Ci chiediamo se siamo soli nell’universo, se in altri sistemi solari possano essersi sviluppate altre forme di vita e semmai un giorno potremmo avere un contatto con loro. Ebbene forse potrebbe essere pericoloso e forse dovremmo stare molto attenti. A suggerire questo comportamento preventivo è uno studio comparso su “ArXiv“, un archivio per bozze definitive di articoli scientifici in fisica, matematica, informatica, statistica, finanza quantitativa e biologia, accessibile via Internet. L’articolo si inserisce nell’antico dibattito, sull’opportunità o meno di provare a contattare vite extraterrestri.
In fondo, l’ipotesi che una civiltà tecnologicamente avanzata che riceva o invii un messaggio ai terrestri, possa avere mire espansionistiche e ostili, potrebbe essere giusta. Un eventuale messaggio alieno potrebbe essere pensato per formattare o far crashare i nostri computer. Oppure contenere istruzioni per generare panico o comportamenti autodistruttivi.
Secondo gli autori del lavoro, due scienziati del Sonneberg Observatory, in Germania e dell’Università delle Hawaii, un messaggio “da fuori” andrebbe quindi, prima controllato attentamente e decontaminato, ma anche questo processo potrebbe rivelarsi pieno di insidie. Intanto, perché in base al protocollo del SETI, acronimo di Search for Extra-Terrestrial Intelligence (Ricerca di Intelligenza Extraterrestre), un sospetto segnale extraterrestre dovrebbe essere sottoposto a un gran numero di verifiche scientifiche per valutarne l’attendibilità.
Se davvero ricevessimo una sorta di messaggio alieno, si porrebbe poi la questione di come leggerlo senza rischiare un’infezione da malware. Sono state fatte anche delle simulazioni di messaggi da parte del SETI. Una sorta di esercitazione per capire se siamo pronti a decifrare i segnali extraterrestri. Alcune parti dei codici cifrati sono stati fatti disegnando figure o mappe pixelate in bianco e nero. Stampando questi codici si potrebbe già cogliere una visione di insieme.
Ma non sappiamo effettivamente come potrebbero essere i messaggi, se davvero dovessimo riceverli. Potrebbero essere codici molto più complessi e avremmo bisogno dell’aiuto di un computer altamente sofisticato. In quel caso dovremmo allora utilizzare un macchina capace di condurre l’analisi in quarantena, con pochissimi canali di comunicazione con l’esterno. Un’eventuale intelligenza artificiale malevola potrebbe così restare confinata. L’unica strategia preventiva possibile sembra quella di mantenere lo stesso atteggiamento vigile che abbiamo con i messaggi online.
Anche Stephen Hawking, uno tra i più autorevoli e conosciuti fisici teorici al mondo, scomparso ormai più di due anni fa, asseriva che l’umanità doveva essere molto cauta, nel cercare di contattare altre possibili vite. Infatti a suo dire, “gli alieni esistono, ma contattarli potrebbe essere decisamente pericoloso“. Il celebre astrofisico, nel film pubblicato sul web: “Stephen Hawking’s Favourite Places”, ha ribadito che secondo lui non siamo soli nell’Universo, ma contattare gli alieni potrebbe rivelarsi decisamente rischioso per l’intera umanità.
Nel filmato lo scienziato si trova a bordo di un’immaginaria navicella spaziale. Da qui esplora i suoi luoghi preferiti nell’Universo. Tra questi Gliese 832c, un pianeta potenzialmente abitabile, in cui forse si trovano gli alieni che da sempre cerchiamo. “Un giorno forse riceveremo un segnale da un pianeta come Gliese 832c, ma dobbiamo stare attenti a rispondere”, aveva detto l’astrofisico.
Esiste un progetto chiamato “Breakthrough Listen” di cui ha molto parlato lo scienziato. É un programma da 100 milioni di dollari, finanziato dal facoltoso magnate Yuri Milner, con lo scopo di stabilire un primo contatto con forme di vita aliena. Hawking faceva parte del progetto. Nonostante ciò è sempre stato convinto che mettersi in contatto con gli alieni poteva essere potenzialmente rischioso. Gli extraterrestri infatti potrebbero essere molto più sviluppati di noi e considerarci degli essere inferiori, alla stregua dei batteri, e potrebbero decidere di distruggere la nostra civiltà o, peggio ancora, di schiavizzarci. “Potrebbero considerarci alla stregua di come noi consideriamo i batteri oggi” aveva spiegato Hawking.
Fonte: https://www.focus.it/scienza/scienze/se-ricevessimo-un-messaggio-alieno-dovremmo-trattarlo-come-spam
Cercare gli alieni potrebbe essere pericoloso
Aspettiamo da sempre un contatto o un segno della vita extraterrestre. Ma se dovesse arrivare davvero un eventuale messaggio alieno, forse potrebbe costituire un serio rischio per l'umanità. Per la nostra sopravvivenza, potrebbe rendersi necessario trattarlo alla stregua di un messaggio di spam o di virus altamente distruttivo
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