che aiutano a scomporre il cibo. In aggiunta, la quantità di neuroni presenti – sparsi soprattutto nel colon – è quasi la stessa del midollo spinale, suddivisi all’incirca in 20 classi con ruoli importanti e differenti. Con l’ESN, troviamo il SN Ortosimpatico, e il Parasimpatico.
Ognuno ha una funzione determinante e quella del sistema nervoso enterico è di regolare l’apparato digerente, governando – appunto – la fitta rete nervosa situata nelle pareti interne del tratto intestinale.
In altre parole, i neuroni che sono presenti nell’apparato gastrointestinale coordinano le diverse funzioni che lo stesso svolge.
L’ENS è anche una parte critica dell’asse intestino-cervello (attraverso il quale questi due organi comunicano tra loro e il nervo vago). Questa connessione, è particolarmente essenziale proprio al fine di trasmettere informazioni importanti tra cervello-intestino.
L’asse intestino-cervello svolge diverse funzioni. La maggior parte della serotonina, un neurotrasmettitore associato all’umore, si trova ad esempio nell’intestino.
In un nuovo studio pubblicato sulla rivista eNeuro.org, i ricercatori della Flinders University, ad Adelaide, Australia, hanno identificato un nuovo modo in cui i neuroni si attivano con quelli che si collegano al midollo spinale. Nella fattispecie, si tratta di un’intensa attività altamente coordinata dai neuroni della parete intestinale. Qui, è stato possibile individuare un potente meccanismo che trasmette informazioni su ciò che accade dall’intestino al cervello.
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Il sistema nervoso dell’intestino

L’intestino è unico tra gli organi interni, perché ha un proprio sistema nervoso, quindi è autonomo. Non a caso, la definizione di “secondo cervello” è determinata da aspetti multifattoriali; non solo dunque dal numero elevato di neuroni, ma anche da alcune scoperte interessanti che, nel tempo, ci hanno dimostrato la straordinaria attività che lo stesso svolge.
Ad esempio se un pezzo viene tagliato e posto in un liquido “simile” a quello prodotto dal corpo umano, esso è in grado di continuare, come niente fosse, a svolgere il suo compito;  mantenendo esattamente la stessa efficienza che ha nell’organismo.
Ma per chi volesse un chiarimento esemplificativo, basti pensare ad uno stato di ansia, paura, o panico; oppure stati emotivi anche più gravi, che sembrano riflettersi in fastidi e dolori a livello dell’addome.
Questo è stato un argomento d’interesse per Nick Spencer, autore senior del nuovo studio e professore al College of Medicine and Public Health dell’università.
L’intestino ha un proprio sistema nervoso, che può funzionare indipendentemente dal cervello o dal midollo spinale. Comprendere come l’intestino comunica e controlla gli altri organi del corpo può portare a importanti scoperte per il trattamento delle malattie“. – Prof. Nick Spencer.
Nel nuovo studio, il Prof. Spencer e i colleghi si sono concentrati sui neuroni viscerofugali, che si trovano nella parete intestinale e si proiettano verso i neuroni del midollo spinale.
Hanno studiato il funzionamento di questi neuroni utilizzando il colon di un topo, che si contrae in un modello ciclico noto come complesso motorio del colon. I neuroni viscerofugali sono noti per essere attivi durante questo processo, però mai, fino ad ora, era stato così chiaro.

Registrare i neuroni mentre si attivano

I ricercatori hanno registrato l’attività elettrica dei neuroni viscerofugali. Hanno trovato che la carica di questi neuroni può essere associata a cambiamenti nell’attività del muscolo liscio del colon.
I neuroni sparsi in modo altamente sincronizzato, sono stati associati con l’attivazione parallela dei neuroni nel midollo spinale.
Questo suggerisce che i neuroni viscerofugali trasmettono l’attività dal sistema nervoso gastrointestinale al sistema nervoso simpatico – in altre parole, il midollo spinale e il cervello.
Il nuovo studio ha scoperto come i neuroni viscerofugali  forniscono un percorso in modo che il nostro intestino possa ‘percepire’ ciò che accade all’interno della parete intestinale, quindi comunicare queste informazioni sensoriali in modo più dinamico rispetto a quanto precedentemente ipotizzato ad altri organi, come il midollo spinale e il cervello, che influenzano le nostre decisioni, l’umore e il benessere generale“; spiega il Prof. Spencer.
L’attivazione dei neuroni viscerofugali è stata precedentemente pensata per richiedere cambiamenti nella circonferenza della parete intestinale – per esempio con il riempimento dell’intestino – ma questo studio dimostra che il processo non richiede tale attività biologica.

Importanza medica

Questi risultati possono anche avere rilevanza clinica, in quanto un numero crescente di condizioni è stato associato a cambiamenti dell’intestino.
C’è un interesse significativo nel modo in cui l’intestino comunica con il cervello come un importante problema irrisolto a causa della crescente evidenza che molte malattie possono iniziare prima nell’intestino e poi spostarsi verso il cervello, un esempio è il morbo di Parkinson“, spiega il Prof. Spencer.
Come rileva lo scienziato, c’è un collegamento consolidato tra l’intestino e il morbo di Parkinson. Uno studio, per esempio, ha dimostrato che gli uomini che soffrono di stitichezza hanno quattro probabilità in più, di sviluppare la condizione.
C’è anche una serie di prove che suggeriscono un’associazione tra i cambiamenti nell’intestino e l’autismo, la sclerosi multipla, la demenza e l’ictus, rendendo studi come questi essenziali per comprendere ed eventualmente trattare diverse condizioni neurologiche.